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CAMPIONATO – Meglio il Milan della Juve anche se vince solo con un discusso rigore: 1-0

Niente da fare. Anche questa volta, invece che iniziare dalla partita, ci tocca cominciare parlando dell’arbitro. Perché questo Milan-Juventus è stato condizionato dal signor Rizzoli e dal giudice di porta De Marco, che hanno concesso ai rossoneri un rigore inesistente per un presunto tocco di braccio di Isla. Da lì il gol di Robinho per l’1-0 che ha poi decretato la sconfitta bianconera. “Dalla panchina mi era sembrato rigore, ma invece non è così” ha ammesso Allegri davanti ai microfoni, e subito dopo anche Alessio ha sottolineato l’errore arbitrale, con una piccola ma significativa sfumatura polemica: “Facciamo calcio da una vita, quindi sappiamo che in ogni gara ci sono episodi favorevoli e sfavorevoli. Non oso immaginare però cosa sarebbe potuto accadere se avessimo vinto noi con un rigore del genere”.

Fatta questa doverosa premessa, passiamo (finalmente!) all’analisi della partita. Il Milan ha meritato il successo, perché ha interpretato il match nel migliore dei modi. Grintosi, affamati e ben messi in campo, i ragazzi di Allegri hanno messo in difficoltà la Juventus fin dall’inizio, giocando la miglior partita della stagione, in particolare nel primo tempo. Un applauso convinto va al tecnico, che ha azzeccato tutte le scelte di formazione. L’idea di non dare punti di riferimento alla difesa bianconera, schierando un tridente senza centravanti, ha funzionato bene. Per una volta convincente anche la fase difensiva, attuata alla perfezione grazie all’aiuto di tutti: centrali, terzini, centrocampisti e il fantastico El Shaarawy, capace di totalizzare un numero incredibile di chilometri.

“I ragazzi sono stati bravi, abbiamo avuto diverse occasioni in cui abbiamo recuperato la palla alta, ma non abbiamo concretizzato – ha gongolato Allegri. – Abbiamo difeso ordinati e contro la Juventus penso sia un grande merito per i ragazzi. Ci sono momenti in cui è necessario difendere e bisogna farlo tutti insieme”. Una vittoria importantissima, ancor più dopo il polverone sollevatosi alla vigilia in seguito alle dichiarazioni di Berlusconi, che ha ammesso la volontà di assumere Guardiola. “Se va a cercare uno come lui vuol dire che io sono molto bravo, forse il migliore – ha risposto piccato il tecnico. – Mi sento quasi lusingato”.

Tanto convincente il Milan, quanto brutta la Juve. E’ successo esattamente ciò che temeva Conte: sono venute a galla le scorie (fisiche e mentali) post Chelsea. I bianconeri sono scesi in campo molli, un po’ come contro l’Inter, e hanno pagato caro questo approccio sbagliato. Sotto accusa le scelte dell’allenatore, che ha confermato quasi tutta la formazione vista in Champions, a parte Chiellini (fuori per infortunio) e Lichtsteiner (al quale è stato preferito Isla, a sua volta sostituito da Padoin ad inizio ripresa). Conte ha scelto la strada della continuità, ma le pile si sono rivelate scariche, come ammesso da Alessio: “Quando non giochiamo con l’intensità giusta e cercando i ritmi alti ci sta di perdere una partita come questa. Non eravamo appagati, quando si incontrano squadre come il Milan le motivazioni vengono da sole, però non siamo riusciti a giocare come facciamo di solito. Accettiamo questa sconfitta e andiamo avanti”. 

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