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Brasile, accuse a Zara: lavoratori-schiavi?

Forse non è il caso di apprezzare eccessivamente la rapidità con cui Zara riesce a concretizzare l’idea di un prodotto e portarla in negozio (solo 2 settimane). La marca di abbigliamento del gruppo spagnolo Indetex è stata denunciata dal ministero del Lavoro brasiliano per l’utilizzo di manodopera in condizioni simili alla schiavitù in alcune sue aziende manifatturiere. Le forze dell’ordine hanno trovato in due laboratori nella periferia di San Paolo 16 boliviani adulti che lavoravano – in nero per 2 Real ogni pezzo prodotto – e vivevano in un ambiente insalubre e senza le condizioni di sicurezza minime.

Nonostante queste aziende appartenessero formalmente ad Aha, un’impresa controllata da Zara nel Paese sudamericano, la multinazionale è considerata responsabile per le irregolarità, in quanto tutto il processo produttivo, dall’ordine di cucitura alla scelta dei tessuti, veniva deciso in Spagna.

Le indagini verso questa intermediaria erano iniziate a maggio, dopo che l’ufficio regionale del lavoro aveva “liberato” 52 persone, tutte originarie della Bolivia, da condizioni lavorative malsane in alcune fabbriche clandestine a Americana, una città nello stato di San Paolo. Nel corso dell’inchiesta è emerso che Zara aveva dato in subappalto i servizi all’impresa brasiliana Rodi che, a sua volta, “dava lavoro in subappalto a molti laboratori clandestini”.

Il Ministero del lavoro brasiliano ha già inflitto 52 multe a Zara per diverse irregolarità, in questo caso l’azienda spagnola potrebbe vedersi costretta a pagare 1 miliardo di real. La denuncia deve però essere ancora giudicata.

Le indagini sono state portate avanti su 2 delle 33 imprese manifatturiere Aha. Senza alcun controllo i lavoratori erano costretti a giornate di lavoro tra le 14 e le 16 ore. Tra maggio e giugno, secondo le indagini, queste imprese hanno prodotti 50mila pezzi di roba per Zara, che venivano vendute in Brasile e in Argentina.

Fonte: Estadao.com.br 

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