X

Borse plaudono all’accordo Usa-Regno Unito sui dazi, ma il vero test sarà domani tra Washington e Pechino. Dollaro in ripresa

FIRSTonline

Senza voler scalfire l’entusiasmo per l’accordo sui dazi ieri tra Stati Uniti e Regno Unito, visto più un esercizio di stile che di sostanza, ora gli investirtori guardano con maggior preoccupazione alle negoziazioni che inizieranno domani tra Washington e Pechino, considerato il vero test negoziale. I mercati comunque hanno reagito positivamente all’accordo londinese, se non altro perchè sperano che faccia da rompighiaccio per quelli futuri. Le borse cinesi forse proprio rappresentando l’incertezza per gli incontri sono in difficoltà, mentre a brillare in Asia sono quelle giapponesi. Il Bitcoin balza al massimo da gennaio e l’oro scende per il terzo giorno. Borse europee positive

Il vero test sarà sul tavolo Washington-Pechino

I colloqui di ieri tra Donald Trump e il primo ministro britannico Keir Starmer sono andati “abbastanza bene” dicono gli analisti che valutano il rapporto con il Regno Unito tutto sommato “facile”. Benissimo se si considera sono sono comunque sono stati un primo passo nelle tanto attese negoziazioni da quando Trump ha avviato una pausa di 90 giorni sui dazi commerciali. Trump ha mantenuto il dazio di base del 10% sul Regno Unito, lo stesso applicato nel suo piano di espansione del 2 aprile, un segnale di avvertimento per i paesi che speravano di scendere al di sotto di tale soglia.

Ma ora il vero osso duro è quello del tavolo di trattative tra Usa e Cina. L’amministrazione Trump sta valutando una drastica riduzione dei dazi durante i colloqui con la Cina del fine settimana per allentare la tensione e mitigare le difficoltà economiche che entrambi stanno già iniziando ad avvertire. Fonti Bloomberg vicine ai preparativi per i colloqui, che inizieranno a Ginevra domani sotto la guida del Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e del Vice Premier cinese He Lifeng, dicono che gli Stati Uniti hanno fissato l’obiettivo di ridurre i dazi al di sotto del 60% come primo passo, obiettivo che ritengono la Cina pronta ad eguagliare. I progressi nei due giorni di colloqui programmati potrebbero portare all’attuazione di tali tagli già la prossima settimana, hanno aggiunto.

Parlando ieri a margine della presentazione dell’accordo sugli scambi commerciali firmato con la Gran Bretagna, il presidente Donald Trump ha detto che il negoziato con Pechino porterà a risultati tangibili: in caso di un buon avvio, Washington potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di abbassare in modo “sostanziale” i dazi punitivi annunciati tra marzo e aprile.

È probabile che i colloqui siano solo esplorativi e più orientati a esprimere le proprie lamentele piuttosto che a elaborare soluzioni alla lunga lista di problemi che ciascuna parte ha con l’altra. In cima alla lista dei desideri degli Stati Uniti c’è anche la rimozione delle restrizioni cinesi all’esportazione di terre rare utilizzate per produrre magneti, poiché una serie di settori industriali si trovano ad affrontare difficoltà, hanno affermato le fonti. Sono stati compiuti progressi anche sulla questione del fentanil. Le fonti dicono che potrebbero presto svolgersi colloqui separati per ridurre le esportazioni cinesi degli ingredienti utilizzati per produrre l’oppiaceo, che hanno portato a un’impennata dei decessi per overdose negli ultimi anni.

Il problema più grande che l’amministrazione Trump si trova ad affrontare è l’aumento vertiginoso dei dazi tra le due maggiori economie mondiali, con i dazi statunitensi su molte importazioni cinesi al 145%. Anche una de-escalation drastica difficilmente allevierà le sofferenze dei consumatori americani, in un clima di avvertimenti su prezzi più alti e scaffali vuoti quest’estate.

I dazi “reciproci” del 34% sui prodotti provenienti dalla Cina, annunciati il ​​2 aprile, si aggiungono ai dazi del 20% sul fentanyl imposti da Trump nelle prime settimane del suo secondo mandato. Si aggiungono anche ai dazi del 25% su altri prodotti cinesi risalenti al suo primo mandato, il che significa che anche se gli Stati Uniti tornassero alla situazione di inizio aprile, alcuni prodotti cinesi in arrivo negli Stati Uniti sarebbero soggetti a dazi del 79% o superiori.

La scorsa settimana Trump ha dichiarato di avere “potenziali” accordi commerciali con India, Corea del Sud e Giappone .

Wall Street positiva. L’indice della paura si riporta al livello del 2 aprile

Ieri le azioni globali hanno chiuso in leggero rialzo, con Wall Street che si è mossa meglio delle altre, mentre il dollaro e i rendimenti dei titoli del Tesoro hanno anch’essi guadagnato terreno dopo che Stati Uniti e Regno Unito hanno delineato un accordo commerciale, alimentando le speranze di compromessi con altri paesi. L’indice della paura è tornato sui livelli del 2 aprile, il “Giorno della Liberazione” in cui Trump ha annunciato i dazi. Anche le criptovalute si sono rafforzate, con il bitcoin salito di nuvo oltre quota 100.000 dllari.

Gli indici di Wall Street sono scesi dai massimi della sessione nell’ultima ora di contrattazioni, ma hanno comunque chiuso la giornata in guadagno. Il Dow Jones Industrial Average è salito di 254,48 punti, ovvero dello 0,62%, a 41.368,45, l’S&P 500 è salito di 32,66 punti, ovvero dello 0,58%, a 5.663,94 e il Nasdaq Composite è aumentato di 189,98 punti, ovvero dell’1,07%, attestandosi a 17.928,14.
L’indice di volatilità del CBOE (.VIX), noto anche come indicatore della paura di Wall Street, ha registrato il livello di chiusura più basso dal 2 aprile. L’Indicatore MSCI delle azioni a livello globale è salito di 0,83 punti, ovvero dello 0,10%, a 844,86.

Nvidia prevede di lanciare sul mercato cinese una versione declassata del suo chip di intelligenza artificiale H20 nei prossimi due mesi, in seguito alle restrizioni all’esportazione imposte dagli Stati Uniti sul modello originale, hanno detto alla Reuters tre fonti a conoscenza della questione. Secondo quanto affermato da due fonti, il produttore di chip statunitense ha comunicato ai principali clienti cinesi, tra cui i principali fornitori di cloud computing, che intende lanciare il chip H20 modificato a luglio.

I rendimenti dei titoli di Stato sono saliti perchè gli investitori presumono che gli accordi commerciali potrebbero evitare al presidente della Fed di abbassare i tassi. Il rendimento delle obbligazioni statunitensi di riferimento a 10 anni è salito di 11,3 punti base al 4,388%, dal 4,275% di mercoledì sera. Il rendimento delle obbligazioni trentennali è salito di 8,1 punti base al 4,853%. Il rendimento delle obbligazioni a 2 anni, che solitamente si muove in linea con le aspettative sulla politica dei tassi di interesse della Fed, è salito di 9,8 punti base al 3,891%, dal 3,793% registrato mercoledì sera.

Sul fronte valutario, il dollaro statunitense ha guadagnato terreno rispetto alle principali valute, con la tensione del mercato placata dall’accordo tra Stati Uniti e Regno Unito. La sterlina, invece, ha invertito i precedenti guadagni, seguiti a un taglio dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra. L’indice del dollaro statunitense, che misura la valuta rispetto alle sei principali valute, è salito dello 0,1%, raggiungendo il picco mensile di 100,77. L’euro è sceso al minimo di un mese a 1,12105 dollari, mentre la sterlina è scivolata al minimo di tre settimane a 1,32205 dollari. Lo yen ha registrato un leggero rialzo, attestandosi a 145,77 per dollaro, ma ciò è avvenuto dopo un crollo dell’1,5% giovedì, quando ha toccato il minimo di un mese a 146,175.

Asia, bene Tokyo, ma la Cina guarda con cautela ai colloqui con Washington domani

Alla vigilia dell’avvio dei colloqui in Svizzera tra gli Stati Uniti e la Cina, in Asia Pacifico resta alta la propensione al rischio e una buona parte delle borse salgono. Le azioni giapponesi sono balzate, sostenute dall’aumento del dollaro nei confronti dello yen, dopo l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Il Bitcoin ha raggiunto il massimo da gennaio e il greggio statunitense ha ripreso quota dopo un’impennata di oltre il 3% giovedì.

L’indice di riferimento MSCI Asia Pacific guadagna lo 0,3%, la quarta seduta consecutiva di rialzo. Sono poco sotto la parità, dopo un avvio in rialzo, le borse di Hong Kong e di Shanghai. L’indice Hang Seng si avvia a chiudere la settimana con un rialzo del 3%, lo Shanghai Composite di quasi il 2%. Sale l’azionario di Taiwan, nella scia del Nasdaq: indice Taiex +1,6%.

In aprile le esportazioni cinesi sono sono aumentate, nonostante le spedizioni verso gli Stati Uniti siano scese bruscamente. Nel primo mese di entrata in vigore dei dazi di Trump, il totale dell’export è aumentato dell’8,1%, il consensus era +2%. Le importazioni sono diminuite dello 0,2%, lasciando un surplus commerciale di 96 miliardi di dollari, secondo i dati dell’amministrazione doganale di venerdì. Gli economisti si aspettavano 94 miliardi. Verso gli Stati Uniti, le spedizioni sono diminuite del 21%, quelle verso le 10 nazioni dell’ASEAN sono aumentate del 21% e verso l’Unione Europea dell’8%. Bloomberg riporta che gli effetti dei dazi, probabilmente diventeranno più pronunciati a partire da questo mese, la maggior parte degli analisti prevede che l’interscambio tra la prima e la seconda economia del pianeta possa avvicinarsi a zero, da un picco di 690 miliardi l’anno scorso.

In Giappone, l’indice Nikkei di Tokyo guadagna l’1,3%, mentre si indebolisce lo yen su dollaro, a 145,7, da 143,4 di ieri. L’aumento dei salari giapponesi si è raffreddato più del previsto a marzo, mentre i primi dati sul commercio di aprile hanno mostrato un rallentamento della crescita delle esportazioni: indicazioni di questo genere dovrebbero rallentare la corsa al rialzo dei tassi da parte della Banca del Giappone.

In India, la borsa di Mumbai peggiora con l’indice BSE Sensex a -1%. Si indebolisce per il quarto giorno consecutivo la valuta indiana: il cross su dollaro è a 85,8. La Reserve Bank of India potrebbe intervenire per provare a stabilizzare il cambio intorno a 86,50, ha detto a Bloomberg, Michael Wan, senior currency analyst di MUFG. L’esercito pakistano ha detto che l’India ha lanciato stanotte un attacco missilistico con droni in Pakistan, ci sono due vittime civili. L’India ha riconosciuto di aver preso di mira il sistema di difesa aerea del Pakistan e Islamabad ha dichiarato di aver abbattuto diversi droni. New Delhi ha detto di aver “neutralizzato” i tentativi del Pakistan di colpire obiettivi militari.

Il greggio Nymex ha guadagnato lo 0,2% a 60,02 dollari al barile stamattina, rafforzando l’aumento del 3,2% del giorno precedente. Il greggio Brent ha guadagnato lo 0,3% a 63 dollari al barile, dopo il rialzo del 2,8% di giovedì. L’oro, considerato un bene rifugio, ha continuato a scendere, indebolendosi dello 0,5% a circa 3.288 l’oncia, dopo essere sceso del 3,6% nelle ultime due sessioni.

Anche il Bitcoin è stato sostenuto dal miglioramento del sentiment del mercato, salendo al massimo dal 31 gennaio a 103.090,17 dollari e colmando la distanza con il massimo storico del 20 gennaio a 109.071,86 dollari.

Borse europee viste aprire positive. A Piazza Affari occhi a Enel e Mps

Le borse europee sono viste aprire in leggero rialzo sulla base del future Europeo a +0,2%. Nella babilonia della guerra commerciale, sottolinea Intermonte, Piazza Affari (+15% Ytd) si mette in luce come una delle borse migliori del mondo e lo Spread (104) scende sui minimi dal 2021.

Banca Monte Paschi ha registrato un utile netto di 413 milioni di euro nel 1° trimestre, in crescita del 24,2% rispetto all’anno precedente, superando le attese degli analisti. Il Cet1 ratio fully loaded post Basilea 4 ha raggiunto un record del 19,6%, con un buffer di capitale di circa 890 punti base sopra il requisito di coefficiente tier1. “Mps prosegue in linea con la tempistica prevista nell’esecuzione del percorso verso l’Ops su Mediobanca, il cui razionale industriale è potenzialmente anche coerente con l’operazione annunciata su Banca Generali”, si legge in un comunicato.

Banca Mediolanum. Il Ceo Massimo Doris non vede al momento la possibilità di un’aggregazione con un altro istituto.

Campari ha registrato un calo del fatturato e dell’utile operativo rettificato nel primo trimestre, ben al di sotto delle aspettative degli analisti, ma ha confermato le prospettive per l’anno in corso e per il medio termine. Bnp Paribas e Bernstein alzano il target price.

Enel ha confermato la guidance per l’intero anno dopo avere registrato risultati migliori del previsto nel primo trimestre delle sue unità in Spagna e America Latina. Il Cfo Stefano De Angelis, in una call dopo i risultati, ha detto di sperare che il buyback azionario venga approvato il 22 maggio. Goldman Sachs alza il target price.

Leonardo. L’AD Roberto Cingolani ha detto che la società ha individuato un partner industriale per l’unità aerostrutture, e che ha presentato un’offerta non vincolante assieme a Rheinmetall per la divisione difesa di Iveco. Ha confermato la guidance per il 2025 dopo aver chiuso il primo trimestre con un risultato netto ordinario pari a 115 milioni di euro, in crescita del 23,7% rispetto allo stesso periodo del 2024 su ricavi pari a 4,2 miliardi, in aumento del 13,5% rispetto al dato del periodo comparativo.

Mediobanca chiude i primi 9 mesi dell’esercizio 2024-2025 con un utile pari a 993 milioni di euro dopo ricavi per 2.767,9 milioni (+5,3% a/a). Rapporto tra costi e ricavi in calo al 42,5% e un costo del rischio sceso a 47 bp (-3 bp). Il ROTE si attesta al 14% (+60 bp) e il RORWA al 2,9% (+20 bp). Nel solo terzo trimestre l’istituto di Piazzetta Cuccia ha registrato un utile netto di 333,5 milioni (+1,2% t/t, -0,4% a/a) e ricavi di 920 milioni. “L’aggregazione tra B.Generali e Mediobanca, che abbiamo annunciato lo scorso 28 Aprile e che porteremo per approvazione da parte degli azionisti nell’assemblea del 16 Giugno, completa il percorso di trasformazione del gruppo Mediobanca in player diversificato, focalizzato su business ad elevata crescita e basso assorbimento di capitale, eccellente per creazione di valore per gli stakeholder”. Lo afferma nel comunicato l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel.

Recordati. All’indomani della presentazione dei dati del trimestre, Barclays alza il target price.

Tim. JP Morgan alza il target price.

Categories: Finanza e Mercati