L’accordo commerciale tra Usa e Cina, stipulato ieri, è molto più che un accordo. Non è solo una questione di numeri, con riduzioni percentuali reciproche consistenti: gli investitri ne fanno una questione di mood diventato attraverso quell’accordo più cnciliante, mettendo da parte quel tono muscolare innescato a partire da quel famoso Giorno della Liberazione del 2 aprile, seguito dalla pausa annunciata il 9 aprile. Ora, pur con la cautela di chi si è molto scottato, si guarda con più ottimismo al futuro che ha una data precisa: quella di luglio, quando terminerà la pausa sui dazi e nel frattempo si andranno a cercare le ferite lasciate nell’economia da Trump. Ora comunque il dictat ricorrente nelle sale operative: se vedi un minimo è il momento di comprarlo, privilegiando gli asset più rischiosi e allontanandosi dalle scommesse più difensive. Ieri Wall Street ha chiuso molto effervescente, riportando i valori ai livelli di inizio marzo. L’hanno seguita le borse asiatiche e le borse europee sono viste aprire sulla parità. Il dollaro ha recuperato terreno contro le principali valute, ma la moneta unica continua a rimanere su livelli solidi.
Wall Street effervescente si riporta sui valori di inizio marzo
Lunedì Stati Uniti e Cina hanno annunciato che avrebbero ridotto drasticamente i dazi doganali reciproci per 90 giorni. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che ridurranno i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre la Cina ha annunciato che ridurrà i dazi sulle importazioni statunitensi dal 125% al 10%.
Le azioni statunitensi avevano subìto forti perdite e una volatilità insolitamente elevata dopo che il 2 aprile Trump ha annunciato l’imposizione di dazi su diversi partner commerciali degli Stati Uniti. Da allora, l’annuncio del 9 aprile di una pausa di 90 giorni per i paesi ad eccezione della Cina, i solidi resoconti sugli utili e l’accordo commerciale limitato tra Stati Uniti e Regno Unito della scorsa settimana hanno aiutato sia l’S&P 500 sia il Nasdaq a recuperare il terreno perduto.
Ma ieri si è vista una vera impennata. L’S&P 500, il Nasdaq e il Dow hanno tutti registrato i maggiori guadagni percentuali giornalieri dal 9 aprile, ma in particolare l’S&P ha superato la sua media mobile a 200 giorni per la prima volta da fine marzo e ha segnato il livello più alto dall’inizio di marzo.
Il Dow Jones Industrial Average è aumentato di 1.160,72 punti, ovvero del 2,81%, attestandosi a 42.410,10, la chiusura più alta dal 26 marzo. L’indice S&P 500 ha guadagnato 184,28 punti, ovvero il 3,26%, chiudendo a 5.844,19, la sua chiusura più alta dal 3 marzo, mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato 779,43 punti, ovvero il 4,35%, attestandosi a 18.708,34, il suo massimo storico dal 28 febbraio. Apple ha registrato un rialzo del 6,3% dopo la notizia che stava valutando l’idea di aumentare i prezzi della sua gamma autunnale di iPhone. Il Nasdaq ha totalizzato un rialzo di oltre il 22% rispetto al minimo della sessione di vendita dei dazi di aprile, ma resta ancora quasi l’8% al di sotto della chiusura record del 16 dicembre.
L'”indicatore della paura” di Wall Street, il CBOE Volatility Index, che aveva raggiunto un picco di 60 ad aprile a causa dei timori sui dazi, ieri è sceso sotto quota 20 per la prima volta da fine marzo, mentre l’oro, considerato bene rifugio, è sceso di circa il 2,6%.
La stagione degli utili sta volgendo al termine, con oltre il 90% delle aziende dell’indice S&P 500 che hanno già pubblicato i risultati. I dati del gigante della vendita al dettaglio Walmart sono previsti per la fine di questa settimana. Ora si rasferisce l’attenzione alle decisioni della Fed, di cui diversi funzionari, tra cui il presidente Jerome Powell, rilasceranno dichiarazioni pubbliche nel corso della settimana. Secondo i dati raccolti da LSEG, gli operatori si aspettano che la Fed effettui due tagli dei tassi di 25 punti base entro la fine del 2025; il primo taglio è previsto per settembre.
Asia per lo più positiva, la Cina rimuove il veto sui Boeing
La maggior parte dei mercati azionari asiatici si è mossa al rialzo seguend il rally dei titoli azionari statunitensi, sull’ottimismo che la tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina segni la fine di una guerra tariffaria gloobale. Un primo segnale concreto di disgelo vine dalla Cina che ha rimosso il divieto che impediva alle compagnie aeree di ricevere aerei Boeing, secondo quanto riportato da Bloomberg
Le azioni giapponesi hanno guidato i guadagni nella regione, con l’indice Nikkei che guadagna l’1,7% e si avvantaggia della caduta del 2% dello yen nella seduta di ieri: il cross è passato da 145,8 di ieri a 147,9. La Banca del Giappone ha segnalato l’intenzione di procedere con ulteriori rialzi dei tassi, pur citando la necessità di essere cauti rispetto ai rapporti commerciali con gli Stati Uniti, si legge nei verbali della riunione del board di politica monetaria del 30 aprile-1° maggio. Da monitorare è il settore farmaceutico. Mentre un post sui social media di Trump di domenica sui prezzi elevati dei farmaci negli Stati Uniti ha causato una massiccia svendita di azioni farmaceutiche giapponesi lunedì, l’ordine esecutivo ha mostrato di essere rivolto più che altro sui farmaci più economici all’estero, provocando un rimbalzo dei titoli sanitari sul Nikkei.
In Cina, l’indice Hang Seng di Hong Kong è in calo dell’1,5%, primo ribasso dopo otto sedute consecutive di rialzo e dopo che ieri aveva visto un guadagno 4,4%. CSI 300 dei listini di Shanghai Shenzhen sulla parità. Indice Taiex di Taipei +1,1%. Per gli strategist di Nomura, l’azionario di Shanghai e di Hong Kong è da ieri un “sovrappeso tattico”, in quanto la tregua sui commerci con gli Stati Uniti porta molti vantaggi: ”Questi sviluppi dovrebbero ridurre il premio per il rischio geopolitico associato ai titoli cinesi” si legge nella nota. Lo strategist Chetan Seth ha alzato il giudizio dal precedente Neutral. Le valutazioni rimangono interessanti e c’è spazio per il ritorno di alcuni investitori globali.
Scende debolmente l’azionario dell’India: indice BSE Sensex di Mumbai -0,5%, dal +5,5% di ieri. Il cessate il fuoco tra India e Pakistan firmato nel fine settimana ha scatenato gli acquisti anche alla borsa di Karachi, l’indice KSE ha chiuso in rialzo di circa il 10%, la rupia pakistana si è apprezzata.
Borse europee viste aprire sulla parità, a Piazza Affari occhio a Stellantis e A2A
Le borse europee sono viste aprire intorno alla parità sulla base del future EuroStoxx 50 a +0,1%. Alle 11 esce l’indice ZEW sulle aspettative economiche della Germania. L’euro è in lieve aumento sul dollaro ed in ribasso su yen. L’Eurogruppo insiste con l’Italia per la ratifica del Mes.
Stellantis. E’ stato presentato al Congresso Usa il disegno di legge repubblicano sul riordino fiscale che prevede di abrogare il credito d’imposta per i veicoli elettrici da 7.500 dollari e introduce la deducibilità degli interessi per le auto assemblate negli Stati Uniti.
A2A presenta oggi i dati del trimestre. Gli analisti si aspettano un EBITDA ordinario introrno a 650 milioni di euro, in calo di circa il 7% anno su anno. Utile netto ordinario di 235 milioni di euro (in calo del 20%). Indebitamento netto previsto in leggero calo a 5,73 miliardi di euro, da 5,84 miliardi di euro a fine anno. La guidance dovrebbe essere confermata
Terna ha firmato un memorandum of understanding con la controparte greca Ipto del valore di circa 1,9 miliardi di euro per realizzare un nuovo elettrodotto tra Italia e Grecia.
Unicredit. Tutti i broker alzano il target post-trimestrale, in particolare Hsbc lo porta da 54 a 65,5 euro, BUY, Morgan Stanley a 58 euro. Il governo conferma le condizioni imposte all’offerta di UniCredit per Banco Bpm, secondo fonti vicine al dossier, mentre si prepara a intavolare discussioni con la banca guidata da Andrea Orcel. L’AD ha detto che cercherà di ottenere chiarimenti in merito alla decisione del governo sull’offerta per Banco Bpm per elementi risultati “non chiari e non voluti”.
Eni ha prezzato una nuova emissione obbligazionaria a tasso fisso in dollari con durata di 10 anni. Il prestito obbligazionario – destinato agli investitori istituzionali – è stato collocato per un miliardo di dollari, a fronte di una domanda di circa 5,7 miliardi. Il bond è stato collocato ad un prezzo di re-offer del 99,184% e pagherà una cedola annua del 5,75%. Eni ha precisato che l’emissione del bond è volta a mantenere una struttura finanziaria equilibrata; i proventi verranno utilizzati per i fabbisogni generali del colosso petrolifero. Romano Minozzi, fondatore e presidente del gruppo Iris Ceramica, ha una partecipazione del 3,095% al 5 maggio, secondo le partecipazioni rilevanti della Consob. Il gruppo energetico ha consegnato nel 2024 gas dalla Russia alla Turchia, come risulta dai documenti pubblicati ieri sul proprio sito web, confermando che Eni continua a trattare il gas russo nonostante la sospensione delle forniture in Europa.
Popolare Sondrio. La Banca Centrale Europea ha evidenziato gravi criticità nella governance della Banca, emerse durante un’ispezione semestrale sul rischio di credito.
Francoforte ha chiesto all’istituto di adottare misure correttive, tra cui il rafforzamento del management e il possibile coinvolgimento di un consulente esterno, per evitare eccessiva concentrazione di poteri, prosegue il quotidiano. Nel mirino anche la composizione dell’attuale vertice. L’intervento della BCE arriva poco dopo il cambio alla presidenza di BPS, con Pierluigi Molla subentrato a Francesco Venosta. Le richieste della Vigilanza potrebbero riflettersi sui conti del primo trimestre 2025: è stata infatti richiesta la riclassificazione di 219 milioni di crediti da “in bonis” a “inadempienze probabili”. Ciò porterebbe il tasso di deteriorati lordi dal 2,9% al 3,3%. La banca ha precisato che l’impatto economico delle correzioni è già in gran parte contabilizzato e che le misure richieste sono in fase di attuazione. L’ispezione ha riguardato prestiti per 15,5 miliardi e 27 posizioni da riclassificare.
FinecoBank. JP Morgan alza il targe price a 20 euro.