E’ venerdì, la settimana che si chiude ha visto quasi ovunque rally sostenuti, si sono chiusi alcuni accordi commerciali importanti, persino Trump e Powell sembrano aver sotterrato l’ascia di guerra e soprattutto ci si deve preparare a una settimana clou: è la giornata giusta per gli investitori per aggiustare le posizioni e prendere un po’ di profitto. I listini azionari asiatici sono per lo più in calo dopo i guadagni della settimana e le borse europee sono viste aprire poco mosse. A Milano occhi a Eni, Leonardo
In vista c’è una delle settimane più critiche dell’anno
In vista c’è la scadenza del 1° agosto fissata da Trump per gli accordi commerciali, la riunione di politica monetaria della Federal Reserve, il dato chiave mensile sul mercato del lavoro Usa e conti trimestrali di aziende come Amazon, Apple, Meta e Microsoft. E questo solo negli Usa: in Giappone la banca centrale pubblicherà il suo rapporto di politica economica giovedì e il Partito Liberal Democratico del Primo Ministro Ishiba terrà una riunione lo stesso giorno. Mentre sarà imporante vedere gli sviluppi degli accordi commercali tra Usa ed Europa.
Nella settimana che si chiude oggi la raffica di dati trimestrali ha finora svelato che le aziende focalizzate sull’intelligenza artificiale stanno facendo incetta di profitti, quelle che si rivolgono ai consumatori, un po’ meno e non è ancora ben chiaro l’impatto dei dazi sull’economia Usa. L’attività economica statunitense ha ripreso slancio a luglio, ma le aziende hanno aumentato i prezzi di beni e servizi, alimentando le previsioni degli economisti di un’inflazione più rapida nei mesi a venire, in gran parte dovuta all’aumento dei dazi sulle importazioni. Ieri i dati sull’occupazione sono risultati positivi. Sarà dunque imporate per gli investitori ascoltare Powell dopo il meeting della prossima settimana per capire la traiettoria sui tassi. Lo strumento FedWatch del CME prevede che la Fed manterrà invariati i tassi nella riunione della prossima settimana, mentre vede una probabilità del 60% di un taglio dei tassi a settembre.
Per la prima volta in quasi vent’anni ieri il presidente Usa si è recato nella sede della Fed che è ristrutturazione e proprio i costi del progetto sono stati nelle scorse settimane un tema di accesa discussione tra Trump e Powell. Ieri però Trump ha minimizzato il suo scontro con il presidente Fed sui costi eccedenti, chiarendo di considerare la questione dei tassi di interesse più bassi una preoccupazione più urgente. Trump ha addirittura sostenuto che non c’era “alcuna tensione” con il capo della Fed e ha indicato che i problemi con il progetto probabilmente non erano una ragione sufficiente per licenziare il capo della banca centrale.
Wall Street chiude contrastata. Brilla Alphabet, crolla Tesla
Ieri a Wall Street l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso a nuovi livelli record, grazie ai solidi risultati di Alphabet, la società madre di Google, che hanno alimentato l’ottimismo anche su altri titoli azionari di peso nel settore dell’intelligenza artificiale, mentre Tesla è crollata dopo che i risultati del produttore di veicoli elettrici hanno deluso gli investitori. Alphabet è salita dell’1% poiché i risultati del gigante della ricerca hanno rafforzato la fiducia nel fatto che gli ingenti investimenti nella corsa al dominio della tecnologia dell’intelligenza artificiale stanno dando i loro frutti. Anche le azioni Microsoft, Nvidia e Amazon sono salite dell’1% o più.
Su altri comparti invece si sono viste perdite consistenti. A iniziare da Tesla, che ha perso l’8,2% dopo che il Ceo Elon Musk ha annunciato “alcuni trimestri difficili” a causa del taglio del sostegno del governo statunitense ai produttori di veicoli elettrici. Il titolo è sceso di circa il 25% dall’inizio del 2025. UnitedHealth è scesa del 4,8% dopo che la compagnia assicurativa ha rivelato di star collaborando con un’indagine del Dipartimento di Giustizia sulle sue pratiche Medicare, in seguito alle segnalazioni di indagini penali e civili. Ibm ha perso quasi l’8% dopo che i risultati del secondo trimestre non sono stati accolti positivamente dagli investitori, a causa delle deludenti vendite della sua divisione software principale. Honeywell è scesa del 6,2% nonostante abbia superato le aspettative di Wall Street e aumentato le sue prospettive annuali. American Airlines è crollato di quasi il 10% dopo che la compagnia aerea ha previsto una grossa perdita nel terzo trimestre, penalizzata dalla debole domanda di viaggi nazionali.
Da segnale il fenomeno della piccola Healthcare Triangle. Le sue azioni si sono distinte come il nome più scambiato ieri in borsa. La poco nota azienda di tecnologia informatica sanitaria ha visto il prezzo delle sue azioni più che raddoppiare, raggiungendo poco più di cinque centesimi, con oltre 3 miliardi di azioni scambiate. Ciò equivale a circa il 15% del totale delle azioni scambiate sulle borse statunitensi durante la giornata, secondo i dati raccolti da Bloomberg. Dopo un‘impennata del 138% in apertura, le azioni di Healthcare Triangle hanno chiuso in rialzo del 115%, senza alcuna apparente novità che abbia innescato questa mossa eclatante. Il valore totale delle azioni scambiate ieri è ammontato a circa 150 milioni di dollari, quasi sette volte la capitalizzazione di mercato della società.
Il risultato finale di Wall Street ha visto l’S&P 500 chiudere con un guadagno lo 0,07% a 6.363,35 punti. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,18% a 21.057,96 punti, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,70% a 44.693,91 punti. Stamane i future sulla borsa americana anticipano un avvio leggermente positivo.
Asia in calo. Giappone e Hong Kong guidano i guadagni della settimana
La maggior parte delle borse asiatiche registra un calo nell’ultima seduta di una settimana di ampi guadagni, giustificati dal crescente ottimismo sui dazi commerciali statunitensi e sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Giappone e Hong Kong guidano i guadagni della settimana. Le azioni giapponesi hanno registrato di gran lunga la miglior performance di questa settimana, salite quasi ai massimi storici dopo l’annuncio di un accordo commerciale tra Tokyo e Washington. Tuttavia, i dati contrastanti sull’inflazione hanno attenuato l’ottimismo nella seduta di oggi. Il Nikkei 225 oggi perde lo 0,7%, ma ha registrato in settimana un rialzo di oltre il 4%. I dati sull‘inflazione di Tokyo per luglio hanno mostrato un calo dei prezzi leggermente superiore alle aspettative. Tuttavia, l’inflazione “core”, al netto delle componenti più volatili, è rimasta al di sopra dell’obiettivo annuo del +2% fissato dalla Banca del Giappone: resta alta l’incertezza circa un aumento dei tassi la prossima settimana.
L’indice Hang Seng di Hong Kong cede lo 0,7%, ma è salito del +3,3% questa settimana. La borsa è stata sostenuta principalmente dal rally dei titoli tecnologici, poiché gli investitori hanno accolto con favore le aperture nei confronti dell’export di chip per AI verso la Cina di Nvidia.
L’indice CSI 300 di Shanghai Shenzhen perde lo 0,5%, ma questa settimana ha registrato un rialzo di quasi 2 punti. E’ la quarta seduta positiva di seguito. L’attenzione è rivolta alla riunione del Politburo cinese, un incontro tra i principali leader politici, che si dovrebbe tenere a fine luglio.
Il Kospi sudcoreano registra un rialzo dello 0,3% a seguito di alcune trimestrali positive. Tuttavia, questa settimana l’indice è salito solo dello 0,3% perchè la sua corsa era iniziata ben prima delle altre borse, portando il suo valore sui massimi dal 2021. L’ASX 200 australiano è sceso dello 0,5% e ha registrato un calo di quasi l’1% questa settimana, a causa delle ingenti prese di profitto dai recenti massimi storici. L’ASX è stato inoltre penalizzato da segnali piuttosto contrastanti da parte della Reserve Bank of Australia sulla data del prossimo taglio dei tassi di interesse. L’indice Straits Times di Singapore è sceso dello 0,4% dopo aver raggiunto una serie di massimi storici. L’indice è salito anche dell’1,4% questa settimana, la quinta settimana consecutiva di guadagni.
Borse europee viste aprire poco mosse. A Milano occhi a Eni, Leonardo
I future delle borse europee sono poco mossi: l’ndice EuroStoxx 50 è a -0,2%.
Volkswagen ha riportato un utile operativo pari a 3,8 miliardi di euro, – 29% su base annua. Alla base del calo, i dazi e i costi di ristrutturazione. La società ha anche abbassato la guidance. Ora prevede una redditività operativa tra il 4% e il 5% delle vendite, contro il 5,5%-6,5% atteso in precedenza. Le vendite annuali sono viste in linea allo scorso anno, rispetto alla precedente stima di crescita del 5%.
Eni – Il Cda ha detto sì alla prima tranche del dividendo 2025, pari a 0,26 euro per azione, su un totale annuo di 1,05 euro. Nel secondo trimestre, l’utile operativo rettificato ha visto un calo del 35% a 2,681 miliardi. L’utile netto rettificato per gli azionisti è sceso del 25%. Eni ha alzato la guidance 2025. Per l’intero anno, prevede un incremento del flusso di cassa operativo rettificato a circa 11,5 miliardi, +0,5 miliardi rispetto alle stime iniziali.
Italgas – Mediobanca ha alzato il target price a 7,60 euro dai 7,20 euro.
Leonardo – Govsat ha concluso un contratto con Thales Alenia Space, joint venture tra Thales e Leonardo. Prevista la fornitura di un nuovo satellite in orbita geostazionaria per le telecomunicazioni di difesa.
Moncler – Berenberg ha abbassato il target price da 58 a 55 euro.
Stm – Giovedì il titolo ha perso il 17% dopo la pubblicazione della trimestrale. Berenberg ha alzato il target price a 28 euro, dai 25 euro precedenti.
Telecom Italia – L’antitrust europeo ha avviato un’indagine per capire se, durante l’esame dell’acquisto da parte di Kkr della rete di accesso di Telecom Italia, il fondo Usa abbia rilasciato informazioni fuorvianti alla Commissione.
Webuild – La controllata Usa Lane ha siglato un contratto da 238 milioni di euro per l’ammodernamento di uno dei principali corridoi per la viabilità del Nord della Florida.
UniCredit: ok al buyback a valere sull’esercizio 2024 per un ammontare residuo pari a oltre 3,574 miliardi di euro. L’operazione verra’ eseguito in due tranche nel corso del 2025. La prima, con un ammontare massimo pari a 1,8 miliardi, partirà oggi e si prevede che possa concludersi ‘indicativamente entro ottobre.
Bper. Nell’ambito dell’Ops lanciata sulla Popolare di Sondrio, Bper ha superato la soglia chiave del 66,67% del capitale dell’istituto valtellinese, in base alle adesioni fin qui ricevute. E’ stata superata quindi la soglia dei 2/3 del capitale che le permetterà il controllo dell’assemblea straordinaria e la conseguente fusione. Oggi è l’ultimo giorno di adesione
Campari – Barclays ha abbassato il target price a 6,40 euro, dai 7,50 euro precedenti.
Juventus – Ha raggiunto un accordo con il Porto per l’acquisizione a titolo definitivo del calciatore Joao Mario Neto Lopes, a fronte di un corrispettivo di 11,4 milioni di euro oltre a oneri accessori pari a 1,2 milioni. Il club ha sottoscritto con il calciatore un contratto di prestazione sportiva fino al 30 giugno 2030.