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Borse oggi: da Alphabet a Tesla attesa per i conti dei giganti high tech. In Giappone mezza sconfitta del partito di maggioranza

FIRSTonline

La settimana che si apre oggi potrebbe portare materiale nuovo importante per dare agli investitori una direzione: da una parte l’arrivo dei dati trimestrali delle società Usa a grande capitalizzazioni, da Alphabet e Tesla fino a Lockheed Martin e General Dynamics dovrebbe anche confermare i benefici derivanti dall’aumento della spesa globale per la difesa. Dall’altra ci sarà un incontro degli inviati dell’Unione Europea per formulare un piano di contromisure in caso di mancato accordo con Trump sui dazi, mentre il meeting della Bce giovedì da cui sono attesi tassi fermi potrebbe dare indicazioni sullo stato dell’economia Ue. Ieri le tanto attese elezioni in Giappone, che, come nelle attese, non hanno confermato la maggioranza di governo, non hanno prodotto il temuto crollo, tanto più che oggi i mercati giapponesi sono chiusi per la festività della Marina. Lo yen si rafforza

In settimana il punto dell’Unione europea sui dazi

Gli inviati dell’Unione Europea si incontreranno già questa settimana per formulare un piano di misure volte a rispondere a uno scenario di mancato accordo con Trump, la cui posizione nei negoziati sui dazi doganali sembra essersi irrigidita in vista della scadenza del 1° agosto. La maggioranza preferisce proseguire i negoziati con Washington, il Segretario al Commercio statunitense Howard Lutnick si è detto fiducioso sulla possibilità di raggiungere un accordo, a Face the Nation, programma della Cbs aggiungendo di aver parlato con i negoziatori commerciali europei anche domenica mattina. Tuttavia l’Ue sta preparando un elenco di prodotti statunitensi da sottoporre a imposte di ritorsione.

Ora gli Stati Uniti sembrano voler imporre tariffe quasi universali sui prodotti dell’UE superiori al 10%, con sempre meno esenzioni limitate all’aviazione, ad alcuni dispositivi medici e medicinali generici, a diversi alcolici e a una serie specifica di attrezzature di produzione di cui gli Stati Uniti hanno bisogno, secono Bloomberg. Il presidente degli Stati Uniti ha scritto all’UE all’inizio del mese, avvertendo che l’Unione europea avrebbe dovuto affrontare dazi del 30% sulla maggior parte delle sue esportazioni a partire dal 1° agosto. Oltre a un’imposta universale, Trump ha colpito automobili e componenti auto con un’imposta del 25%, e acciaio e alluminio con il doppio. Ha anche minacciato di colpire prodotti farmaceutici e semiconduttori con nuovi dazi già dal mese prossimo, e ha recentemente annunciato un’imposta del 50% sul rame. In totale, l’Ue stima che i dazi statunitensi coprano già 380 miliardi di euro (442 miliardi di dollari), ovvero circa il 70% delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.

L’Ue sta anche cercando di usare la Cina come leva: giovedì la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Antonio Costa hanno incontrato il presidente Xi Jinping. Nel frattempo, alcune indiscrezioni suggeriscono che Trump potrebbe incontrare Xi tra ottobre e novembre, dato che gli Stati Uniti hanno già autorizzato l’esportazione di chip in Cina, apparentemente in cambio della ripresa delle spedizioni di terre rare. Trump ha anche affermato di essere prossimo all’annuncio di un paio di “importanti” accordi commerciali.

Giappone al voto: il partito di maggioranza perde, ma Ishiba resta in gioco

Gli investitori valutavano l’entità della sconfitta subita dalla coalizione di governo giapponese nelle elezioni della Camera Alta del fine settimana: è la prima volta dal 1955, l’anno di fondazione dei Liberal-democratici (Ldp), che un leader del celebre partito giapponese governerà il Paese senza la maggioranza in almeno uno degli organi legislativi. I mercati giapponesi oggi sono chiusi per la festività del Marine Day, quindi la liquidità è scarsa, ma finora lo yen è leggermente in rialzo rispetto al dollaro e all’euro, mentre i future del Nikkei scambiati a Chicago sono sostanzialmente in linea con la chiusura a pronti di venerdì. Lo yen si è rafforzato a 148,44 per dollaro, ma è rimasto vicino al minimo degli ultimi 3 mesi e mezzo toccato la scorsa settimana.Lo yen si è rafforzato contro l’euro a 172,64 e contro la sterlina a 199,03. La scorsa settimana i titoli di Stato giapponesi sono crollati, portando i rendimenti del debito trentennale a un massimo storico.

A mantenere composti i mercati del Sol Levante da una parte c’è il fatto che il risultato era già stato prezzato, dall’altra c’è che in realtà il primo ministro Shigeru Ishiba sembra per ora essere al sicuro, anche se dovrà trovare il sostegno dei partiti minori. Ishiba stesso ha dichiarato di voler rimanere nonostante la sconfitta. Il governo potrà così proseguire i difficili negoziati tariffari con l’amministrazione statunitense. I colloqui sembrano ancora in stallo, in parte a causa delle importazioni agricole, politicamente e culturalmente molto delicate per il Giappone.

La valuta giapponese si è rafforzata fino allo 0,7% rispetto al dollaro, prima di ridurre i guadagni. Lo yen era in calo da due settimane e i rendimenti obbligazionari sono aumentati vertiginosamente in vista del voto, a causa del timore che una performance deludente del Primo Ministro Shigeru Ishiba avrebbe aperto la strada a una maggiore spesa pubblica e a tagli fiscali. Sebbene il Partito Liberal Democratico al governo e il suo partner abbiano perso la maggioranza in Aula, il loro risultato finale potrebbe essere sufficiente a mantenere Ishiba in carica.

Salgono le borse in Cina, Corea del Sud, India e Singapore

Il resto dell’Asia mostra una buona tonicità. Hang Seng di Hong Kong è a +0,3%, sui massimi da novembre del 2021, mentre gli abitanti della città tirano sono con il fiato sospeso dopo la paura di disastri naturali: le autorità hanno abbassato il livello di allerta per l’arrivo del tifone Whipa. L’indice CSI 3000 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,3%. In lieve calo l’indice Taiex di Taipei.

Oggi la Cina ha mantenuto invariati i tassi di interesse di riferimento sui prestiti, come previsto, dopo aver riportato dati economici del secondo trimestre leggermente migliori del previsto. Sotto osservazione è il tech cinese. Meituan guida il rialzo delle società del settore con un +5%. Le autorità di Pechino ha convocato le tre maggiori società di food-delivery sul tema della concorrenza esasperata tra operatori. JD.com sale del 3,6%, Alibaba Group, che possiede la piattaforma Ele.me, +2,6%.

La Cina ha incrementato le spedizioni di magneti di terre rare nel mese di giugno, anche verso gli Stati Uniti, dopo una stretta globale sulle forniture che aveva minacciato la chiusura di fabbriche e infiammato le tensioni commerciali. I carichi totali di magneti sono saliti a 3.188 tonnellate il mese scorso, secondo i dati cinesi di domenica, più che raddoppiando i volumi di 1.238 tonnellate a maggio. I flussi verso i siti statunitensi sono saliti a 353 tonnellate, da appena 46 tonnellate. Le spedizioni totali sono state comunque sostanzialmente inferiori rispetto a prima che Pechino lanciasse i controlli sulle esportazioni, all’inizio di aprile. Restano in vigore le restrizioni su sette dei 17 elementi delle terre rare, quelli da cui si ottengono i potenti magneti utilizzati nella produzione di alta tecnologia, dai veicoli elettrici agli smartphone e ai jet da combattimento.

L’Indice Kospi di Seul è a +0,6%. Le esportazioni della Corea del Sud mantengono lo slancio in luglio, riflettendo la resilienza dell’economia, mentre Seul lavora per raggiungere un accordo con Washington prima che aumenti le tariffe doganali il 1° agosto. Il valore delle spedizioni aggiustate per le differenze dei giorni lavorativi è aumentato del 4,1% rispetto all’anno precedente nei primi 20 giorni di luglio, secondo i dati pubblicati stanotte dall’ufficio doganale. Giugno si era chiuso con un incremento del 6,8%. Le esportazioni non rettificate sono scese del 2,2%, mentre le importazioni complessive sono diminuite del 4,3%, determinando un surplus commerciale di 465 milioni di dollari.

Tra le criptovalute, il bitcoin è cresciuto dello 0,18% a 118.338 dollari, mantenendosi al di sotto del record di 123.153 dollari raggiunto la settimana scorsa.

Borse europee viste aprire in lieve calo. Occhi a Iveco, Stellantis

Le borse europee dovrebbero aprire in lieve ribasso: future Eurostoxx 50 -0,2%.

Iveco. La famiglia Agnelli, tramite la holding Exor, è in trattative per la possibile vendita del produttore di camion e veicoli commerciali, con Tata Motors indicata tra i potenziali acquirenti, secondo fonti Reuters. Il gruppo indiano avrebbe contattato Exor per acquisire la partecipazione di controllo in Iveco Group, ma l’eventuale vendita non includerebbe le attività nel settore della difesa

Stellantis ha pubblicato i conti preliminari del primo semestre. La perdita netta è 2,3 miliardi di euro, il consensus era 24 milioni di euro di utile. Consegne consolidate del secondo trimestre pari a 1,4 milioni, -6% anno su anno. Ricavi del semestre stimati a 74,3 mld. La società afferma che le azioni intraprese per migliorare prestazioni e redditività, dovrebbero fornire maggiori benefici nel secondo semestre.

Tim. Piergiorgio Peluso, Cfo di Autostrade per l’Italia, tornerà ad essere il direttore finanziario, secondo due fonti. Peluso ha ricoperto per sette anni fino al 2019 il ruolo di Cfo nel gruppo telefonico dove, secondo le fonti, rientrerà il mese prossimo.

Fincantieri. La controllata norvegese Vard ha firmato un nuovo contratto con un cliente internazionale per la progettazione e costruzione di due unità Commissioning Service Operation Vessel (Csov), con un’opzione per una terza unità.

Popolare di Sondrio. Inizia la riapertura dell’ops promossa da Bper; termina il 25 luglio.

Tinexta. Tecno Holding, azionista di maggioranza del gruppo Tinexta con il 55,75% del capitale e il 71,589% dei diritti di voto, nonché società partecipata da Camere di Commercio, conferma le indiscrezioni della scorsa settimana: sono in corso interlocuzioni con una cordata composta dai fondi Advent e Nextalia, ai quali è stato concesso un periodo di esclusiva per svolgere una limitata attività di due diligence per definire termini e condizioni di una possibile partnership strategica finalizzata alla valorizzazione di Tinexta e all’eventuale delisting dell’emittente. Allo stato attuale, si apprende da una nota, nessun accordo vincolante è stato raggiunto in merito ai termini e alle condizioni, anche economiche, della potenziale operazione.


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