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Borse: Milano in altalena. Sui mercati resta l’incognita rating: S&P mette sotto tiro assicurazioni

FIRSTonline

Leggero rimbalzo per la Borsa di Milano, che apre in rialzo dell’1%, poi gira in negativo. La tensione, comunque, continua a gravare sui mercati europei.

MERCATI NEL MIRINO DEL RATING. TOCCA ALLE POLIZZE. SU FONSAI LA PAROLA ORA PASSA A GOLDMAN SACHS

I giudizi di investitori, economisti e politici sembravano positivi. Ma quella che doveva essere la giornata del riscatto europeo si è trasformata, ora dopo ora, in una seduta drammatica, dominata da folate di vendite rabbiose  sulle Borse e sui titoli di Stato italiani. Un uragano scatenato da:
1) dal verdetto draconiano di Moody’s, che annuncia per gennaio la revisione al ribasso dei rating dei Paesi Ue per l’assenza di “misure politiche decisive” nel vertice di Bruxelles; più morbida Fitch si limita a prevedere un robusto calo dell’economia europea per il prossimo anno;
2) dalla decisione di Standard & Poor’s di metter sotto osservazione le 15 compagnie di assicurazione principali perché, una volta retrocesso il rating degli Stati Ue, anche le assicurazioni finirebbero penalizzate;
3) dal ragionamento simmetrico, quello dell’Eba che, imponendo un aumento di capitale alle banche in questi frangenti, provoca nuovi ribassi che peseranno sui titoli sovrani e, di conseguenza, di nuovo sulle assicurazioni. Avanti di questo passo non si sa dove ci si fermerà.

METEOBORSA, CONTRASTI NEI CIELI. Le intemperie che hanno segnato la seduta di ieri non lasciano prevedere niente di buono. In Asia, i futures sulle Borse Usa sono in equilibrio, quelli su Londra in ribasso, ma non troppo. Dopo il forte calo di ieri non è escluso un assestamento dei prezzi, come dimostra anche il lieve recupero dell’euro sulle borsa asiatiche. Ma la sfiducia regna sovrana: ieri è stato toccato il nuovo record di depositi bancari presso la Bce: 333 miliardi di euro, remunerati allo 0,25%.

IL BTP MIGLIORA, DOMANI IL NUOVO TEST. L’Italia è in grado di sostenere rendimenti elevati sui propri titoli di Stato “per un certo tempo, a condizione di mantenere l’accesso al mercato” sostiene la Banca dei regolamenti internazionali. Chissà se i mercati riusciranno stamane, festa di Santa Lucia, a cogliere questo segnale in mezzo alla tempesta dei titoli sovrani. Qualche piccolo passo avanti, in realtà,  c’è stato rispetto alla fase più acuta di fine novembre. Prima di tutto stamattina il Tesoro italiano è riuscito a piazzare i 7 miliardi previsti di Bot a 1 anno a un rendimento in leggera contrazione al 5,95% dal 6,08% della precedente asta di novembre e con richieste molto superiori all’offerta (1,92 volte).
La curva dei rendimenti dei titoli di Stato, ovvero i rendimenti dalle scadenze più brevi (3 mesi) fino a quelle più lunghe, sta comunque registrando un progressivo miglioramento, sostenuto dagli acquisti delle banche centrali e dal taglio i tassi all’1%: il 25 novembre, il giorno peggiore,  tutti i rendimenti da 6 mesi a 10 anni sono schizzati oltre la soglia del 7%. Ieri , non solo i rendimenti erano tutti sotto quella soglia, ma la curva si va normalizzando con rendimenti più bassi per i titoli a scadenza più breve. Un timido segnale che attende conferma nella prova del fuoco di domani, 14 dicembre, quando il Tesoro collocherà 3 miliardi di BTP quinquennali (scadenza 2016). La giornata, comunque, è stata davvero tremenda. A Milano l’indice FtseMib  ha chiuso in perdita del 3,7%, di gran lunga la peggiore Borsa europea. Il rendimento del Btp decennale è salito di 20 punti base al 6,49% e lo spread con il Bund si è allargato a 452 punti.

INTEL PIEGATA DALL’ALLUVIONE. Il colpo di grazia a Wall Street, al solito condizionata dall’andamento dell’Europa, arriva dalla Thailandia. Intel, leader mondiale dei chips, ha annunciato un brusco calo del fatturato nel quarto trimestre (13,4 miliardi contro la previsione di 14,2) per il mancato arrivo dei componenti dalla Thailandia investita dalle alluvioni. Il titolo perde il 4,5%. Per i finanziari -3% il maltempo, al solito, arriva dall’altra riva dell’Atlantico: lo  Standard & Poor’s 500 perde l’1.49%, il  Dow Jones industrial l’1.34% , il Nasdaq l’1,31%. Al contrario, gli acquisti continuano a premiare i Treasury Bond americani, garantiti dagli acquisti “a rubinetto” da parte della Fed, il rendimento del decennale scende di 6 punti base al 2%. L’indice di Shanghai è sceso dell’1,3% per il quarto giorno di fila sull’ionda della frenata del mercato immobiliare in ribasso in 27 città sulle 35 monitorate. Verso la chiusura in ribasso sia il Nikkei 225 -0,87%  che l’Hang Seng -0,84%.

CINA, FERMI I NOLI. USA STOP AI PORTI GS. Ubs prevede crescita zero per il traffico navale cinese nel 2012. E’ l’ultimo segnale d’allarme sulla frenata del Drago che si è assicurato il controllo del Pireo. Di altro tenore la causa del blocco dei porti della west coast americana, da San Diego a Portland. I manifestanti di Occupy Wall Street hanno bloccato gli scali che sono controllati da Goldman Sachs.

ING , ALLIANZ ED AXA NELLE GRINFIE DELL’ORSO. FONSAI, LIGRESTI RESISTE MA L’AUMENTO SI AVVICINA

In Borsa, complice il warning di Standard & Poor’s,  il settore assicurazioni è quello che oggi ha perso di più, con l’indice Stoxx del settore in discesa del 4,5%. La francese Axa  è scesa del 6%, la tedesca Allianz  del 6,5%, L’olandese Ing  -7,5%. A Milano Generali -3,9%, Unipol -5,5%.

Giornate decisive per la sorte di Fondiaria-Sai  -8,9% e della controllata Milano -9,2%. Il cda della compagnia ha dato mandato all’ad Emanuele Erbetta e al dg Piergiorgio Peluso “di approfondire le possibili iniziative da proporre al consiglio in ordine di interventi di patrimonializzazione, anche strutturale, nel breve periodo” con l’ausilio di Goldman Sachs. Il giorno X è fissato per il 21 dicembre, quando si terrà una nuova riunione del vertice. Quel giorno il team della banca d’affari Usa, guidato da Massimo Della Ragione e il comitato consultivo formato da 5 amministratori non esecutivi, incaricato di supportare Goldman con un’azione di verifica e confronto presenterà il quadro aggiornato della patrimonializzazione della compagnia a fine anno, quindi anche delle effettive necessita’ di rafforzamento.
Tra le soluzioni, la più probabile resta quella dell’aumento di capitale sgradito al gruppo Ligresti ma caldeggiato da Mediobanca (esposta per 1,1 miliardi tramite un prestito subordinato) e da Unicredit (che e’ anche socio con il 6,6% oltre che creditore) . Sul tappeto anche l’ipotesi di un  convertendo in azioni della controllata Milano Assicurazioni e della  newco in cui far convergere le partecipazioni strategiche controllata ad Fonsai con il Credit Suisse come socio di minoranza.

BASILEA 3 CORREGGE I CRITERI DI LIQUIDITA’. CONTINUA L’EFFETTO EBA SULLE BANCHE

E’ in vista una riunione di capitale importanza per il sistema bancario. Le autorità di controllo che fanno parte del Comitato of Banking Supervision di Basilea affronterà entro la settimana il tema della liquidità. Accusa Monika Mars di PricewaterhouseCoopers: “In questo momento non esiste alcuna correlazione tral a realtà economica della liquidità e quel che va conteggiato come tale secondo  i principi di Basilea 3”. L’obiettivo è di muoversi in sintonia con le decisioni della Bce, piuttosto che con quelle dell’Eba.

Intanto in Europa, assicurazioni a parte, il settore più tartassato è stato quello delle banche. I tre colossi europei, Deutsche Bank , BnpParibas e Credit Suisse sono scese di oltre il 4%. A Milano Intesa  ha perso il 5,7%, Unicredit  -5,8%, MontePaschi -8,8%, Ubi  -7%, Pop.Emilia-9,4%.

La Consob ha obbligato  il Banco Popolare -7,7%  riguardo la conversione anticipata del “Soft mandatory” bond convertibile emesso nel 2010 e con scadenza nel 2014. Intanto un pool di fondi ha messo assieme una quota attorno al 20%  per votare contro il board  se nell’assemblea degli obbligazionisti, convocata per venerdì, non ci sarà  una specifica delibera sulla conversione anticipata, ipotesi  che ha fatto salire le quotazioni del bond del Banco. Ma i vertici non vogliono prendere un impegno definitivo: sì alla delega per farsi riconoscere dall’Eba   il nuovo capitale potenziale, no all’effettiva conversione troppo penalizzante per gli azionisti..

CONTRATTO FIAT. PER IL LINGOTTO OGGI SI FIRMA. MA UILM FRENA SUI VINCOLI ALL’ASSENTEISMO

L’appuntamento è per stamane alle 10 all’Unione Industriale di Torino. Dove Fiat dovrà firmare il nuovo accordo definitivo degli stabilimenti italiani del Lingotto. I sindacati però non sembrano pensarla allo stesso modo: questa sera all’Unione Industriale di Torino mancava la Uilm, trattenuta a Roma per un summit interno. L’azienda ha fatto sapere in serata che “ritiene conclusa la trattativa sulla base della stesura del testo definitivo del contratto collettivo specifico del 29 dicembre 2010 così come concordato nella giornata del 9 dicembre”. “Domani mattina ci presenteremo e valuteremo sulla base dei documenti, alcuni concordati e altri da verificare”. Restano aperti i nodi dell’assenteismo e delle ricadute economiche sul 2012.  Fiat ieri è scesa del 4,9%, Fiat Industrial -5,4%.

Terna ha perso il 5,7% dopo il documento dell’Authority dell’Energia sulle nuove tariffe, assai inferiori alle richieste dell’azienda: Chevreux ha abbassato l’outlook da “utperform” a “underperform”. Salvo correzioni di rotta, sarà difficile garantire il dividendo 2013.

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