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Borse: l’Asia sale ancora, spinta dai dati Cina e Usa

L’indice regionale asiatico (escluso il Giappone) si situa ormai al livello più alto da 16 mesi (agosto 2011) e la spinta è venuta dai dati cinesi di oggi e americani di venerdì. Il mercato del lavoro negli Stati Uniti migliora ancora, mentre i dati sulla produzione industriale in Cina, così come le vendite al dettaglio cinesi, sono stati migliori del previsto. L’indice di Shanghai è migliorato, incassando anche il dato deludente sull’export, dove l’aumento di novembre – anno su anno – è stati di molto inferiore alle attese (peccato che le statistiche cinesi non consentano ancora stime destagionalizzate).

Il Pil giapponese è confermato in diminuzione, e l’economia, con due trimestri negativi, è tecnicamente in recessione. Viene rafforzata la posizione di Shinzo Abe, il probabile vincitore delle elezioni di domenica prossima, favorevole a misure monetarie più drastiche e più espansive di quanto fatto finora. L’oro si mantiene poco al di sopra di quota 1700, mentre il petrolio è ancora debole, su quotazioni di 86 $/barile.

L’euro è sui livelli di venerdì, ed è tenuto basso dalla crisi politica in Italia. All’apertura dei mercati di oggi lo spread ne risentirà, ma la messa in sicurezza dei conti pubblici italiani dovrebbe fare da argine ai peggioramenti.

Bloomberg

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