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Borse in tensione, ma la guerra si allontana: bruciati 201 miliardi. Carige passa a Bper e oggi Cda Unicredit

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La situazione è grave, ma non mancano segnali di schiarita sia da Mosca che da Kiev. E il cancelliere tedesco Olav Scholz fa sapere che “la questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato non è all’ordine del giorno”. Sembra difficile, date le premesse, immaginare che la guerra sia imminente. Certo, sul fronte dell’energia la tensione è ancora ai massimi: il rischio di un incendio, voluto o fortuito, resta alto. Ma i mercati, pur pronti a ricredersi, hanno ridimensionato la paura per un attacco improvviso. E tornano a dividersi sull’inflazione: quasi inesistente in Asia, assai pericolosa in Usa, strettamente connessa all’energia nel Vecchio Continente. Tre situazioni diverse che si prestano a strategie differenti.

Le borse della Cina, galvanizzate dai successi dell’organizzazione delle Olimpiadi, salgono dopo l’immissione di liquidità (100 miliardi yuan) da parte della Banca centrale. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen guadagna l’1%. Il nuovo aiuto arriva dopo il forte aumento degli impieghi registrato in Cina a gennaio: il livello record dei prestiti a famiglie e imprese raggiunto il mese scorso è stato favorito a sua volta dalla decisione della PBOC di tagliare gli oneri finanziari.

Rallenta Hong Kong (-1,3%), investita da una nuova ondata di contagi. Stesso risultato per il Kospi di Seul (-1,3%). Giù anche Singapore (-0,3%). La borsa dell’India ha aperto in rialzo dello 0,3%. Migliora ma non troppo il pil del Giappone: +5,4% nel trimestre, +1,7% nel 2021. Il Nikkei perde lo 0,7%, lo yen guadagna lo 0,2%.

Poco mossi i future di Wall Street dopo una seduta contrastata: Dow Jones -0,49%, S&P 500 -0,38%. In perfetta parità il Nasdaq. A frenare il listino tecnologico è stata la frana dei titoli pharma impegnati nei vaccini anti-Covid. Rallenta Pfizer (-1,9%), crollano Moderna (-11,8%) e Novavax (-11,4%9, che proprio ieri ha ottenuto l’autorizzazione del vaccino in Svizzera. Sale Tesla (+1,8%): a gennaio ha prodotto 60 mila auto in Cina.

Il Treasury Note a dieci anni spintosi ieri oltre la soglia psicologica del 2% tratta a 1,97%. La notizia della chiusura dell’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev ha contribuito a spingere l’oro sui massimi degli ultimi otto mesi a 1.880 dollari l’oncia. Euro in lieve apprezzamento a 1,131. Petrolio WTI in calo dello 0,8% a 94,7 dollari il barile. Ieri il greggio del Texas ha chiuso in rialzo del 2,5%. Il gas in Europa ha chiuso ieri in rialzo del 5%. 

Un’onda di panico in Europa, schiarita a sera

A sera una rosa da Mosca frena i venti di guerra di San Valentino. A metterla sul piatto della crisi è il ministro degli Esteri russo, il navigato Sergej Lavrov, che intavola con Vladimir Putin un siparietto alla tv moscovita: “Sergej – ha chiesto lo zar senza ricorrere alla Mara Venier locale – esiste una possibilità di trovare un accordo con i nostri partner?”. “Presidente – ha risposto il veterano della politica estera – una possibilità c’è sempre”. Di qui la disponibilità ad ascoltare “controproposte serie” cui si aggrappano i mercati per evitare un disastro sia per la Russia, ad un passo dal default, che per l’Ovest, avviato verso la recessione.

Il gasdotto al centro della missione di Scholz

Riflettori oggi sulla missione del cancelliere tedesco Olav Scholz, probabilmente concentrata sul tema energia. Al di là del braccio di ferro sulla possibile appartenenza alla Nato dell’Ucraina, il conflitto riguarda il gas naturale. Gli Stati Uniti premono perché il gasdotto North Stream non parta né ora né mai per evitare un asse Berlino/Mosca ai danni di Polonia e dei Paesi Baltici. Ma l’alternativa al gas russo non esiste o è molto costosa, nonostante l’abbondanza di materia prima Usa distribuita via mare, in cerca di un mercato di sbocco.

Lagarde frena ancora sui tassi

L’emergenza allontana le due sponde dell’Atlantico. L’Europa, direttamente interessata al quadro del conflitto, rallenta l’ascesa dei tassi. Qualsiasi cambiamento nella politica monetaria della Bce sarà graduale, ha detto la presidente Christine Lagarde, nella speranza di calmare le aspettative dei mercati che ora prevedono due incrementi dei tassi quest’anno. Lagarde ha detto che i rischi di inflazione tendono verso l’alto, ma la Bce punta a mantenere una certa flessibilità e le decisioni di politica monetaria a marzo dipenderanno dai dati a disposizione. “Qualsiasi aggiustamento alla nostra politica monetaria sarà graduale”, ha ribadito Lagarde durante una sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Btp vicino al 2%, salo lo spread

Dopo aver recuperato terreno sulla scia dell’avversione al rischio determinata dalla crisi ucraina, a ridosso della chiusura il Btp inverte la rotta e passa in negativo. Il tasso del decennale italiano ha visto un minimo di 1,89% e un massimo di 1,97%. Scende anche il rendimento del Bund decennale al minimo di 0,19%, livello più basso da una settimana. Di riflesso lo spread sale a 170 punti.

Piazza Affari -2,04%, l’Europa perde 200 miliardi

Al termine di una seduta ad altissima tensione, Piazza Affari cede il 2,04% e arretra a 26.415 punti, con quasi tutte le blue chip in rosso, dopo essere arrivata a perdere, nel corso della seduta, quasi il 4%.

Risultati analoghi nel resto d’Europa: Madrid -2,53%; Parigi -2,27%; Francoforte -2,03%; Amsterdam -1,8%; Londra -1,72%. A fine giornata la perdita in termini di capitalizzazione supera di poco i 200 miliardi.

A pesare sui listini continentali sono soprattutto i titoli bancari, le compagnie aeree e le auto. Limitano i danni o si apprezzano invece i titoli legati all’energia.

Giù Mosca, rotola il rublo

È in rosso Mosca (Moex -1,84%), dopo le perdite della scorsa ottava e si deprezza la valuta russa, che è arrivata a trattare oltre gli 88 rubli per euro, per poi risalire.

Corrono le materie prime, dal gas al petrolio, passando per il grano, vista la grande quantità di importazioni da Russia e Ucraina.

Tra gli altri titoli, Clariant scivola del 16% in fondo allo Stoxx 600, dopo che il gruppo svizzero ha ritardato la pubblicazione dei risultati del 2021 a causa di un’indagine in merito a problemi di contabilità.

Banche sotto tiro: Bper conquista Carige, sale Unipol

Nel cuore della tempesta si distingue il comportamento del comparto bancario, luce del mercato fino a venerdì, ieri sotto tiro. In serata Bper e il Fondo italiano di tutela dei depositi hanno trovato l’accordo sulla cessione di Banca Carige (+2,28%) a Bper (-3,84%). A seguito dell’intesa, il fondo rafforzerà le casse dell’istituto ligure con 530 milioni. Poi ci sarà un’Opa residuale a 0,80 euro.

In un contesto di mercato molto negativo spicca Unipol (+0,2%), azionista di riferimento della Banca modenese. La compagnia ha incassato il rating in aumento da parte di Kepler ed Equita. Il dividendo, ai valori attuali, rende il 6%.

Unicredit-Bpm, il mercato ci crede ancora

Sempre sotto i riflettori Unicredit (-4,6%), zavorrata dalla forte esposizione sul mercato russo. Al contrario Banco Bpm, sotto i riflettori per le speculazioni su una possibile offerta da parte della banca di Gae Aulenti, si stacca dall’andamento generale del settore e recupera terreno limitando la perdita a 0,65%. Gli analisti continuano a valutare positivamente un possibile deal che avrebbe una buona base industriale e strategica, una prospettiva che continua a sostenere il titolo dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna.

Banca Generali in flessione del 2% circa dopo aver annunciato il piano strategico al 2024 che vede una crescita media annua dell’utile netto ricorrente del 10-15% e un dividendo per azione cumulato di 7,5-8,5 euro.

Le vendite Usa frenano Cnh, in rosso Interpump

In forte calo gli industriali: scende Cnh Industrial (-4,2%): il target price è stato tagliato a 17 da 18 dollari da Akros. Il titolo paga la frenata delle vendite di macchine agricole in Usa.

Stellantis scende del 3%. In calo anche Interpump (-4,3%), nonostante l’aumento dell’utile netto consolidato del 23,5%.

Sale solo Snam, Citi promuove Italgas

L’avversione al rischio e la ricerca di porti più sicuri hanno indirizzato oggi i pochi acquisti sui titoli più difensivi, come Snam (+0,83%), su cui Citigroup ha alzato il rating neutral. Upgrade a neutral sempre parte di Citi su Italgas (-0,88%), mentre la raccomandazione di Terna (-0,33%) stata rivista a buy.

Fuochi d’artificio su Gas Plus, aria d’Opa su Be

Fuori dal FTSE Mib vola Gas Plus, in asta di volatilità dopo un balzo del 25,34%. Corre Be (+25%) dopo l’intesa tra gli azionisti per la cessione del 43,2% della società a Engineering, con il lancio di un’Opa obbligatoria a 3,45 euro.

Cade Tesmec (-10%) dopo aver comunicato di avere rivisto al ribasso la stima dei preliminari 2021 anche a causa della crescita dei costi dell’energia elettrica e delle materie prime.

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