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Borse, il Toro è Ko ovunque. Riparte la corsa dei Btp

FIRSTonline

L’epidemia ha messo fuori uso le Borse, ovunque in ritirata.  

Il blocco per 30 giorni dei viaggi in Usa dall’Europa (tranne il Regno Unito) deciso nella notte da Donald Trump e l’annuncio dell’Oms che ha elevato l’allerta coronavirus al livello di pandemia hanno portato al KO del Toro. Piazza Affari, aggrappata a quota 17 mila (17.012 alle 13)ma sotto del 5,11%, è in linea con gli altri listini. Il bollettino delle perdite segnala: Parigi – 5,4%, Francoforte -5,6%, Madrid -5,5%, Londra -5,4%.   Le Borse della Cina stamattina hanno chiuso con un ribasso più contenuto del resto del mondo: indice CSI 300 di Shanghai-Shenzhen -1,9%, S&P China 500 -2,5%.   

 Gli occhi sono ora tutti puntati sulla Bce, da cui ci si aspetta possa annunciare nuove misure di liquidità per rassicurare il mercato. Intanto i futures su Wall Street sono in rosso per il 4%, mentre i mercati stanno scontando un taglio dei tassi di 20-30 punti base nel 2020 in Ue e un’altra riduzione negli Usa il 17-18 marzo dell1,5%, dopo lo 0,5% della scorsa settimana.  

Si allarga lo spread tra Bund e BTP a 210 punti base, da 192 di ieri. Ne deriva che il rendimento del BTP decennale sale a 1,33% da 1,264 di ieri sera, stabile il Bund a -0,72%. 

Il Btp decennale vede il rendimento salire dall’1,264% di inizio sessione all’1,347% di metà mattinata. con lo spread che si alza a 207 punti da 194 della chiusura di ieri. 

 Stamane in asta il Tesoro ha collocato i titoli a tre anni al rendimento positivo dello 0,74% contro -0,1% di un mese fa. 

Una tranche di ventennali (1,5 miliardi) è stata collocata ad un tasso dell’1,97%  

 L’oro cede lo 0,5% a 1,633.80 dollari l’oncia- 

Il petrolio perde il 4% a 34,4 dollari il barile. Anche se la guerra dei prezzi scatenatasi tra alcuni grandi produttori di greggio non dà segni di tregua, in privato sembra che i grandi produttori stiano tornando a parlarsi, anzi, siano pronti a incontrarsi. Giovedì mattina il ministro kazako dell’energia ha detto che il 18 marzo si riunisce il comitato tecnico dell’Opec + .

In attesa dell’esito del vertice della Bce l’euro scende dello 0,28% a 1,1239 e lo yen continua a volare come moneta rifugio dello 0,7% a 103,76 sul dollaro. 

Il settore più sacrificato sui listini azionari è quello dei viaggi e tempo libero -9,4%, colpito a freddo dalla decisione Usa, non concordata: Air France, Lufthansa e Iag (proprietaria di British Airways) accusano un calo tra l’8% e l’11%. 

Nessuna blue chip con il segno più, nuovo pressing sul comparto del credito. Unicredit arretra del 6%, Intesa -4,5%. Perdite superiori al 5% anche per Bper e Banco Bpm. Giù anche Nexi -6%. 

Eppure le banche dovrebbero essere le beneficiarie, nel caso la BCE dovesse presentare un maxi TLTRO a tassi super negativi, da almeno 1.000 miliardi di euro per una durata di almeno due- tre anni. Si parla anche della possibilità che di fronte all’emergenza, possa essere avviato un piano di acquisto dei bond senior delle banche. 

Secondo Moody’s però le banche italiane rischiano di veder aumentare i problemi sul lato degli impieghi e di far fronte a pressioni su ricavi e liquidità a causa dell’emergenza coronavirus che dovrebbe portare il paese in recessione con una contrazione dello 0,5% quest’anno contro la precedente stima di +0,5%.  

Fiat Chrysler -6,10% e  Cnh Industrial 6% hanno sospeso la produzione negli impianti italiani. 

Campari -7% è stata declassata da Deutsche Bank a  Hold.  

In calo anche Italgas -4%, all’indomani della presentazione dei risultati, parzialmente superiore alle attese, Barclays taglia il target price a 5,80 euro. 

Salvatore Ferragamo -6%. Deutsche Bank taglia il target price a 17,8 euro. 

In rosso anche Falck Renewables -5,9% nonostante i buoni dati 2019 e le previsioni sul 2020. L’esercizio passato si è chiuso con un una crescita dell’Ebitda del 6,5% a 204 milioni di euro.  

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