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Borse, i battibecchi tra Trump e Powell pesano sul dollaro. Occhio al risiko e ai titoli della difesa dopo l’accordo Nato

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Proprio mentre il sentiment degli investitori si stava riprendendo sul fronte geopolitico, sostenuto dal cessate il fuoco tra Israele e Iran, il presidente Donald Trump ha scosso nuovamente i mercati con un attacco al presidente della Fed, che ha riacceso le preoccupazioni sull’indipendenza della banca centrale e le aspettative di tagli dei tassi. Il risultato è stata un’altra ondata di vendite di dollari, che ha spinto l‘euro al suo livello più forte da novembre 2021 e il franco svizzero al suo massimo in un decennio. I rendimenti dei titoli del Tesoro Usa sono diminuiti su tutte le principali scadenze, con i rendimenti a 10 anni in calo di due punti base al 4,27%. A Wall Street torna a brillare la stella di Nvidia.

I dazi di Trump tornano al centro dell’attenzione dei mercati, mentre si avvicina la scadenza del 9 luglio per gli accordi commerciali, ma anche i titoli della difesa dopo che i leader della Nato hanno raggiunto l’accordo per un forte aumento della spesa richiesto da Trump.

Fed, ma davvero Trump può licenziare Powell?

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Trump avrebbe valutato l’idea di nominare il sostituto del presidente della Fed Jerome Powell già a settembre, una nomina insolitamente anticipata che potrebbe di fatto creare un presidente ombra della Fed con il potere di influenzare il sentiment del mercato.

Trump ha ripetutamente criticato Powell per non aver tagliato i tassi di interesse e ancora ieri lo ha definito “terribile”, erodendo la fiducia degli investitori nell’indipendenza della banca centrale statunitense nel definire le politiche. All’inizio di questo mese, Trump aveva apertamente pensato di licenziare Powell e ha persino pensato di nominare lui stesso presidente della Fed, anche se poi ha fatto marcia indietro. “Ho già in mente tre o quattro persone tra cui sceglierò”, ha detto Trump ai giornalisti mercoledì, quando gli è stato chiesto se stava intervistando i candidati per sostituire Powell.

In teoria un presidente non può licenziare facilmente un presidente della Fed, dicono gli esperti di diritto. L’articolo 10 del Federal Reserve Act stabilisce che i membri del Consiglio dei Governatori della Fed, di cui il presidente è uno, possono essere “rimossi per giusta causa dal presidente”, intentendo con questa espressione una cattiva condotta o abuso di potere. Il mandato di Powell come presidente scadrà nel 2026, mentre il suo mandato di 14 anni come governatore dovrebbe concludersi nel 2028.

Il rapporto conflittuale di Trump con la Fed ha alimentato l’incertezza sulla direzione dei tassi di interesse, in un momento in cui gli operatori stanno mettendo a fuoco l’impatto che potranno avere i dazi di Trump sui consumatori, esercitando pressione sull’inflazione. Recentemente i governatori della Fed Christopher Waller e Michelle Bowman hanno recentemente segnalato la loro disponibilità ad abbassare i tassi già a luglio, se l’inflazione rimane contenuta. Ma Powell rimane cauto: ieri ha dichiarato a una commissione del Senato che era “molto difficile prevedere” l’impatto inflazionistico.

Wall Street, brilla di nuovo la stella di Nvidia

Ieri le azioni statunitensi si sono in generale prese una pausa, interrompendo un rally durato due giorni, con l‘S&P 500 e il Dow Jones che hanno chiuso in territorio negativo (rispettivamente a -0,02% e a -0,25%) , mentre il Nasdaq (+0,31%) è stato sostenuto da una Nvidia stellare che ha consolidato la sua posizione di una delle aziende più preziose al mondo.

Il titolo dell’azienda leader nei chip per l’intelligenza artificiale è salito del 4,3% a 154,31 dollari, raggiungendo il massimo storico che durava da gennaio. Il record è solo l’ultimo traguardo per l’azienda, che è salita del 63% rispetto al minimo di aprile, un rally che ha aggiunto quasi 1.500 miliardi di dollari alla sua capitalizzazione di mercato. Grazie ai guadagni giornalieri, Nvidia si conferma il titolo azionario più grande al mondo, con una capitalizzazione di mercato di circa 3,77 trilioni di dollari, superando Microsoft Corp. a 3,66 trilioni di dollari. I recenti utili di Nvidia hanno rappresentato un catalizzatore notevole per i rialzisti, poiché il rapporto ha mostrato una solida crescita e ha indicato un ulteriore rafforzamento futuro, nonostante l’impatto delle restrizioni sulle vendite di semiconduttori avanzati in Cina. I dati di Microsoft Corp. , Meta Platforms Inc., Alphabet Inc. e Amazon.com Inc. – che insieme rappresentano oltre il 40% del fatturato di Nvidia, secondo i dati sulla catena di approvvigionamento raccolti da Bloomberg – hanno ulteriormente evidenziato come i principali clienti dell’azienda continuino a investire in modo aggressivo per sviluppare la propria infrastruttura di intelligenza artificiale. Ieri, durante l’assemblea degli azionisti di Nvidia, l’amministratore delegato Jensen Huang ha rassicurato gli investitori sulla solidità della domanda. Ha ribadito la sua opinione che l’industria informatica sia solo all’inizio di un massiccio ammodernamento dell’infrastruttura di intelligenza artificiale.

Da segnalere invece il calo di Tesla del 3,8% dopo i dati delle vendite europee crollate per il quinto mese.
Le azioni FedEx sono scese del 3,3% dopo che la società di consegna pacchi ha previsto un utile trimestrale inferiore alle stime, a causa dei dazi che hanno gravato sulla domanda globale. Il concorrente UPS è sceso dell’1,2%.

I titoli di stato degli Stati Uniti si sono rafforzati anche per effetto della revisione dei meccanismi di valutazione dei Treasury detenuti in portafoglio dalle grandi banche. La Federal Reserve ha deciso di abbassare il coefficiente supplementare sulla leva.

Oggi, il Dipartimento del Commercio pubblicherà il suo rapporto definitivo sul PIL del primo trimestre, mentre domani il rapporto sulle spese per consumi personali (PCE) fornirà approfondimenti sulla spesa dei consumatori e sull’inflazione.

Dollaro appesantito dalla prospettiva di un taglio dei tassi Usa

Le continue pressioni per un taglio dei tassi hanno indebilto il biglietto verde. L’indice del dollaro, che misura la valuta rispetto ad altre sei unità, è in calo del 10% quest’anno e si avvia a segnare il sesto mese consecutivo in territorio negativo. L’ultima volta che ha registrato un andamento simile è stato nel 2017, sollevando interrogativi sul ruolo del biglietto verde nel commercio globale. Un paniere di valute asiatiche ha guadagnato circa il 4% rispetto al dollaro. L’euro è salito dello 0,2% al livello più alto in quasi quattro anni a 1,168 dollari. Lo yen giapponese è salito dello 0,2% a 144,90 per dollaro

Intanto la banca centrale de facto di Hong Kong ha speso più di un miliardo di dollari per sostenere il tasso di cambio della città, gestendo un tasso di cambio fisso messo a dura prova dalla volatilità del dollaro.

Il petrolio ha guadagnato terreno per il secondo giorno consecutivo, mentre gli investitori sono alle prese con un precario cessate il fuoco in Medio Oriente. Il greggio West Texas Intermediate è aumentato dello 0,4% a 65,15 dollari al barile. Nonostante la stabilizzazione dei prezzi, il mercato rimane teso. La Russia ha dichiarato di essere aperta a un ulteriore aumento della produzione in occasione della prossima riunione dell’OPEC+. Il Bitcoin è rimasto pressoché invariato a 107.946,67 dollari, l’etere è salito dell’1,9% a 2.485,17 dollari. L’oro spot è salito dello 0,2% a 3.337,50 dollari l’oncia.

Asia, Tokyo gas in trattative con gli Usa

Le borse asitiche sono contastate con la Borsa di Tokyo in rialzo e in calo quelle di Hong Kong e Seul. L’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo dell’1,2%. Da segnalare Tokyo Gas che sta discutendo con diversi fornitori di gas naturale liquefatto degli Stati Uniti per assicurarsi un accordo di acquisto a lungo termine, dato che la crescente domanda di energia rende il Giappone sempre più dipendente da questa fonte di combustibile. Il più grande distributore di gas del Paese è in trattative con almeno quattro società della costa del Golfo degli Stati Uniti, scrive Bloomberg. Tra gli esportatori ci sono Energy Transfer e Commonwealth. Sempre in Giappone arrivano segnali di tenuta dal mercato dei titoli di stato: la domanda all’asta di titoli di Stato a due anni è stata la più forte da gennaio, in quanto la recente volatilità della parte lunga della curva dei rendimenti ha aumentato l’appetito degli investitori per il debito a più breve scadenza.

Borse della Cina miste. Hang Seng di Hong Kong in calo dello 0,4%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen piatto. Taiex di Taipei +0,3%, nella scia del record di Nvidia a Wall Street. E’ in calo dell’1,2% la borsa della Corea del Sud. In rialzo dello 0,5% l’indice BSE Sensex di Mumbai.

Borse europee viste aprire in lieve rialzo. A Piazza Affari occhi a Leonardo e Banca Mediolanum

Le Borse dell’Europa dovrebbero aprire in leggero rialzo con il future dell’indice EuroStoxx50 +0,3%.

Germania. La fiducia dei consumatori tedeschi si avvia a un leggero calo in vista di luglio, con la crescente propensione al risparmio delle famiglie che contrasta il miglioramento delle prospettive di reddito. L’indice di fiducia dei consumatori è sceso a -20,3 punti rispetto ai -20,0 leggermente rivisti del mese precedente, secondo un sondaggio dell’istituto di ricerca di mercato GfK e dell’Istituto di Norimberga per le decisioni di mercato. Gli analisti intervistati da Reuters avevano previsto -19,3.

Leonardo. Mediobanca alza il target price a 61 euro. I membri Nato hanno votato a favore dell’aumento delle spese al 5% – nella divisione del 3,5+1,5 per cento. Il testo della dichiarazione finale prevede che gli “alleati stanzieranno almeno il 3,5% del Pil annuo, entro il 2035, per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato”. La decisione si traduce in un incremento della spesa per il militare esteso di circa 400 miliardi di euro per anno, in dieci anni.

Banca Mediolanum starebbe valutando la cessione della storica partecipazione di circa il 4,5% in Mediobanca, segnalando l’intenzione di non schierarsi nella battaglia per il controllo di Piazzetta Cuccia, secondo le indiscrezioni de Il Sole 24 Ore. La decisione finale, spiega il quotidiano, non è stata ancora non presa e spetterà al consiglio di amministrazione, che nella riunione odierna non ha l’argomento all’ordine del giorno. L’eventuale disimpegno impatterebbe sul patto di consultazione che oggi riunisce circa il 12% del capitale, già ridimensionato dopo l’uscita di Vittoria Assicurazioni Spa il 20 giugno. Secondo i termini dell’accordo, Mediolanum è libera di vendere le azioni, a patto di comunicarlo entro cinque giorni.
Un’uscita dalla partecipazione in Mediobanca potrebbe inoltre evitare a Mediolanum di dover prendere posizione sull’OPS lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, guidata da Luigi Lovaglio, su Piazzetta Cuccia. Stando a quanto emerso dall’assemblea saltata di Mediobanca, Lovaglio avrebbe già raccolto consensi pari al 45% del capitale. In passato, Doris si era espresso favorevolmente sull’OPS promossa da Alberto Nagel su Banca Generali Spa, definendola “una bella operazione”.

Fincantieri ha comunicato di aver ricevuto due commesse per la costruzione di due navi combattenti multi missione: il valore dei lavori, commissionati dalla Marina Militare dell’Italia, è di circa 700 milioni.

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