Le Borse europee proseguono la prima seduta di settembre con prudenza, orfane di Wall Street, oggi chiusa per la festività del Labor Day. A Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,32%, sostenuto dai titoli della difesa e da Telecom Italia, che recupera terreno dopo il tonfo della scorsa settimana. Francoforte avanza dello 0,41%, Londra dello 0,13%, mentre Madrid scivola dello 0,38%. La Francia resta sulla parità (+0,03%), in attesa dei colloqui del premier François Bayrou con i partiti politici per evitare la caduta del governo.
In mezzo a questa quiete apparente, la presidente della Bce Christine Lagarde ha lanciato un monito chiaro e diretto: le mosse di Donald Trump verso la Federal Reserve rappresentano “un pericolo molto serio per l’economia statunitense e mondiale”. Un avvertimento diretto che collega finanza e politica internazionale, ricordando agli investitori che l’indipendenza della Fed non è negoziabile e che la stabilità dei mercati globali resta un bene prezioso.
Borse in attesa dei dati chiave
La settimana si apre con appuntamenti chiave per i mercati: martedì 2 settembre sarà pubblicato il dato sull’inflazione dell’Eurozona, mentre venerdì arriverà il report sul mercato del lavoro Usa, informazioni decisive per le prossime mosse delle banche centrali. Intanto, i dati odierni confermano segnali positivi nell’area euro: il Pmi manifatturiero di agosto è salito a 50,7 punti, superando la soglia di crescita, grazie all’espansione dell’attività industriale e al forte aumento dei nuovi ordini, che segnano il ritmo più alto degli ultimi tre anni e mezzo. La produzione industriale raggiunge il livello massimo da marzo 2022. In Francia il settore manifatturiero cresce per la prima volta da gennaio 2023, registrando un PMI a 50,4 punti, mentre la Germania mostra resilienza con un indice a 49,8, leggermente sotto la soglia di espansione, ma accompagnato da un incremento della produzione e dei nuovi ordini.
Lagarde si schiera con Powell
La scorsa settimana, il presidente Usa ha licenziato Lisa Cook, membro del board della Federal Reserve, annunciando che “presto avremo la maggioranza” nell’organo che decide gli indirizzi di politica monetaria americana. Una mossa che non è passata inosservata a Christine Lagarde, che in un’intervista a Radio Classique ha lanciato l’allarme: se Trump riuscisse a esautorare il governatore Jerome Powell o a ridurlo a un ruolo di minoranza, questo rappresenterebbe “un pericolo molto serio” tanto per l’economia americana quanto per quella mondiale.
La numero uno della Bce ha spiegato che la politica della Fed “ha ovviamente degli effetti sulla capacità degli Stati Uniti di mantenere la stabilità dei prezzi e garantire l’occupazione ottimale”. Se la politica monetaria americana “dipendesse dal diktat di questo o quello, l’equilibrio dell’economia americana, e di conseguenza gli effetti che ciò avrebbe in tutto il mondo, sarebbero molto preoccupanti”. Tuttavia, Lagarde rassicura: sarà “molto difficile” per Trump ottenere il controllo della Fed grazie alle protezioni della Corte Suprema Usa, che “ha chiaramente indicato che un governatore della Federal Reserve può essere revocato solo per colpa grave“.
Spostando lo sguardo sull’Europa, Lagarde ribadisce che “per tutti i paesi della zona euro è assolutamente fondamentale avere un debito sostenibile, un debito gestibile” e che “è evidentemente determinante rispettare le regole che sono state convenute” per stabilizzare la traiettoria del debito. Tra gli Stati membri, l’Italia riceve un plauso: “L’Italia in termini di bilancio oggi fa sforzi molto seri e probabilmente arriverà presto all’obiettivo del 3% di deficit. Quindi faremmo bene a ispirarci a questo”.
Sul fronte bancario francese, Lagarde rassicura: “Penso che il sistema bancario francese sia un sistema ben capitalizzato, che stia molto meglio di quanto stava durante l’ultima grande crisi finanziaria, che sia ben strutturato, ben supervisionato, con attori responsabili”. Pur non richiedendo l’intervento del Fmi, Lagarde sottolinea che “tutti i rischi di caduta di governo in tutti i paesi della zona euro sono preoccupanti” e influenzano chiaramente la valutazione dei rischi da parte dei mercati.
Un ultimo commento riguarda i dazi Usa-Ue: l’accordo ha ridotto “considerevolmente” l’incertezza, ma una recente sentenza di una corte d’appello federale ha riportato “un po’ di incertezza”. La presidente della Bce resta ottimista: “A mio parere, questo supplemento di incertezza è piuttosto positivo, perché penso che non si rinegozierà al di sopra del 15%. Se abbiamo una chance di negoziare al di sotto, sarebbe molto bene”.
Piazza Affari: chi sale e chi scende
Sul listino milanese brilla Leonardo (+3,47%), seguita da Tim (+2,93%) dopo che BlackRock è risalita al 5.1% del capitale della società (dal precedente 4.977%). Positivo anche il comparto bancario, con Unicredit (+0,58%) e Mps (+0,41%). Tutti gli occhi sono sul Cda di Rocca Salimbeni: gli investitori guardano al possibile rilancio dell’offerta su Mediobanca (-0,19%), in scadenza l’8 settembre. Sale Prysmian (+0,64%), tramite Draka Comteq, ha venduto circa il 5% delle azioni Yofc a 45,25 Hkd ciascuna, incassando 186 milioni di euro e riducendo la partecipazione dal 10% al 5%, con JP Morgan come sole bookrunner. Bene anche Stellantis (+1,38%) e Ferrari (+1,3%).
Sul fronte opposto, si segnalano debolezza nelle utility e prese di beneficio sui titoli del lusso, con Brunello Cucinelli (-1,05%) e Moncler (-0,64%), mentre calano anche Azimut (-1,14%) e Campari (-1,06%). Fuori dal listino principale, le azioni Mfe sono ben comprate (oltre il 2% per le azioni A e B), in chiusura del periodo supplementare dell’offerta pubblica di scambio sulle azioni Prosieben.
Lo spread Btp-Bund resta sotto i 90 punti base, mentre il rendimento del decennale italiano segna un lieve rialzo a +3,64%.
Dollaro debole, petrolio giù, oro al top
Il dollaro continua a perdere terreno: l’euro accelera sopra 1,17 dollari (+0,43% a 1,1720), sostenuto dai dati positivi sul mercato del lavoro nell’Eurozona: a luglio il tasso di disoccupazione destagionalizzato è sceso al 6,2% dall’6,3% di giugno, mentre nella Ue è calato al 5,9% dal 6% del mese precedente.
Sul fronte energetico, il petrolio scende complice l’atteso aumento dell’offerta Opec+ e la minore domanda di carburante negli Stati Uniti a fine estate. Ritraccia anche il gas naturale (sotto i 32 euro al megawattora) ad Amsterdam.
Brilla invece l’oro, che tocca i massimi da aprile, sostenuto dalle aspettative di un taglio dei tassi Fed il 17 settembre (probabilità 87,6% secondo Cme FedWatch). Cresce anche l’argento, ai livelli più alti dal 2011, riflettendo la crescente attenzione degli investitori verso metalli rifugio.