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Borse europee in rialzo, ma a Piazza Affari scivola Tim

Imagoeconomica

Avvio di settimana positivo per gli indici europei, nonostante l’Ocse avverta che la ripresa economica mondiale sta rallentando. Gli investitori sono rimasti concentrati sugli affari di casa, vista anche l’assenza di indicazioni provenienti da Wall Street, chiusa per il Martin Luther King Day.

BENE PIAZZA AFFARI, MA TELECOM DELUDE

Piazza Affari termina con un progresso dello 0,53%, a 27.688 punti base. Tra le blue chip migliori spiccano Tenaris +2,39%, Moncler +1,55%, Stm +1,54%, Cnh +1,49%. Ritrova il segno più Generali, +0,76%, prima della resa dei conti tra gli schieramenti in campo per il controllo della società. 

Male invece Telecom, -3,12%, altro titolo sotto i riflettori dopo la manifestazione d’interesse del fondo Kkr. Per entrambe le società domani è un giorno importante. Da un lato si riunisce il board del Leone, dal quale, dopo Caltagirone, si è dimesso Romolo Bardin, della scuderia di Del Vecchio. Dall’altro si riunisce il cda di Tim per ascoltare il nuovo piano industriale del direttore generale e ad in pectore, Pietro Labriola che, salvo colpi di scena, dovrebbe prevedere la separazione della società in due parti. Un progetto che potrebbe allungare i tempi di una risposta al fondo Usa e che rende meno attrattivo il titolo.

Scende Bper, -0,97%, altra azione calda per l’offerta su Banca Carige (-1,53%).

Tra i titoli in rosso Atlantia, -0,92%, per prese di beneficio dopo i recenti guadagni e a causa della valutazione degli analisti di Mediobanca Securities che hanno abbassato a “neutral” la raccomandazione sul titolo.

Tra le utility, tendenzialmente negative, si apprezza Enel +0,82%. È piatta Terna (-0,12%), nonostante il ‘Buy’ con il quale Ubs ha avviato la copertura sul titolo.

Fuori dal paniere principale brilla Fope, +2,84%, azienda orafa italiana, attiva nella gioielleria di alta gamma, che nel 2021 ha portato i ricavi netti consolidati a 40,3 milioni di euro, con un balzo del 55% sull’anno prima e del 15,3% rispetto al 2019, vale a dire prima della pandemia. 

IN EUROPA FOCUS SU UNILEVER

Nel resto d’Europa spicca Londra +0,91%, dove GlaxoSmithKline guadagna oltre il 4%, dopo essere entrata nel mirino di Unilever (-6,7%), che invece zavorra Amsterdam -0,28%. Unilever potrebbe essere costretta ad aumentare la propria offerta da 50 miliardi di sterline per accaparrarsi le attività di assistenza sanitaria della società.

In rialzo Zurigo, +0,91%, nonostante il calo di Credit Suisse (-2,26%), dopo che il presidente Antonio Horta-Osorio si è dimesso a seguito di un’indagine interna sulla sua condotta personale, comprese delle violazioni alle norme anti-Covid.

Bene Parigi +0,82% con il lusso di nuovo in spolvero, a partire da Hermes. Intanto Lacoste, sponsor tecnico di Novak Djokovic, aspetta di fare i conti ‘al più presto’ con il giocatore di tennis numero 1 del mondo dopo la vicenda australiana.

Positive Francoforte +0,34% e Madrid +0,38%.

OCSE: SUPERINDICE DICEMBRE IN CALO

In ambito macro si segnala che, secondo l’Ocse, il forte rimbalzo della crescita dai minimi della crisi economica causata dal Covid-19 nelle principali economie, è sulla via del rallentamento. È quanto viene fuori dal superindice del mese di dicembre, che scende rispetto a novembre. In particolare, la perdita di slancio  sarebbe visibile in Canada, Germania, Italia e Regno Unito. Il ritmo di crescita si profila stabile invece in Giappone e nell’area euro nel suo insieme, ma anche in questi casi è stato superato il picco della crescita. Per la Francia infine si prospetta un ritmo di crescita stabile, così come per gli Usa, che sono tuttavia al di sotto del trend di lungo termine.

In chiaroscuro le notizie provenienti dalla Cina. L’economia del celeste impero è cresciuta nel 2021 al massimo di un decennio (+8,1%), ma ci sono segnali che lo slancio sta rallentando a causa dell’indebolimento dei consumi e di una flessione immobiliare, indicando la necessità di un maggiore sostegno politico che è arrivato infatti dalla Banca centrale. Il pil del quarto trimestre è salito del 4%, meno del 4,9% di novembre ma più delle attese. La Banca centrale cinese ha pensato comunque di dover intervenire e ha tagliato i costi di finanziamento dei suoi prestiti a medio termine per la prima volta da aprile 2020.

Infine in Italia l’inflazione a dicembre è salita di 0,4% sul mese precedente, secondo la lettura definitiva fornita stamani da Istat, che conferma il dato preliminare. Su base tendenziale il valore definitivo del mese scorso mostra un incremento di 3,9% e anche questo conferma il preliminare.

EURO-DOLLARO POCO MOSSO

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso e viaggia intorno a 1,14. Il biglietto verde sembra aver ormai scontato un atteggiamento più rigido della Fed, ma stando alle attese non pare che in occasione del meeting della prossima settimana, il 25-26 gennaio, l’istituto Usa proceda con un intervento sui tassi.

Tra le materie prime il petrolio si muove in lieve rialzo, consolidandosi ai massimi da sette anni mentre già c’è chi prevede un balzo dell’oro nero oltre i cento dollari al barile nel 2022.

Per ora il Brent viaggia oltre gli 86 dollari e il Wti supera gli 84 dollari.

SPREAD IN LIEVE RIALZO

Si confermano in rialzo i tassi dei titoli di Stato. Il decennale italiano cresce a +1,29%, mentre quello tedesco a -0,06%, con lo spread in lieve salita a 136 punti base (+0,78%). 

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