Se arriverà posta Usa porterà cattive notizie, perché oggi partiranno dalla Casa Bianca le prime 12 lettere verso i paesi che vedranno salire le imposte doganali dal primo di agosto. Eppure i mercati finanziari della zona euro reagiscono bene questo lunedì all’usuale balletto di esternazioni di Washington sulla guerra commerciale. Da un lato infatti ci sono le minacce, dall’altra si allungano i tempi dal 9 luglio al primo agosto. Il presidente Donald Trump tuona contro i Brics (che potrebbero essere gravati di ulteriori tariffe del 10%) e contro chi si allineerà alle loro politiche “anti americane”, eppure la casella di posta elettronica del segretario al tesoro Usa, Scott Bessent, è intasata dalle richieste d’intese e molte di queste saranno siglate e annunciate nelle prossime 48 ore. La Ue? “nonostante le difficoltà”, si vedono “progressi nelle trattative”.
Morale: le borse sembrano ormai allenate a questo teatrino e forse sperano in una schiarita. Così Piazza Affari inaugura la settimana con una seduta in progresso dello 0,74% (a 39.914 punti base) e tra i titoli migliori dei giorno annovera quelli di aziende esportatrici come Buzzi +4,73% e Iveco +3,51%. Sul podio anche Generali +2,17%, con i movimenti sull’azionario che hanno stuzzicato l’appeal speculativo.
Nel resto d’Europa svetta Francoforte, +1,13%, sostenuta dal rimbalzo della produzione industriale a maggio (+1,2%) ben oltre le attese. Sono positive Parigi +0,35%, Amsterdam +0,61%, Madrid +0,69%. Fuori da blocco chiude una seduta debole Londra, -0,16%.
Oltreoceano è al momento negativo l’andamento di Wall Street, dopo il lungo fine settimana festivo per il 4 luglio. Tra i titoli sprofonda Tesla (-7,06%) con il mercato allarmato dalla decisione del ceo Elon Musk di fondare un nuovo partito politico – “America Party” – che potrebbe esasperate i già tesi rapporti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, costando un sacco di soldi alla regina delle auto elettriche.
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Dollaro e petrolio in ripresa
Tra le materie prime rimbalza oggi il petrolio, dopo le pesanti perdite accusate a seguito della decisione dell’Opec+ di aumentare la produzione da agosto in misura superiore a quanto previsto dal mercato.
Il future Brent, settembre 2025, sale dell’1,27% a 69,17 dollari al barile, mentre il greggio texano, agosto, si apprezza dell’1,7% a 67,63 dollari al barile.
Sul mercato valutario rialza la testa anche il dollaro, che risulta ben intonato oggi contro le principali valute. L’euro perde circa lo 0,35% per un cambio di 1,173.
Piazza Affari, banche in prima pagina
Le banche e i titoli finanziari sono sulla prima pagina del listino oggi, con gli investitori che restano sempre in ascolto di novità sulle operazioni in corso.
Tra i titoli coinvolti nel risiko si distingue Mps, +2,1%, che cammina a grandi passi verso la sua presa della Bastiglia, con l’ops su Mediobanca(+0,27%) che dovrebbe partire il 14 luglio. Il titolo di Siena beneficia tra l’altro della promozione di Fitch.
In focus Unicredit +1,59%, in attesa del verdetto del Tar sul Golden Power che limita la sua offerta su Banco Bpm (+1,2%). Secondo fonti stampa la banca guidata da Andrea Orcel ha anche avviato la vendita della sua partecipazione in Generali – pari al 6,49% lo scorso aprile – come già preannunciato dal ceo, che ha definito la quota “non strategica”. Le cessioni recenti, inferiori all’1,5%, non sarebbero soggette a comunicazione alla Consob.
Bene Bper +2,05% e il risparmio gestito, con Azimut +2%. Tra gli assicurativi si distingue Unipol +2,09%.
Sono scoppiettanti Ferrari +1,57% e Leonardo+1,64%, mentre la crescita odierna è frazionale per Telecom, +0,73%, su cui alcuni broker hanno alzato il prezzo obiettivo.
Il nervosismo sul petrolio si riflette invece sui titoli del settore in Piazza Affari, dove in particolare Saipem perde il 2,65%. Sul comparto si fa sentire l’annuncio di Shell (-2,59% a Londra) di tagliare le stime sulla produzione di gas e Gnl nel secondo trimestre.
In ribasso le utility: Snam -1,3%, Italgas -1,35%.
Nell’auto Stellantis cede il 2,09%, dopo le revisioni delle stime di alcuni broker. BofA Global Research ha tagliato il rating a ’neutral’ da ’buy’, e il prezzo obiettivo a 10 euro da 16, mentre JP Morgan ha ridotto il target price a 11 euro dal precedente di 13 euro.
Spread poco mosso
Lo spread chiude a 92 punti base e appare poco mosso rispetto alla scorsa settimana. Restano piuttosto bassi anche i rendimenti: il Btp decennale è al 3,52% contro il 2,6% del Bund.