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Borse asiatiche, pesa ancora l’incertezza Usa

Le borse asiatiche hanno ceduto il passo – con il benchmark regionale ritrattosi dai massimi degli ultimi quattro mesi –, in un giorno in cui i legislatori americani hanno di nuovo fallito nei loro tentativi di trovare  un accordo sull’innalzamento del tetto del debito e sulla ripresa delle operazioni governative. 

Sul fronte dei titoli, LG Electronics, il secondo costruttore mondiale di televisori, che ottiene il 30% delle proprie entrate dal mercato americano, ha ceduto lo 0,6% a Seul.  Newcrest Mining, il maggior operatore minerario australiano, ha lasciato sul terreno il 3,8% a causa del raggiungimento dei minimi trimestrali nel prezzo dell’oro in lingotti.  OZ Minerals, attivo nel rame, è crollato del 7,3% a Sydney dopo aver annunciato una riduzione nelle previsioni di produzione. 

L’indice MSCI Asia Pacific excluding Japan cadeva dello 0,2%  a 471.77 alle 11:29 a Sydney, in un giorno in cui i mercati giapponesi e di Hong Kong erano chiusi per vacanze. 

“Questa è una situazione che nessuno vorrebbe sperimentare perché causa una grande volatilità nei mercati” commenta Angus Gluskie, managing director di White Funds Management. “I due partiti politici statunitensi devono trovare una soluzione. Se non c’è un accordo entro giovedí, i mercati cadranno ulteriormente. Gli investitori cominciano a essere seriamente preoccupati visti anche alcuni segnali di debolezza provenienti dalla Cina”.  

Il leader della maggioranza al Senato Usa Harry Reid sta negoziando con il leader della minoranza Mitch McConnell a seguito della rottura dei  colloqui tra il presidente Barack Obama e il presidente della Camera John Boehner. Le esportazioni cinesi sono cadute inaspettatamente a settembre. Ora gli occhi sono puntati sui dati dell’inflazione di Pechino e New Dehli.

L’indice australiano S&P/ASX 200 è scivolato dello 0,6% e il neozelandese NZX 50 è caduto dello 0,1 per cento. Il sudcoreano Kospi era cambiato di poco. 


Allegati: Bloomberg

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