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Borse 5 giugno: Piazza Affari miglior listino d’Europa sulla spinta delle banche. Effetto tassi e dazi sui mercati

Imagoeconomica

Risale la fiducia sui mercati dopo la telefonata “molto buona” (così la definisce Trump) tra la Casa Bianca e Pechino sui dazi. I listini europei colgono la palla al balzo e dopo un’accelerazione negli ultimi minuti chiudono positivi, mentre Wall Street cambia segno e si muove in cauto rialzo, guardando da un lato anche al taglio dei tassi al 2% da parte della Bce (ampiamente atteso) e dall’altro a dati macro peggiori delle stime, che riaccendono timori di un rallentamento economico negli Stati Uniti.

Piazza Affari si apprezza dello 0,74% a 40.379 punti base, grazie alla spinta delle banche.

Il finale è in verde a Francoforte, +0,28%, in zona massimi storici, Madrid +0,69%, Amsterdam +0,1%, mentre Parigi (+0,08%) e Londra (-0,08%) sono quasi piatte.

Wall Street, volatile in avvio, sembra rafforzarsi in questi minuti nella prospettiva che Trump e Xi Jinping abbiano trovato punti di convergenza e in vista di nuovi colloqui tra i funzionari commerciali dei due paesi. La chiamata “molto positiva” tra i due leader è durata circa 90 minuti e si è concentrata “quasi interamente” sul commercio, ha scritto Trump, su Truth Social.

A New York pesano invece sulla propensione al rischio i timori per l’economia statunitense, riaccesi dai dati sull’occupazione nel settore privato visti ieri e da quelli sulle richieste dei sussidi di disoccupazione, di oggi, salite a 247.000, contro attese per un dato a 236.000.

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Euro in rialzo

Abbastanza movimentato appare al momento il mercato dei cambi dove l’euro guadagna anche oggi lo 0,5% contro dollaro, per un cross di 1,147. A spingere la moneta unica ha contribuito la presidente della Bce Christine Lagarde, secondo cui si sta avvicinando la fine del ciclo di allentamento. La banca centrale è attualmente in “buone condizioni” per far fronte al clima di incertezza che prevale sugli scenari sia di crescita sia di inflazione, ha detto la numero uno di Francoforte.

Il super euro (insieme ai dazi) è una delle ragioni per cui la Bce ha abbassato le stime su inflazione e crescita. La corsa dei prezzi viene ridotta dello 0,3% ed è ora vista al 2% per il 2025, all’1,6% nel 2026 e nuovamente al 2% nel 2027.

La crescita risulta in linea con le stime precedenti quest’anno, +0,9%, e nel 2027, +1,3%. Nel 2026 invece le previsioni sono ridotte all’1,1% dall’1,2% di marzo. Le cose andranno peggio se non si troverà un accordo sui dazi, mentre l’economia troverà una spinta aggiuntiva grazie a una eventuale intesa.

Per Simon Dangoor, di Goldman Sachs Asset Management, la sforbiciata vista oggi comunque non sarà l’ultima. “Poiché l’incertezza legata al commercio continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro e la disinflazione underlying sembra destinata a persistere, ci aspettiamo altri due tagli dei tassi, che potrebbero portare il tasso sui depositi all’1,5% entro fine anno”.

Piazza Affari, pioggia di acquisti sulle banche e sulla difesa

Grandi protagoniste della seduta odierna sono state le azioni bancarie e quelle della difesa. In primo piano c’è Mps +3,18%, mentre si intensificano le grandi manovre sul risiko bancario. Per l’amministratore delegato di Siena, Luigi Lovaglio, l’offerta di Mediobanca (+1,97%) su Banca Generali (+1,45%) e quella di Montepaschi su Piazzetta Cuccia “non sono operazioni alternative”. Nel frattempo sembra intenzionato ad aver un peso specifico importante nella partita Francesco Gaetano Caltagirone che, secondo indiscrezioni stampa, si sarebbe rafforzato al 10% in Mediobanca, in vita dell’assemblea del 16 giugno che sarà chiamata a dare l’eventuale via libera all’Ops su Banca Generali, un’operazione che per il finanziere non ha valenza industriale.

Si apprezzano Popolare di Sondrio +2,97%, Bper +2,3%, Banco Bpm +2,07%, Unicredit +2,23%, Intesa +1,63%.

I titoli della difesa di Piazza Affari festeggiano invece la prospettiva che tutti i paesi Nato si prima o poi si adegueranno a una spesa del 5% sul Pil. Ne è convinto quantomeno il capo del Pentagono, Pete Hegseth, in trasferta oggi a Bruxelles per incontrare i suoi omologhi dell’Alleanza e preparare il terreno verso il summit dell’Aia.

Così Leonardo, +2,18%, che ieri era stato oggetto di prese di beneficio, torna nella top ten del listino, mentre fuori dal paniere principale brinda anche Fincantieri +5,35%. 

Bene Bizzi +2,83%, Generali +1,6% e si conferma in denaro Stm, +1,12%, dopo la volata di ieri innescata dall’ipotesi di un riassetto societario a causa delle tensioni tra Italia e Francia.

Tra le blue chip più penalizzate c’è invece Campari, -4,67%, reduce dalla positiva seduta della vigilia.

Arretrano Moncler -2,98% e Cucinelli -2,68% e si confermano deboli le utility. Snam cede l’1,18%, penalizzata da Barclays che ha tagliato il rating a ’equal weight’ da ’overweight’.

Spread in calo

La settimana prosegue positivamente per i titoli di Stato italiani. Sul secondario lo spread tra Btp e Bund, entrambi di durata decennale, scende a 96 punti base, con tassi rispettivamente al 3,55% e 2,59%.

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