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Borse 25 agosto deboli sia in Europa che a Wall Street ma a Milano brilla Leonardo e le banche reggono

Imagoeconomica

L’allarme sul debito pubblico lanciato da Parigi frena oggi le borse europee, che chiudono una seduta debole, dopo i guadagni della scorsa ottava, mentre un sentimento d’incertezza serpeggia a Wall Street nella mattina americana. La speranza di un taglio dei tassi Usa a settembre, accesa venerdì dal presidente della Fed Jerome Powell, lascia spazio ad alcuni dubbi, in avvio di una settimana che deve superare due forche caudine: la trimestrale di Nvidia (mercoledì) e il dato Pce  sull’inflazione statunitense (venerdì). 

Il tutto in un incandescente contesto geopolitico che non accenna a raffreddarsi. Piazza Affari limita i danni a -0,19% grazie al risiko bancario e all’ennesimo rimbalzo di Leonardo (+2,32%), che nelle scorse settimane aveva perso in una sola seduta il 10% sulle ipotesi di percorsi di pace tra Mosca e Kiev.

Un ribasso molto più robusto colpisce Parigi (-1,59%) allarmata dal primo ministro francese Francois Bayrou, che ha definito il paese come sovraindebitato. Il premier ha chiesto anche un voto di fiducia in Parlamento l’8 settembre. S’impenna così lo spread tra Oat e Bund, che sulla lunghezza decennale sale a 74 punti base (+5,81%) con un tasso del titolo francese al 3,5%. La novità ha peggiorato un sentiment già debole sulle piazze di tutto il continente: Francoforte alla fine cede lo 0,52%%, Madrid l’1,02%, Amsterdam lo 0,2%, mentre Londra è chiusa per festività.

Un’altra batosta per l’azionario europeo è stato il crollo ai minimi storici di Orsted (-16,35%) alla borsa di Copenaghen dopo che le autorità statunitensi hanno ordinato l’interruzione dei lavori del progetto Revolution Wind (da 1,5 miliardi di dollari) al largo della costa del Rhode Island, già completato all’80%, con 45 delle 65 turbine eoliche previste installate. Lo stop mette a rischio anche il successo dell’aumento di capitale da 60 miliardi di corone, annunciato l’11 agosto dalla società danese proprio per fronteggiare le difficolta’ causate dalle decisioni Usa.

Wall Street aspetta Nvidia e guarda al “capitalismo di Stato” in salsa americana

L’andamento è incerto a Wall Street, dove gli indici principali al momento sono contrastati, sale il Nasdaq (+0,1%), ma il Dj (-0,41%) e lo S&P 500 (-0,16%) sono in lieve ribasso.

Tra i titoli Nvidia riprende quota, dopo alcune sedute in perdita, afflitte dal dubbio che i massicci investimenti del mondo tech nell’intelligenza artificiale porteranno adeguati ritorni. Il gigante dei chip con la sua trimestrale deve vincere una sfida all’altezza dei suoi numeri e l’asticella è sempre più alta, per questo si stima che le oscillazioni del titolo potranno andare da più a meno 6%. Ci sarà molto interesse anche nel capire esattamente come funzionerà l’accordo proposto dal presidente Usa Donald Trump, in base al quale Nvidia pagherà al governo degli Stati Uniti il 15% dei suoi guadagni su alcuni chip venduti alla Cina in cambio di permessi di esportazione.

“I dettagli sono scarsi e gli analisti non sono nemmeno sicuri che sia costituzionale, ma questo è il capitalismo di Stato con caratteristiche americane”, osserva oggi Reuters. A proposito dell’interventismo trumpiano nell’economia Intel si apprezza del 2,68%, dopo che il governo degli Stati Uniti ha confermato di aver acquisito una quota del 10% del produttore di chip.  

E questo non resterà un caso isolato: l’amministrazione Usa potrebbe infatti continuare a rilevare quote in società americane con accordi simili a quello raggiunto con Intel, come ha detto il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, in un’intervista a Cnbc, spiegando come la partecipazione in Intel rientra in una più ampia strategia per creare un fondo sovrano che potrebbe includere anche altre imprese.

Tra i titoli in calo Keurig Dr Pepper cede il 7,7%, dopo l’annuncio che la societa’ acquistera’ la rivale JDE Peet’s per circa 18 miliardi di dollari.

Dollaro in lieve recupero

Le probabilità di un taglio dei tassi a settembre sono salite all’85% circa dopo le parole di Powell, ma ciò non impedisce oggi al dollaro di recuperare un po’ del terreno perduto venerdì, ricacciando l’euro sotto quota 1,17 (1,1688).

L’attesa del dato sull’inflazione negli Stati Uniti crea infatti un certo nervosismo (si stima una crescita del 2,9% a luglio), poiché Powell ha parlato di un momentaneo rialzo dei prezzi a causa dei dazi. Il taglio dei tassi è quindi legato alla volontà di sostenere l’economia e scongiurare l’aumento della disoccupazione. Il combinato disposto non convince fino in fondo, in una settimana dominata tra l’altro da una massiccia vendita di titoli del Tesoro.

Sul fronte energetico salgono oggi i prezzi del petrolio: il contratto novembre del Brent è a 68,11 dollari al barile (+1,32%), mentre il future ottobre del greggio texano è a 64,71 dollari al barile (+1,65%).

Piazza Affari, bene Mps e Mediobanca

In Piazza Affari si resta concentrati sul risiko bancario e in particolare sull’offerta in corso di Mps (+0,9%) su Mediobanca (+0,19%), mentre Unicredit (-0,39%) si rafforza in Commerzbank (-1,15% a Francoforte), come principale azionista portando al 26% la propria partecipazione anche nei diritti di voto. “La restante posizione sintetica verrà convertita in azioni fisiche a tempo debito – scrive la banca in una nota – portando la partecipazione azionaria complessiva a circa il 29%”. Il governo tedesco ribadisce però che l’attivismo della banca italiana su quella teutonica è ritenuto ostile.

Bene oggi Popolare di Sondrio, +1,02%, dopo che Bper, -0,17%, (che controlla la valtellinese con oltre l’80%) ha depositato tre liste di complessivi 15 candidati per l’assemblea del 15 settembre sul rinnovo del cda. Come presidente viene indicato Andrea Casini e fra i candidati al nuovo board ci sono Elvio Sonnino, vice direttore generale e chief operating officer di Bper, e Giuseppe Recchi, ex presidente di Tim.

Fuori dal comparto bancario e al netto di Leonardo, salgono Saipem +1,12%, Amplifon +0,71 e Nexi +0,75%. La lista dei maggiori ribassi, tra le blue chip, si apre con Cucinelli -1,29%, seguita da Prysmian -1,24%, Campari -0,93%, Pirelli -0,88%. Sono deboli anche molte utility.

Spread in rialzo

La seduta è in rosso sul secondario, dove lo spread tra Btp e Bund, entrambi di durata decennale, sale a 86 punti base. I tassi sono indicati rispettivamente al 3,61% e 2,76%. Sul fronte macro si registra oggi il miglioramento della fiducia delle imprese tedesche, con l’indice Ifo salito ad agosto a 89 punti (da 88,6 di luglio).

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