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Borse 20 giugno più serene per l’allontanarsi dell’intervento diretto Usa in Iran: Piazza Affari recupera quota 39 mila

Imagoeconomica

Le borse europee chiudono contrastate l’ultima seduta di una settimana debole e volatile, tenuta in scacco da missili che sibilano sempre più minacciosi nei cieli mediorientali, nonostante le flebili speranze diplomatiche che si sono accese nelle ultime ore. Oggi inoltre la seduta è stata condizionata dalle scadenze tecniche, poiché è il terzo venerdì del mese o giorno delle quattro streghe.

Milano si apprezza dello 0,74% a 39.231 punti base, spinta dai titoli finanziari e guidata da Azimut (+3,83%), in grande spolvero su voci di un interesse del fascinoso miliardario Andrea Pignataro. Secondo Bloomberg infatti “Ion”, società del finanziere bolognese, potrebbe entrare nel capitale di Tnb, banca digitale in fase di creazione da Azimut e Fsi 

Nel resto d’Europa sono in ordine sparso Francoforte +1,37%, Parigi +0,48% e Madrid +0,71%, Londra -0,2% e Amsterdam -0,09%.

Oltreoceano Wall Street si muove incerta a fine mattinata (DJ +0,37%, S&P 500 +0,1%, Nasdaq -0,2%), dopo l’avvio intonato sulle attese di un taglio dei tassi d’interesse già a luglio da parte della Federal Reserve, possibilità palesata da Christopher Waller, componente del board.

L’Iran è disposto a trattare sull’uranio?

A riaccendere la propensione al rischio in mattinata è stata la speranza di nuove vie diplomatiche tra Tel Aviv e Teheran, dopo che la Casa Bianca si è presa due settimane per decidere se gli Stati Uniti entrarono in guerra al fianco di Israele e benché Netanyahu abbia chiarito: “Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza Trump”.

In queste ore inoltre è in corso un vertice a Ginevra tra i ministri degli esteri di Germania, Francia, Gran Bretagna e Iran, dove si potrebbero negoziare i limiti dell’arricchimento dell’uranio nella repubblica islamica. Le notizie provenienti dalla Svizzera su questo punto però sono per ora in chiaroscuro, mentre i toni restano molto alti tra le parti belligeranti.

Petrolio a due velocità

La stella polare di queste giornate è il petrolio, visto che l’Iran è il terzo produttore mondiale di oro nero. Dopo i recenti guadagni, la seduta del greggio sembra destinata oggi a chiudersi  in rosso, anche se i future si stanno muovendo a velocità diverse.

Il greggio texano, scadenza agosto, perde lo 0,19% e mostra un prezzo di 73,36 dollari al barile. Il Brent, stessa scadenza, perde invece il 3%, a 76,48 dollari al barile. Scende anche il prezzo del gas ad Amsterdam, sotto 41 euro al Mwh.

Sul mercato valutario il dollaro è avviato a chiudere un’ottava in rally, ma l’euro recupera un cambio oltre 1,15.

Piazza Affari, bene le banche e Tim

In Piazza Affari hanno ripreso quota oggi le banche, a partire da Bper +2,55%, Mps +1,94% e Pop di Sondrio +1,82%. Bene anche Unicredit, +1,6%, dopo che l’ad Andrea Orcel, in un’intervista a La Repubblica, ha parlato di “probabile” ritiro dell’offerta su Banco Bpm (+0,2%) senza chiarezza sul Golden Power, pur dicendo che la banca proverà a fare di tutto per superare gli ostacoli.

Denaro anche per Telecom Italia +2,9%, dopo la frenata di ieri. Gli investitori sembrano pronti a scommettere su qualche novità a valle dell’assemblea dei soci che si riunirà la prossima settimana. I titoli aggiornano così un nuovo massimo 2025 a 0,4042 euro.

Svettano inoltre tra le blue chip Interpump +2,52%, Campari +2,32% e Buzzi +2,06%.

Stellantis si apprezza dello 0,33%, sulla buona performance del comparto auto europeo e sui dati di vendita delle ibride e dei veicoli commerciali. Secondo Reuters poi la casa italo-francese sta valutando la cessione di Maserati, un’opzione suggerita da McKinsey nell’ambito di un’analisi strategica.

I realizzi penalizzano le utility: Snam -0,83%, Terna -0,9%, A2a -0,57%. Perde leggermente quota Leonardo -0,21%, mentre il ministro italiano della difesa Guido Crosetto va all’attacco dell’alleanza atlantica: ”La Nato non ha più ragione di esistere – dice a margine di un convegno a Padova – una volta il centro del mondo era l’Oceano Atlantico, ora è il mondo”. 

Spread stabile

Si chiude senza grossi scossoni la seduta sul secondario, dove lo spread tra Btp decennale e omologo tedesco arretra a 101 punti base, con rendimenti stabili rispettivamente al 3,52% e 2,52%.

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