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Borsa: l’exploit di Ferrari e la corsa di Tim non salvano Milano

Banche a picco e Ferrari alle stelle portano Piazza Affari a chiudere la seduta in calo dello 0,21%, a 19.730 punti. Sull’umore degli investitori pesa oggi il dato Istat sul pil del IV trimestre 2018 (-0,2%) che certifica la recessione tecnica del paese. Il problema potrebbe essere anche la stagnazione nel 2019, come molti istituti sembrano prevedere in questo momento. In una prima fase il listino principale arriva così a perdere oltre l‘1%, per poi recuperare nel finale.

Composta la reazione dell’obbligazionario: lo spread fra decennale tedesco e italiano sale a 243.30 punti base (+0,83%), pur con il rendimento del Btp in leggerissimo calo al 2,59%. Un trader ha spiegato a Reuters che la pubblicazione di dati non buoni dà luogo a una doppia chiave di lettura. In questo periodo sembra prevalere quella favorevole al mercato, per l’attesa che la Bce allontani i tempi di un restringimento della politica monetaria.

Contrastate le altre piazze europee, mentre a Wall Street il Dow Jones, partito in rosso, sta recuperando terreno. Francoforte chiude piatta, -0,06%, impensierita da Deutsche bank (-3,91%), dopo che Bloomberg, in mattinata ha scritto che DB potrebbe guardare entro metà anno a una fusione con Commerzbank (-6,72%) se la sua performance non migliorerà nei primi tre mesi del 2019.

La giornata è particolarmente nervosa per il settore creditizio anche per la notizia che la Commissione europea accusa otto banche, di cui non si sa il nome, di aver fatto cartello nel trading di titoli governativi della zona euro tra il 2007 e il 2012. Le vendite prevalgono a Madrid -0,18%, mentre Parigi e Londra sono positive (rispettivamente +0,36% e +0,46%).

A New York si registrano per ora velocità diverse, dopo il rally di ieri a seguito di una Federal Reserve sempre più “paziente e flessibile”. Il Nasdaq è trascinato da Facebook, +12,98%, grazie a una trimestrale record, mentre il Dow Jones arretra leggermente, con i dati deludenti di Microsoft (-1,49%) e DuPont (-7,65%). I molti tweet di Donald Trump sulla trattativa con la Cina forniscono poi un quadro ancora opaco sulle prospettive di un accordo futuro.

L’euro-dollaro è in area 1,145. Non si ferma  la corsa dell’oro, che è a 1321,33 dollari l’oncia. Il petrolio, tipo Brent si apprezza dell‘1,04% e sale a 62,18 dollari al barile; mentre il Wti è in calo dello 0,24% a 54,1 dollari al barile. In Piazza Affari la seduta è particolarmente brillante per Ferrari, +11,02%, premiata per i conti 2018, con l’utile in crescita del 20%. Ottime le prospettive 2019, si stima una crescita dei ricavi del 3% a 3,5 miliardi di euro.

Seduta sugli scudi anche per Telecom, +4,97%, in scia alla notizia che il fondo americano Elliott è salito al 9,4% del gruppo (era all‘8,8%). Bene Recordati, +3,98%, alla vigilia dell’ultimo giorno dell’offerta pubblica d’acquisto lanciata dal fondo Cvc, attraverso Rossini Investimenti, sul 46,7% del capitale. L’opa è andata praticamente deserta. La Juventus inverte la rotta e torna a crescere dopo la batosta sul campo in Coppa Italia: +1,97%. In rialzo Saipem +2,39%. Solo per le banche è una vera caporetto: Bper -6,07%; Ubi -4,72%; Banco Bpm -4,86%; Unicredit -4,%; Intesa -3,21%.

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