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Borsa Italiana diventa americana o resta europea?

Wikimedia - Paolobon140

Il London Stock Exchange acquisisce Refinitiv, l’ex divisione dati di Thompson Reuters. L’operazione da 27 miliardi di dollari (di cui 12,5 miliardi di debiti) è stata approvata il 25 novembre dai soci del gruppo Lse, lo stesso che da 12 anni detiene il controllo di Borsa Spa, Mts – il mercato telematico dei titoli di Stato – ed Elite, la piattaforma nata nel 2012 dalla collaborazione tra Borsa Italiana e Confindustria che raccoglie oltre mille piccole e medie imprese non quotate.

Dai dati di Refinitiv arriverà quasi il 70% dei ricavi della nuova società, che ammonteranno complessivamente a circa 6,8 miliardi di euro, mentre come sottolinea Il Sole 24 Ore il peso di Borsa Italiana sugli utili di Lse, oggi pari a circa la metà del totale, sarà fortemente ridimensionato. Novità importanti riguarderanno l’azionariato del colosso che nascerà dalle nozze tra Lse e Refinitiv: il 37% delle quote e il 30% dei diritti di voto sarà infatti in mano al duo Blackstone-Thomson Reuters (che oggi controlla Refinitiv).

L’operazione dovrebbe essere portata a compimento nella seconda metà del 2020, ma prima dovrà superare il giudizio delle autorità di regolamentazione e Antitrust europee e americane. Ed è proprio in questo contesto, che sull’altare su cui si celebrerà il matrimonio tra Refinitiv e Lse potrebbe essere sacrificata, in parte o in toto, proprio Borsa italiana, il cui valore ammonta a circa 3,5-4 miliardi. La cessione avrebbe un doppio scopo: da un lato alleggerire il dominio di un colosso il cui margine d’azione spazierebbe da Wall Street a Piazza Affari passando per la City di Londra, dall’altro finanziare un’operazione che prevede, lo ricordiamo, l’assorbimento da parte di Lse di 12,5 miliardi di debiti in capo alla società Usa.

Anche la cessione totale o di alcuni asset di Borsa Spa in chiave Antitrust potrebbe però nascondere delle insidie relative alla possibilità, sottolinea Il Sole 24 ore, che si determini “un ridimensionamento del mercato all’ingrosso dei titoli di Stato”, con ricadute pesanti sull’Mts.

L’Mts come piattaforma è per l’Italia strategica, seguiamo l’evoluzione della vicenda Lse/Refinitiv. Il quadro informativo è dinamico e come tale per definizione è incompleto”, ha affermato lo scorso 30 ottobre Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro, avvertendo dunque che l’Italia sta osservando molto da vicino l’operazione. Per questo c’è chi mette in luce la possibilità per il Governo di esercitare il golden power con lo scopo di preservare un asset decisivo per il Paese.

C’è da considerare infine un’ultima opzione, quella che Borsa Italiana resti europea, passando nelle mani di Euronext, società che attualmente controlla le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona e Oslo e che sta cercando di inserire nella sua collezione anche la Bolsa de Madrid (i negoziati sono in corso). Prendersi Milano sarebbe dunque un colpaccio che consentirebbe ad Euronext di fare il salto di qualità definitivo. Il suo valore al momento è di circa 5 miliardi. Assorbendo Milano (3,5-4 miliardi) e Madrid (2,1 miliardi), Euronext riuscirebbe a raddoppiare il suo peso, controllando tre tra le principali piazze continentali. Il risiko delle Borse continua.

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Categories: Finanza e Mercati