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Borsa, Ftse Mib in rialzo (+16,4%) nel primo semestre: banche superstar ma sono Leonardo e Tim le regine di Piazza Affari

Imagoeconomica

Sono costantemente sembrate sull’orlo del crack, ma alla fine hanno sempre recuperato il terreno perso, macinando rialzi. Si può riassumere così l’andamento delle Borse nel primo semestre del 2025, con il Ftse Mib che in sei mesi ha guadagnato il 16,4% del suo valore, piazzandosi al terzo posto della classifica continentale dietro all’indice spagnolo Ibex (+21,3%,) e al tedesco Dax (+20,2%).

Banche protagoniste del primo semestre di Borsa

A dominare i primi sei mesi del 2025 è stato senza ombra di dubbio il risiko bancario, che però, tra prede e predatori, sembra aver fatto bene un po’ a tutti. Almeno guardando alle performance di Borsa, con il sottoindice di comparto che da inizio anno ha guadagnato il 30% nonostante il taglio dei tassi della Bce, almeno in teoria, avrebbe dovuto almeno in parte rallentare la loro corsa degli istituti di credito. 

E invece, quasi tutte le principali big bancarie del Ftse Mib da inizio anno registrano rialzi a doppia cifra. La migliore? Unicredit che dal 1° gennaio ha guadagnato oltre il 47% del suo valore, sebbene sia l’ops su Banco Bpm (+27% da inizio anno) che la scalata di Commerzbank negli ultimi mesi abbiano vissuto più di una battuta d’arresto, portando l’ad Andrea Orcel a mettere in forte dubbio la riuscita della prima operazione e a optare per un atteggiamento attendista sulla seconda. 

In forte crescita anche Bper e Pop Sondrio: l’offerta della prima sulla seconda è iniziata il 16 giugno 2025 e terminerà l’11 luglio 2025, con le adesioni che al 30 giugno sfiorano il 20%. Ebbene la Popolare di Sondrio nel semestre è salita del 44,48% a 11,635 euro, sopra il prezzo offerto da Bper, che segna invece +25,6%. Ma a fare ancora meglio è Unipol, che possiede il 19,8% della banca emiliana e il 19,7% di quella valtellinese e che da inizio anno è salita di oltre il 40%.

Anche tra Mps e Mediobanca è la preda a guadagnare più del predatore. Da quando lo scorso 24 gennaio l’istituto guidato da Luigi Lovaglio ha lanciato un ops su Piazzetta Cuccia, lasciando di stucco l’intero panorama finanziario italiano, il titolo di Mediobanca ha corso a più non posso, mettendo in scena un rialzo superiore al 35% a fronte del +4,6% semestrale di Mps. Una performance che ha ampliato lo sconto dell’offerta lanciata dalla banca senese a circa il 7,5%. In rialzo anche i titoli coinvolti più o meno direttamente nell’operazione: Generali segna +11,28%, Banca Generali, oggetto a sua volta di un ops da parte di Mediobanca, sale del 5%, Banca Mediolanum, che lunedì sera ha annunciato la vendita della sua storica partecipazione nella banca d’affari milanese, avanza del 27,5%.

Semestre in rialzo anche per le banche che sono rimaste (volontariamente) fuori dal risiko bancario:  Intesa Sanpaolo sale del 26,4%, Finecobank sfiora il +12%.

Borsa: Leonardo e Tim regine del primo semestre

Ampliando lo sguardo a tutte e 40 le blue chip si scopre che, sebbene l’attenzione fosse (quasi) tutta sulle banche, la regina del primo semestre è Leonardo. Il titolo della società della difesa, spinto al rialzo dalle tensioni geopolitiche – dalla guerra tra Russia e Ucraina ai conflitti in Medio Oriente – in soli sei mesi ha guadagnato oltre l’82% del suo valore a quota 47,74 euro per azione (alla chiusura di lunedì). In grande spolvero anche Iveco (+75,5%), mentre si affolla la gara per la sua divisione Defence, e Telecom Italia che da inizio anno ha registrato un rialzo del 70% dopo la vendita della rete a Kkr e di Sparkle a Mef e Retelit.

Fanalino di coda del Ftse Mib è invece Stellantis (-33%), zavorrata dalla profonda crisi dell’auto, che ha colpito anche gli altri titoli del comparto, e dal cambio al vertice tra l’ex ceo Carlos Tavares, dimessosi nel dicembre del 2024, e il nuovo Antonio Filosa, entrato in carica lo scorso 28 maggio.

Milano in lieve ribasso a giugno

Il saldo tra + e – cambia di colpo se si riduce l’orizzonte temporale dal semestre all’ultimo mese, al termine del quale le Borse europee segnano lievi perdite, con Milano che a fine giugno registra un ribasso dello 0,7%. Si tratta di 30 giorni nei quali le vendite degli investitori hanno colpito in modo altalenante molti dei principali settori dell’economia del Vecchio Continente: in “rosso” auto, banche, beverage e tlc; positivi invece costruzioni, oil, tech e utility. Un andamento mensile che si rispecchia anche a Piazza Affari dove il mese scorso le performance migliori sono quelle registrate da St (+17,4%), Tim (+11,2%) e Tenaris (+8,2%). Maglia nera in questo mese, invece, per Moncler (-12,1%), Leonardo (-11,9%) e Pirelli (-7,1%).

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