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Borsa, Finmeccanica vola su rumors Ansaldo Breda

Continua la scalata al Paradiso di Finmeccanica. Dopo il rialzo record di lunedì (+18%) la holding pubblica capitanata da Giuseppe Orsi ha messo a segno un ulteriore balzo del 11,76%. Un salto in avanti che non può esser messo in collegamento solo con la voce di un possibile coinvolgimento di Cdp e Ferrovie dello Stato nel piano per l’Ansaldo Breda. Semmai, all’origine del rilancio del gruppo della difesa c’è la combinazione di diverse notizie positive sul fronte delle commesse: la più importante è senz’altro la fornitura da parte di Alenia ad Israele di 30 aerei addestratori per 1 miliardo di dollari. Ma la commessa a Tel Aviv non è l’unica: nei giorni scorsi erano state annunciate commesse per 112 milioni per il gruppo Telespazio. Lunedì 13 la controillata Agusta Westland aveva messo a segno ordini per un controvalore complessivo di circa 730 milioni relativo a più di 100 elicotteri per uso commerciale alla fiera Hell –Expo in corso a Dallas. Insomma, nel giro di una settimana il portafoglio ordini della società si è arricchito di commesse per due miliardi di ordini circa, a conferma che la società, superato un 2011 drammatico ed archiviata una drastica azione di pulizia dei bilanci, ha le carte in regola per avviare il turnaround grazie alle nuove commesse, soprattutto dal fronte dei Paesi emergenti.

E così gli analisti, ancor prima del Cda per i conti 2011, già si proiettano sulle prospettive del 2012. Per il 2011, il consensus degli analisti parla di un Ebita negativo per 200 milioni di euro, con perdita netta di poco inferiore al miliardo (960 milioni). La raccolta ordini dovrebbe aggirarsi attorni ai 18 miliardi euro. L’indebitamento netto dovrebbe essere pari a 3,4 miliardi di euro. Infine, il mercato dà per probabile che il nuovo vertice proceda al completamento delle pulizie di bilancio: ci saranno altre svalutazioni (cifra precisa attorno al miliardo) in buona parte legata alla revisione verso il basso dell’avviamento della controlla Usa Drs.

Ma nel 2012, anno della grande ristrutturazione, l’Ebita dovrebbe recuperare fino ad un margine del 5,5% ( 940 milioni circa). Il debito, nel caso l’azienda riesca a portare a termine i piani di cessione previsti (Ansaldo Breda in testa) potrebbe scendere a 2,5 miliardi di euro.

Tutto dipenderà, in sostanza, da:

  1. Il taglio dei costi non ricorrenti

  2. La sospensione del dividendo,

  3. La vendita di asset non strategici

  4. La riduzione degli investimenti non strategici

  5. La ristrutturazione di Ansaldo Breda, qualora non andassero in porto i piani di vendita e conseguente deconsolidamento dell’azienda (obiettivo cui Orsi non rinuncia)

Ma, soprattutto, è importante la sfida sul fronte delle nuove commesse, da acquisire senza trascurare l’aspetto della profittabilità come è accaduto in passato. Semmai si tratta di sviluppare le sinergie con il made in Italy hi tech, al centro del manifesto inviato da Finmeccanica in Confindustria in cui si sollecita che viale dell’Astronomia “assuma la leadership nel processo di internazionalizzazione delle imprese attraverso la creazione di una cabina di regia che definisca le priorità e coordini le politiche di promozione”. Al momento, recita il documento, “i benefici che Finmeccanica trae dall’appartenenza a Confindustria non sono proporzionati al suo rilevante impegno economico a favore dell’Associazione (4 milioni di euro)”. Ma, una volta tanto, non è questione di poltrone bensì di indirizzi e di scelte.  

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