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Borsa e Btp respirano: la speculazione abbassa il tiro

Wikimedia Commons - Goldmund100

La Grande Paura, almeno per ora, è rientrata. L’Italia, agli occhi del mercato, resta un grande problema, ma non una minaccia per il futuro dell’euro. È questa la sensazione prevalente in attesa di notizie un po’ più chiare dal Bel Paese. Ma l’esito positivo dell’asta sui titoli di Stato e la ripresa di Piazza Affari hanno restituito un po’ di serenità ai mercati: l’euro stamattina è in lieve rialzo a 1,167 sul dollaro, +0,1%. Gli eventi italiani, ammonisce però Goldman Sachs, costringeranno la Bce a rinviare il primo rialzo dei tassi dopo la metà del 2019, nonostante il rialzo dell’inflazione in Germania.

SCATTANO DOMANI I DAZI USA SUI METALLI

Ridimensionato il rischio Italia tornano ad emergere gli altri problemi. A partire dall’offensiva sui commerci degli Usa. Wilbur Ross, il miliardario a capo della politica americana sui dazi, ha ribadito che il primo giugno scatteranno le nuove tariffe sull’import di metalli dall’Europa e ha ribadito la linea dura verso la Cina. Non meno caldo il fronte iraniano. Ieri Teheran ha posto la Francia di fronte ad un ultimatum: o entro due mesi rifiuta di aderire alle sanzioni di Washington oppure i lavori per il raddoppio del terminale di South Pars passeranno da Total alla cinese Cnpc.

SALE IL GIAPPONE, LA CINA ENTRA NEL PANIERE MSCI

I problemi, insomma, non mancano. Ma tra le Borse torna a crescere la propensione al rischio. Salgono stamattina le Borse dell’Asia. La Borsa di Tokyo sale dello 0,5%, mentre lo yen è poco mosso. Ha deluso il dato sulla produzione industriale del Giappone, salita meno del previsto questo mese.

In Cina invece, un indicatore dell’attività industriale elaborato dall’ufficio statistico centrale, si è spinto a 51,9 punti, da 51,4 di aprile. Meglio delle aspettative. La Borsa di Hong Kong è in rialzo dello 0,9%, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna l’1,5%.

È una giornata a suo modo storica per la finanza internazionale. Oggi, dopo tre rinvii, entrano nell’indice Msci Emerging Markets 234 azioni cinesi finora rimasti fuori dal paniere cui guardano i principali prodotti rivolti agli investitori stranieri. Le azioni di Pechino rappresenteranno d’ora in poi circa un terzo dei fondi dedicati ai mercati emergenti.

WALL STREET OK. LA FED ARCHIVIA LA VOLCKER RULE

In forte ripresa ieri sera Wall Street grazie al recupero dei titoli finanziari ed al rimbalzo dei petroliferi. Tutti su i principali indici: Dow Jones + 1,26%, S&P 500 +1,27%, Nasdaq +0,89%.

Ancora un record per il Russell 2000 (+1,5%). L’indice delle small cap segnala così il buon momento dell’occupazione (+178 mila nuovi posti di lavoro nell’industria privata) e della crescita (rivisto a +2,2% il dato primo trimestre visto ora in accelerazione al 3%).

Intanto la Fed sta lavorando ad una revisione della Volcker Rule, la normativa che vieta alle grandi banche il trading con i mezzi propri.

PETROLIO DI NUOVO IN VOLO. COMMESSE PER SAIPEM

In ascesa il petrolio: il  Brent ha chiuso in rialzo del 2,8%, a 77,5 dollari il barile, anche grazie ad un report dove si parla della possibilità che Opec e Russia, possano accordarsi per non incrementare la produzione, mantenendola sui livelli attuali. Stamattina il greggio del Mare del Nord tratta a 77,2 dollari. Il barile Wti ha guadagnato 1,48 dollari a quota 68,21.  Exxon  +2,9%, Chevron +2,7%.

A Piazza Affari Eni +1,3%. Giornata altalenante per Saipem che si è mossa per l’intera seduta intorno alla parità per poi guadagnare l’1% nel finale. HSBC ha annunciato di avere avviato la copertura con un giudizio Buy e un target price di 4,25 euro. Inoltre sono in arrivo commesse dalla Thailandia, dal Messico e dall’Azerbaijan. Equita stima una raccolta ordini 2018 di 7,35 miliardi di euro.

MILANO RECUPERA, SEGUE FRANCOFORTE

Piazza Affari ha risollevato ieri la testa dopo un avvio di settimana da incubo. Il successo (pur a caro prezzo) dell’asta sui Btp e la scommessa su uno sbocco positivo della crisi di governo hanno momentaneamente allentato la tensione che resta altissima. A sbloccare la crisi potrebbe essere il passo indietro di Paolo Savona, come suggerito dal Movimento 5 Stelle. Ma la situazione resta incerta: il Quirinale e Carlo Cottarelli hanno detto di “non voler forzare i tempi”.   Nel frattempo, l’ombrello della Bce resta aperto: gli acquisti sono proseguiti regolarmente, nonostante la fortissima volatilità.

La Borsa di Milano ha chiuso in rialzo del 2,09% a quota 21.798 punti. Volumi molto sostenuti per un controvalore di 4,5 miliardi di euro.

Più contrastate le altre Borse europee. Scendono Parigi (-0,2%), penalizzata dallo stacco cedole e Zurigo (-0,39%).

Tra i listini europei brilla Francoforte +0,96%, confortata anche da una serie di dati macro: vendite al dettaglio e disoccupazione in Germania, rispettivamente in aumento del 2,3% ad aprile e in calo al 5,2% a maggio. Sale l’inflazione +2,2%, oltre le stime. Londra +0,78%, Madrid +0,44%.

BLACKSTONE: ITALIA, PERCHE’ NO?

Le tensioni del Bel Paese non spaventano tutti i Big della finanza. Blackstone Group resta aperta alla possibilità di fare accordi in Italia malgrado l’incertezza politica. Lo ha detto il presidente e chief operating officer Jon Gray. “Certo”, ha detto Gray durante una conferenza organizzata da Deutsche Bank, alla domanda se in questo momento la società comprerebbe asset italiani. “Dipende del prezzo”, of course.

Il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, si è detto fermamente convinto che la maggioranza degli italiani abbia “una posizione molto pro europea” e che la zona euro è stabile e meglio preparata per affrontare le situazioni difficili rispetto agli ultimi anni.

TIENE IN ASTA LA DIGA DEI BTP, SPREAD SOTTO 250 BP

È stata un’altra giornata campale per il mercato del debito. Hanno chiuso in rialzo, ma sotto i massimi di seduta, i principali benchmark sul secondario italiano, in una giornata caratterizzata comunque da ampie oscillazioni in reazione alle continue evoluzioni della scena politica italiana.

Il bilancio delle aste non è entusiasmante ma, date le premesse, è stato evitato il peggio. In totale sono stati collocati 5,571 miliardi rispetto a un intervallo di offerta tra 3,75 e 6 miliardi.

Il decennale è stato assegnato per 1,821 miliardi a fronte di una forchetta prevista fra 1,5 e 2,25 miliardi. Sono state tagliate le offerte che chiedevano un tasso sopra il 3%.

Massima invece l’assegnazione degli altri due titoli, il 5 anni e il Ccteu, offerti comunque anch’essi per un ammontare piuttosto limitato.

Particolarmente buona la domanda degli specialist sul Bot a 6 mesi in occasione della riapertura di sull’asta di martedì: sono stati infatti collocati tutti i 550 milioni previsti, con una domanda pari a 2,224 miliardi, oltre quattro volte l’importo offerto.

Dopo aver toccato ieri un picco a 324 punti base, lo spread con la Germania sul tratto decennale è sceso fino a 249 punti base, con un temporaneo ritorno del rendimento sotto il 3%, mentre quello sul tratto a 2 anni ha toccato un minimo di seduta sotto quota 231 punti base, con un ritorno del rendimento sotto il 2%, fino a un minimo di seduta a 1,583%.

Il Cds a 5 anni è oscillato in seduta fra 247 e 272 punti base e attorno alle 17,30 quota 249 punti base.

FCA SVELA LE CARTE: JEEP RADDOPPIA I TARGET

L’attesa per l’Investor Day  di Fiat Chrysler (+4%) di domani ha in parte distolto l’attenzione dalla cisi politica che grava su Piazza Affari. Secondo Bloomberg, per l’occasione verrà annunciato il raddoppio dei target di Jeep e la creazione del polo del lusso con la valorizzazione di Maserati. Il marchio Fiat invece sarà ritirato dagli Usa e dalla Cina. L’agenzia Usa scommette che, in occasione dell’incontro di Balocco, dove si presentò per la prima volta alla stampa internazionale ne 2004, Marchionne potrebbe indossare una cravatta. Bene anche Ferrari (+1,8%).

BANCHE IN RALLY.  FINECO AL TOP

A guidare la riscossa sono state però le banche. L’indice di settore avanza del 2,58%, in controtendenza rispetto allo Stoxx europeo di settore -0,43%. Fa eccezione Ubi, leggermente sotto la parità.

La miglior blue chip è Fineco +6,44%.  Bene anche i resto del settore nonostante la cautela di BofA Merrill Lynch che, vista la situazione politica, ritiene che il settore rappresenti “un investimento problematico”.  Il broker taglia quindi i giudizi sugli istituti italiani: Unicredit (ieri +1,4%) e Intesa +3,2% a ‘neutral’ da ‘buy’ Banco Bpm +3% e Ubi a ‘underperform’ da ‘neutral’. Mediobanca, tra i migliori titoli del listino con un balzo del 6,4%, resta invece ‘buy’. Lo studio mette inoltre in evidenza altri possibili rischi per il sistema bancario, come una futura carenza di liquidità o maggiori difficoltà nella vendita dei crediti deteriorati. FinecoBank +6%.

L’agenzia Moody’s ha deciso di mettere sotto osservazione 12 banche italiane a seguito dell’avvio della revisione del rating sovrano dell’Italia in vista di un possibile ‘downgrade’.

POSTE +3,9%: LO SPREAD PUÒ ESSERE UN’OPPORTUNITÀ

Unipol +2,5%. UnipolSai  +4%. Si parla sul Sole 24 Ore di una riorganizzazione della catena di controllo, nell’articolo si ipotizza un matrimonio alla pari con un altro operatore del settore, anche straniero

Poste italiane+3,9%. L’A.D. Matteo Del Fante ha dichiarato che l’ampliamento dello spread tra Btp e Bund decennali “può costituire un’opportunità per la liquidità” del gruppo. Il management ha confermato che la cedola verrà incrementata del 5% ogni anno da qui al 2020, come previsto dal piano.

ANCHE ITALGAS SI PREPARA ALL’INVESTOR DAY

Italgas  +3,04% a 4,48 euro: secondo Berenberg (buy, Tp 5,3 euro) potrebbe alzare il dividendo in occasione del Capital Markets Day del 13 giugno.

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SUSPENCE PER TREVI, COIMA FA ANCORA SHOPPING

Trevi +3,33% in attesa di notizie dal Cda che si è riunito per valutare la proposta di Bain di sottoscrivere un bond super senior da 150 mln con un tasso di circa il 10% a fronte della conversione in equity e strumenti finanziari partecipativi di circa 300 milioni di debito.

Fiera Milano +2%. Banca Imi ha alzato il target a 3,6 euro, da 2,6 euro e migliorato la raccomandazione (Buy da Add).

Continua lo shopping di Coima Res (-0,7%) che ha acquistato un immobile di 12.300 mq situato in via Tocqueville, zona Porta Nuova di Milano: prezzo 58,5 milioni.

Categories: Finanza e Mercati