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Blitz Usa a Baghdad: ucciso il capo militare iraniano Suleimani

Wikimedia Commons

Nella notte fra giovedì e venerdì, gli Stati Uniti hanno bombardato con un raid aereo l’aeroporto di Baghdad, in Iraq, uccidendo il potente generale iraniano Qassem Suleimani, oltre a una serie di miliziani iracheni.

Il Pentagono ha fatto sapere che l’attacco con i droni è stato ordinato dal presidente in persona, Donald Trump, che non aveva informato il Congresso della decisione e poche ore dopo si è limitato a pubblicare su Twitter una bandiera americana.

CHI ERA IL GENERALE SULEIMANI

Il generale Suleimani, uno degli uomini più popolari in Iran, era il capo delle forze Quds, corpo speciale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane incaricato di compiere operazioni all’estero. Oltre a essere il coordinatore delle azioni militari iraniane in varie zone di crisi del Medio Oriente, a cominciare da Siria e Iraq, Suleimaini comandava anche l’intelligence di Teheran ed era molto vicino alla Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei.

IL PERICOLO DI UNA GUERRA USA-IRAN

La sua uccisione è il più grave atto di guerra compiuto dagli Stati Uniti contro l’Iran negli ultimi quarant’anni e rischia di avere conseguenze gravissime, perché Teheran non potrà non rispondere. I predecessori di Trump alla Casa Bianca avevano sempre accantonato il progetto di eliminare Suleimaini proprio per il timore di aprire un conflitto militare con l’Iran.

LE GIUSTIFICAZIONI DEGLI USA

Il responsabile della Difesa Usa, Mark Esper, ha scritto in un comunicato che “il generale Suleimani stava attivamente sviluppando piani per attaccare i diplomatici americani e altro personale in Iraq e in tutta la regione” e ha aggiunto che già in passato si era reso responsabile della morte di centinaia di militari statunitensi.

COSA ERA ACCADUTO NELL’ULTIMO MESE

A dicembre l’uccisione di un contractor americano aveva già portato a un altro attacco militare Usa contro la milizia irachena filoiraniana Kataib Hezbollah. A sua volta, quella missione aveva provocato – tra martedì e mercoledì di questa settimana – l’assalto all’ambasciata statunitense a Baghdad da parte di migliaia di manifestanti filoiraniani.

TEHERAN PARLA DI UN “ATTO DI TERRORISMO INTERNAZIONALE”

Il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha definito l’attacco statunitense un “atto di terrorismo internazionale” e ha sottolineato che Suleimani è stato “la forza più efficiente nella guerra contro l’Isis”, in quanto coordinatore delle milizie irachene filoiraniane nella guerra contro lo Stato Islamico in Iraq. Teheran ha già annunciato ritorsioni contro gli Usa.

ANCHE IL GOVERNO IRACHENO CONDANNA L’ATTACCO

Quanto al governo iracheno, alleato sia degli Stati Uniti che dell’Iran, il primo ministro Adil Abdul Mahdi (sciita) ha condannato l’attacco statunitense definendolo “un’aggressione” e una “flagrante violazione” dell’accodo di sicurezza che permette alle forze militari americane di essere presenti in Iraq.

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