Il Governo spagnolo ha autorizzato l’Opa bancaria della Bbva sul Banco Sabadell ma la fusione potrà avvenire solo fra tre anni, eventualmente prorogabili. Ora toccherà al board della Banca di Bilbao decidere se proseguire l’Opa ostile o considerare inaccettabili le condizioni poste dal Governo Suarez che sono peraltro diverse da quelle indicate dall’Antitrust e che mirano a congelare i posti di lavoro e a rafforzare il potere dello Stato sulle banche.
Al di là del merito delle condizioni per autorizzare l’Opa, dal pronunciamento della Moncloa una cosa appare chiara: che anche la Spagna e anche un Governo di sinistra non sanno resistere alla febbre dello statalismo che da qualche tempo s’aggira nei sistemi bancari europei, come ha mirabilmente scritto Rony Hamaui su FIRSTonline. Lo statalismo ha già colpito la Germania, il Portogallo e l’Italia dove gli interventi a gamba tesa del Governo contro l’Ops di Unicredit sul Banco Bpm e a sostegno dell’Ops Mps su Mediobanca è sotto gli occhi di tutti e probabilmente condizionerà l’esito finale del risiko italiano finendo per coinvolgere anche l’indipendenza delle Generali.
Il problema però non è prendere atto che “così fan tutti” ma valutare se l’intervento dello Stato nel risiko rafforza il sistema bancario o lo altera esponendolo ai venti della politica e agli interessi elettoralistici dei partiti. L’aberrante applicazione del Golden power all’Ops di Unicredit sul Banco Bpm parla chiaro e fa rimpiangere i tempi in cui a decidere l’esito di un’Opa erano solo le autorità di vigilanza e il mercato. Ma quello di oggi è il cosiddetto “mondo nuovo” che sotto il finto scudo della sicurezza nazionale – come se i titoli di Stato italiani non fossero in larga misura in mano a investitori stranieri che speriamo non cambino idea – legittima interventi di parte a fini politici. O tempora, o mores.