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Bbva-Banco Sabadell: l’offerta più travagliata del risiko bancario europeo tra i No del governo e le vendite a sorpresa

Imagoeconomica

“Caos” è la parola che molti utilizzerebbero per descrivere ciò che negli ultimi mesi sta accadendo al comparto bancario italiano, con il cosiddetto risiko che di giorno in giorno diventa sempre più intricato. Tra accuse e controaccuse, ricorsi in tribunale, richieste e interventi a gamba tesa da parte delle autorità, seguire i dettagli delle diverse operazioni è sempre più complicato. Ma chi parla di “scenario inedito” si sbaglia di grosso. Basta infatti dare un rapido sguardo oltre confine per rendersi conto che, in fondo, “tutto il mondo è paese”. Il consolidamento bancario è infatti un tema centrale in molti Paesi europei, con i principali istituti di credito impegnati in manovre e operazioni straordinarie che hanno lo scopo di rafforzare il proprio patrimonio e sostenere i ricavi in un periodo di tassi in calo. E se al “rapido sguardo” si sostituisce un’osservazione un po’ più attenta, ci si rende ben presto conto che c’è una caratteristica che accomuna il risiko bancario europeo: l’interventismo sempre più pressante dei governi. 

In Italia c’è il golden power del governo Meloni che rischia di affossare l’ops lanciata da Unicredit su Banco Bpm. In Germania c’è il governo Merz che ha alzato un “muro di Berlino” contro la scalata di Unicredit (sempre lei) su Commerzbank. In Portogallo c’è il governo di Lisbona che non vede per nulla di buon occhio l’interesse di banche straniere come CaixaBank (spagnola) e Bpce-Natixis (francese) nei confronti di Novo Banco, quarta banca del Paese lusitano. Ma il caso più emblematico di tutti arriva dalla Spagna, dove da quasi un anno l’esecutivo guidato dal premier socialista Pedro Sánchez sta facendo carte false pur di bloccare la maxi offerta lanciata da Bbva su Banco Sabadell.

Bbva-Banco Sabadell: cosa è successo

Oltre un anno fa, il 30 aprile del 2024 per l’esattezza, Bbva ha lanciato una proposta proposta di acquisto amichevole su Banco Sabadell che pochi giorni dopo, in seguito al rifiuto del cda dell’istituto catalano, si è trasformata in un’offerta ostile del valore di oltre 14 miliardi. Sin dall’inizio il governo spagnolo si è detto contrario all’aggregazione “sia nella forma che nella sostanza”, parlando di forti rischi per l’occupazione, nonostante nel corso dei mesi l’operazione abbia ricevuto il via libera di tutte le autorità competenti, dalla Bce all’Antitrust.

Lo scorso 24 giugno, non senza qualche pressione da parte di Bruxelles che ha più volte ribadito di non vedere motivi per bloccare l’operazione, il consiglio dei ministri iberico ha sì dato il via libera, ma imponendo condizioni pesantissime. Una in particolare: Bbva e Sabadell dovranno rimanere per tre anni, prorogabili per altri due, due entità giuridiche distinte, con attività separate e gestione indipendente. 

L’intervento dell’esecutivo di Madrid ha costretto l’istituto basco ad analizzare per giorni se avesse senso mantenere l’offerta. In particolare, l’interrogativo riguardava la possibilità di continuare a sfruttare gli 850 milioni di sinergie calcolati a maggio 2024. 

Alla fine, il 30 giugno, è arrivato il verdetto: “Nonostante le condizioni imposte dal Consiglio dei Ministri, il progetto crea un immenso valore per gli azionisti di entrambi gli istituti”, ha dichiarato il presidente di Bbva Carlos Torres in un breve messaggio video. Tradotto: l’offerta va avanti nonostante tutto.

La vendita a sorpresa di Tsb al Santander

Solo 24 ore dopo, il primo luglio è arrivato l’ennesimo colpo di scena a stravolgere un’operazione già di per sé molto complicata: Sabadell ha annunciato la vendita della sua filiale britannica Tsb al colosso bancario Santander per 3,1 miliardi di euro. Non solo, l’istituto ha dichiarato che il ricavato della vendita sarà utilizzato per finanziare un dividendo straordinario in contanti di 0,50 euro per azione, pari a 2,5 miliardi di euro (2,94 miliardi di dollari), in aggiunta a 1,3 miliardi di dividendi ordinari previsti a partire dagli utili del 2025.

Nonostante i vertici della banca abbiano smentito l’idea che la cessione rappresenti “uno scudo” per frenare l’opa di Bbva, secondo gli analisti, la mossa “complica ulteriormente la proposta di acquisizione della rivale spagnola da parte di Bbva e potrebbe indurre a modificare gli attuali termini dell’operazione”, ha affermato Rbc Capital Markets in una nota. La vendita ‘sembra essere l’ultimo grande sforzo per convincere gli azionisti a non offrire le loro azioni all’offerta di Bbva durante il periodo di adesione”, aggiungono gli analisti. 

Per Bofa, invece, “sebbene positivo per Sabadell, l’impatto sul multiplo prezzo/utili sarà limitato, dato che il Regno Unito rappresenta circa il 15% dei profitti del gruppo”. Non solo,  Bofa ricorda che l’offerta di Bbva “resta valida e presenta una solida logica industriale e finanziaria, nonostante le restrizioni imposte dal governo spagnolo”, Inoltre “l’uscita dal Regno Unito è in linea con la strategia di Bbva, e potrebbe comunque fornire margini per migliorare i termini dell’offerta a Sabadell”. 

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