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Barometro delle guerre: Irlanda, Norvegia e Spagna riconoscono lo Stato della Palestina. E la Russia vuole cambiare i confini marittimi con Lituania e Finlandia

Imagoeconomica

Giornata odierna caratterizzata principalmente da sviluppi diplomatici piuttosto che da eventi sul campo, soprattutto per Israele. Dopo l’annuncio di ieri della Corte Penale Internazionale (CPI) riguardante i mandati d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per tre leader di Hamas, accusati di crimini contro l’umanità, oggi è giunta la notizia che il 28 maggio Spagna, Irlanda e Norvegia riconosceranno ufficialmente lo stato della Palestina. Una mossa giudicata un’affronto da Israele, che ha immediatamente richiamato gli ambasciatori da questi paesi per chiarimenti.

Sul fronte ucraino, invece, il presidente Volodymyr Zelensky, il cui mandato presidenziale è scaduto ma che rimane in carica a causa della legge marziale, ha chiesto all’Occidente di intervenire per abbattere i missili russi. Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha intensificato le tensioni con l’Europa modificando unilateralmente i confini marittimi con Finlandia e Lituania e iniziando esercitazioni nucleari al confine ucraino.

Spagna, Norvegia e Irlanda riconosceranno ufficialmente lo Stato palestinese

I primi ministri di Spagna, Irlanda e Norvegia hanno annunciato ufficialmente il riconoscimento dello Stato della Palestina. Pedro Sánchez, premier spagnolo, ha fatto l’annuncio durante un’audizione al Congresso, dichiarando che il riconoscimento “non è contro Israele né a favore di Hamas”, ma un atto di coerenza con i valori pacifisti del popolo spagnolo e di giustizia per la Palestina. La Spagna riconoscerà ufficialmente la Palestina il 28 maggio, un passo concordato con i suoi alleati di governo, PSOE e Sumar.

Sánchez ha poi accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di mettere a rischio la soluzione dei due Stati e ha espresso la volontà di continuare a fare pressione sulla comunità internazionale per avanzare verso questa soluzione, sostenendo che il riconoscimento della Palestina è un passo verso la pace e la giustizia. Il primo ministro spagnolo si è poi detto pronto “ad assumere le conseguenze” che potranno venire da Tel Aviv.

“Il riconoscimento non è la fine. È solo l’inizio, e continueremo a fare pressione sulla comunità internazionale”, perché si possa procedere verso la soluzione dei ’due Stati’” ha spiegato Sanchez.

Anche il premier irlandese Simon Harris e il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store hanno annunciato il riconoscimento ufficiale della Palestina, sottolineando l’importanza storica di questo atto. Gahr Store ha affermato che la Norvegia considererà la Palestina uno Stato indipendente con pieni diritti e doveri a partire dal 28 maggio, basando la delimitazione territoriale sui confini del 4 giugno 1967. “Sia gli israeliani che i palestinesi hanno il diritto di vivere in pace nei rispettivi Stati”, ha affermato Store.

Il riconoscimento dello stato palestinese porterà quindi all’avvio di relazioni diplomatiche ufficiali tra i paesi. Attualmente, la Palestina è riconosciuta da quasi due terzi degli stati membri delle Nazioni Unite, tra cui gran parte dei paesi dell’America Latina, dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale. In passato, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione a favore di uno stato palestinese entro i confini del 1967. Tuttavia, solo nove dei 27 paesi membri dell’Unione Europea lo riconoscono ufficialmente: Bulgaria, Cipro, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Svezia e Ungheria.

Nel 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promosso la Palestina da “entità non statuale” a “stato osservatore non membro” con 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti.

Israele critica il riconoscimento: “Il terrorismo paga”

Israele ha risposto al riconoscimento della Palestina da parte di Irlanda, Norvegia e Irlanda richiamando i suoi ambasciatori in questi paesi per consultazioni urgenti. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha affermato che queste decisioni mettono in discussione la sovranità e la sicurezza di Israele e avvertito di “terribili conseguenze”.

“Oggi sto inviando un chiaro messaggio”, ha detto Katz: “Israele non trascurerà coloro che mettono in discussione la sua sovranità e mettono in pericolo la sua sicurezza”.

Il ministero degli Esteri israeliano ha espresso preoccupazione che il riconoscimento della Palestina aumenterà il terrorismo e l’instabilità nella regione, compromettendo le prospettive di pace. Katz ha criticato duramente le decisioni dei tre paesi, sostenendo che inviano un messaggio pericoloso ai palestinesi e al mondo intero: “il terrorismo paga”.

Il presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore il riconoscimento della Palestina da parte di Spagna, Norvegia e Irlanda. Abbas ha espresso soddisfazione per l’annuncio, come riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. Hussein al-Sheikh, segretario generale del Comitato esecutivo dell’Olp, ha descritto il riconoscimento come un “momento storico” e una vittoria per la verità e la giustizia, dopo decenni di sofferenze e oppressione per il popolo palestinese. Al-Sheikh ha ringraziato i paesi che hanno riconosciuto lo Stato palestinese, definendo questo riconoscimento un passo verso stabilità, sicurezza e pace nella regione.

Le ultime notizie da Gaza

Per quanto riguarda le notizie dal campo di guerra, le forze israeliane hanno annunciato l’uccisione di Ahmed Yasser al-Qara, un combattente di Hamas coinvolto nell’attacco del 7 ottobre scorso in Israele. Al-Qara, descritto come un esponente di spicco di Hamas, è stato ucciso insieme a Suhaib Ra’ed Abu Riba di Hamas e Anas Muhammad Abu Rajileh della Jihad Islamica palestinese durante un raid aereo sulla Striscia di Gaza.

Nelle ultime ore, i bombardamenti israeliani hanno causato la morte di almeno 10 civili, tra cui un bambino, e molti altri sono rimasti feriti. Gli attacchi hanno colpito varie località nel nord, centro e sud di Gaza, compreso il campo di Al-Bureij e Al-Nafaq Street a Gaza City.

L’Unrwa, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, ha annunciato la sospensione delle distribuzioni alimentari a Rafah a causa dell’inaccessibilità del centro di distribuzione e del magazzino del Programma Alimentare Mondiale (PAM) a causa dell’insicurezza nella città.

Secondo fonti dell’intelligence statunitense, circa il 30-35% dei miliziani di Hamas è stato ucciso nella guerra a Gaza, mentre il 65% dei tunnel utilizzati dal gruppo è ancora intatto.

La Russia pianifica modifiche unilaterali ai confini marittimi nel mar Baltico

Le autorità russe hanno pianificato unilateralmente di modificare i confini marittimi della Russia con la Lituania e la Finlandia nel Mar Baltico, attraverso un progetto di decreto governativo pubblicato online dal Cremlino. Questa modifica riguarda la larghezza della costa continentale, del mare territoriale russo e delle isole del Baltico, che influenzerà il confine nella regione-exclave occidentale di Kaliningrad.

“L’approvazione del progetto stabilirà un sistema di linee di base diritte mancante sulla parte meridionale delle isole russe nell’est del Golfo di Finlandia vicino a Baltiysk e Zelenogradsk, e ne consentirà l’utilizzo come acque interne – si legge nel documento -. Ciò modificherà il confine marittimo dello Stato russo, a causa di un cambiamento nei confini esterni del mare territoriale”.

Il progetto sostiene che le precedenti coordinate geografiche basate su mappe di navigazione del XX secolo non corrispondono più alla situazione attuale e non consentono di determinare il confine esterno delle acque interne russe.

Putin avvia esercitazioni nucleari, Zelensky chiede l’abbattimento dei missili russi

Mosca ha intanto avviato le annunciate esercitazioni nucleari tattiche vicino ai confini dell’Ucraina. Le esercitazioni, ordinate da Putin il 6 maggio scorso, coinvolgono sistemi missilistici a corto raggio Iskander e missili ipersonici Kinzhal montati sui caccia MiG-31. L’obiettivo è “mantenere la prontezza delle truppe e delle unità che utilizzano armi nucleari non strategiche per difendere l’integrità territoriale e la sovranità russa in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce occidentali”.

Il presidente ucraino Zelensky e il ministro degli Esteri, Kuleba, continuano ad invocare l’aiuto dell’Occidente, chiedendo agli Stati Uniti e all’Europa di difendere maggiormente l’Ucraina e di abbattere i missili russi nello spazio aereo ucraino. Zelensky ha anche richiesto l’uso di missili statunitensi per colpire obiettivi militari in Russia. Kuleba ha proposto un “scudo aereo”, invitando gli alleati a proteggere i cieli delle città ucraine abbattendo i missili russi dai loro territori o fornendo mezzi di difesa aerea all’Ucraina.

Zelensky ha chiesto ulteriori sistemi Patriot a Berlino e ha anche respinto le accuse russe di essere un “usurpatore” perché il suo mandato è scaduto: “I miei cinque anni non sono ancora finiti, a causa della legge marziale continuano”.

Le ultime dal fronte ucraino

Sul campo le forze russe continuano ad avanzare sul terreno: paracadutisti russi hanno preso il controllo di una roccaforte ucraina vicino ad Andreyevka, nella regione di Donetsk, mentre gli attacchi nell’area di Kharkiv perdono di intensità ma gli scontri armati proseguono. Inoltre, le truppe russe hanno attaccato con droni gli impianti energetici nelle città ucraine di Konotop e Shostka, causando interruzioni di corrente. In altre regioni settentrionali come Sumy e Chernihiv, le forze russe stanno effettuando ricognizioni e sabotaggi, incluso il posizionamento di mine sul campo di battaglia.

Previsto in giornata un incontro tra i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Polonia a Weimar, incentrato sul conflitto in Ucraina, sul futuro dell’UE e sulla situazione in Medio Oriente, come parte del formato di consultazioni noto come “Triangolo di Weimar”.

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