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Barclays, lo scandalo si espande. Penalizzati anche i contratti in euro.

L’onda lunga dello scandalo finanziario che ha coinvolto il mondo anglosassone ha colpito un’altra pedina eccellente del colosso finanziario Barclays: l’amministratore delegato Bob Diamond ha rassegnato oggi le dimissioni, un giorno prima di riferire alle camere sulla manipolazione dei tassi di interesse che avrebbe coinvolto la finanza inglese negli ultimi anni.

Barclays era stata già multata per 290 milioni di sterline la scorsa settimana, a causa dei ricorrenti tentativi di manipolare il Libor, il tasso di interesse interbancario al quale vengono indicizzati i mutui in Inghilterra, ma anche in altri paesi.

Marcus Agius, presidente di Barclays, ha annunciato ieri di voler anch’egli dimettersi dall’incarico, ma per ora rimarrà al suo posto con l’obiettivo di assumere un nuovo amministratore delegato. La ricerca inizierà immediatamente e in tal senso verranno considerati sia candidati interni che esterni al gruppo.

Diamond, però, potrebbe non essere l’ultimo: secondo il Financial Times altre teste potrebbero cadere nei prossimi giorni.

La manipolazione del Libor ha aperto il vaso di Pandora, portando alla luce la scarsa trasparenza del management finanziario dei grandi gruppi internazionali.

Il ritocco artificiale dei tassi costituisce infatti una grave e significativa manipolazione del mercato, a danno delle banche concorrenti e dei consumatori: “truccare” un tasso di interesse interbancario comporta un aggravio di costo per i consumatori che hanno acceso un mutuo immobiliare o un prestito al consumo in una determinata valuta.

Molti contratti, qualora a tasso variabile, vengono indicizzati al tasso interbancario della zona valutaria di riferimento: l’Euribor per l’eurozona e il Libor per la Gran Bretagna.

La stima del Libor viene effettuata giornalmente, ed è calcolata sulla base delle dichiarazioni delle singole banche, che comunicano il tasso di interesse al quale sono disposte, giorno per giorno, a prendere in prestito denaro dagli altri istituti. Vengono scartati sia i massimi che i minimi, e si procede a calcolare il tasso Libor sulla media dei valori restanti.

Barclays avrebbe manipolato verso l’alto le comunicazioni giornaliere, lanciando ai mercati un messaggio distorto: poter sopportare un tasso di interesse più alto di quello realmente gestibile equivale a pubblicizzare prospettive di profitto sovrastimate, dunque a rassicurare le controparti sulla solvibilità dell’istituto, ottenendo condizioni di mercato più favorevoli il cui costo, però, viene scaricato su quei consumatori che hanno acceso prestiti indicizzati al tasso interbancario di riferimento.

E non è solo il caso delle famiglie inglesi: anche in altri paesi il Libor viene frequentemente utilizzato per l’indicizzazione dei mutui, in sostituzione dell’Euribor qualora quest’ultimo non sia disponibile e aggiornato al momento della stipula del contratto.

 

 

 

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Categories: Finanza e Mercati
Tags: Barclays