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Banco Popolare: 380 milioni di rosso ma patrimonio più solido

FIRSTonline

Il Banco Popolare ha chiuso i primi sei mesi dell’anno in corso con un rosso pari a 380,2 milioni di euro a fronte dei 293,1 milioni di utile registrati nello stesso semestre dell’anno precedente.

In riferimento al solo secondo trimestre del 2016, la perdita netta è di 66,6 milioni di euro rispetto agli 84,3 milioni di utile di aprile-maggio-giugno del 2015. Nonostante tutto, il risultato raggiunto è migliore rispetto alle stime precedentemente esposte dagli analisti, che si attendevano una perdita pari a 236,8 milioni di euro.

A pesare sui dati della banca sono intervenute le rettifiche nette sui crediti per 980 milioni di euro rispetto ai 375 milioni del corrispondente periodo del 2015. Senza queste rettifiche, si legge nella nota diramata dall’istituto, «il semestre si sarebbe chiuso con un risultato economico positivo».

Sul fronte patrimoniale, in seguito all’aumento di capitale da un miliardo realizzato nelle scorse settimane, Banco Popolare registra un Cet1 del 14,8% rispetto al 12,5% di fine marzo.

I ricavi sono scesi del 15,1% a 1,5 miliardi a causa del calo del 12,4% a 691,3 milioni del margine di interesse, del 17,1% delle commissioni nette a 639,3 milioni e del 18,5% a 784,7 milioni degli altri proventi. I costi operativi sono invece cresciuti del 4,4% a 1,12 miliardi nonostante il calo del 4,9% delle spese per il personale risentendo di 44,3 milioni per il contributo annuale al Fondo di risoluzione Unico. La gestione operativa scende del 43,2% a 423,2 milioni.

Per il 2016 l’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti si attende un ulteriore rialzo dei livelli di copertura dei crediti deteriorati, risponendo alle richieste poste dalla Bce per concedere l’autorizzazione alla fusione con Bpm. Questo «influenzerà negativamente la redditività del gruppo nel breve periodo», spiega la nota che accompagna i conti.

Nel corso della conferenza stampa successiva all’approvazione dei conti, l’amministratore delegato Saviotti fa sapere che, il Banco starebbe lavorando sulla cessione di un pacchetto di crediti deteriorati unsecured «da circa 700-800 milioni», ricordando inoltre che il piano di integrazione con Bpm prevede un valore del 5% per i crediti in sofferenza unsecured, ma «noi non abbiamo mai venduto a importi così bassi come quelli previsti nel piano industriale, finora le nostre vendite sono avvenute a prezzi ben diversi» e superiori. Rispetto a Italease, «non abbiamo previsto una cessione per deconsolidare, se ci sarà opportunità valuteremo».

“Il Banco Popolare è solido, come dimostrano gli stress test, liquido, e lo dimostrano i dati che abbiamo annunciato. Soffriamo un po’ sulla redditività e siamo tutti orientati per migliorare’” – ha sottolineato Saviotti – “Siamo fiduciosi di arrivare alla fusione con Bpm con numeri decorosi e che poi, insieme, i numeri diventeranno sempre migliori”.

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Categories: Finanza e Mercati