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Banche ed energia mettono di nuovo in ginocchio la Borsa

Vendite sui listini in scia al comparto minerario e petrolifero, mentre il petrolio segna nuovi cali dopo lo stop dell’Iran alla proposta sulla produzione e dopo che l’Arabia Saudita ha escluso un taglio. Il petrolio Wti cede l’1% a 30,8 dollari al barile, riducendo il calo dopo il dato sulle scorte di greggio: sebbene gli stock di greggio si siano attestati in rialzo, aggiornando i massimi, e siano cresciuti più delle previsioni degli analisti, l’aumento è stato comunque inferiore alle aspettative dell’American Petroleum Institute (Api), che ieri aveva anticipato un rialzo di 7,1 milioni.

A Piazza Affari Eni cede il 2,48%. Il Ftse Mib chiude in calo del 2,59% trascinato al ribasso anche dal comparto bancario: Bper -6,36%, Mps -5,68% e Bpm -5,61%. Le vendite colpiscono anche Mediaset che chiude tra i peggiori titoli del paniere in calo del 6,15% e Yoox -5,63%. Il lusso è colpito dal profit warning di Hugo Boss. Giù anche gli altri indici europei: Londra -1,6%, Francoforte -2,64% e Parigi -1,96%. In Francia ha sopreso in negativo la fiducia dei consumatori che è diminuita a 95 punti dai 97 di gennaio.

A Wall Street gli indici si muovono in territorio negativo pesando sull’Europa. In calo soprattutto le banche. Dall’economia Usa sono arrivati segnali di stagnazione con dati deludenti sul fronte del mercato immobiliare e del settore dei servizi. Ha infatti deluso il dato sulle vendite di nuove abitazioni in calo del 9,2% a gennaio e l’indice flash Pmi servizi, l’indicedei direttori acquisti, calato a 49,8 punti a febbraio dai 53,7 del mese precedente.

Il cambio euro dollaro è stabile a 1,1024 mentre la sterlina, sui timori Brexit, è scesa sui minimi da 7 anni. L’oro sale dell’1,48% a 1244,95 dollari l’oncia. Lo spread Btp bund, complice la corsa ai beni rifugio, è tornato ad allargarsi a 142 punti base per chiudere a quota 138. Il Tesoro ha assegnato Btp scadenza 2032 indicizzati all’inflazione europea per 904 milioni e rendimento al’1,22%. L’economia italiana ha registrato oggi un dato positivo sul fatturato all’industria che è aumentato dell’1% segnando il miglior dato dal 2011 con gli ordinativi che sono saliti del 5,2%. In controtendenza Exor +1,34% e Italcementi +0,69%.

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Categories: Finanza e Mercati