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Banche a 2 velocità a Piazza Affari: Mps +10,2%

Avvio di settimana con il segno più per le principali Borse europee mentre Piazza Affari scivola invece di poco sotto al pari, sostanzialmente invariata, dopo una seduta debole. Il Ftse Mib chiude a -0,03%, Parigi sale dello 0,31%, Londra dello 0,57%, Francoforte +1,62%. L’indebolimento di Angela Merkel in Germania, dopo le elezioni regionali in tre Laender tedeschi, non pesa sulla Borsa tedesca. In settimana dovrebbe chiudersi la trattativa per la fusione con il London Stock Exchange.

Lo spread Btp-bund si restringe di quattro punti percentuali a 102 punti e rendimenti all’1,31%. Nell’Eurozona è tornata positiva la produzione industriale a gennaio:+ 2,1% dopo -0,5% a dicembre. Su gennaio 2015 è aumentata del 2,8%.

A Wall Street i listini si muovono contrastati appesantiti dal ritorno delle vendite sul petrolio: il Wti cede il 4,49% a 36,77 dollari al barile e il Brent il 3,17% a 39,11 dollari al barile.

L’Iran non aderirà a nessun piano di congelamento della produzione fino a quando non avrà raggiunto un output di 4 milioni di barili al giorno. Lo ha detto ieri il ministro del Petrolio di Teheran, Bijan Namdar Zanganeh. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones saliva dello 0,17% mentre l’S&P500 scivolava dello 0,10%.

I mercati, dopo aver beneficiato delle mosse oltre alle aspettative della Bce, sono ora in attesa della Fed la cui riunione sui tassi è in agenda per mercoledì. In questo appuntamento la banca centrale statunitense rilascerà anche l’aggiornamento periodico sulle prospettive per l’economia.

La Federal Reserve è preceduta domani dalla riunione della Bank of Japan, da cui però non sono attese novità dopo la storica decisione sui tassi negativi a fine gennaio, e sarà seguita giovedì dal meeting della Bank of England che si trova alle prese con la spina Brexit e la svalutazione della sterlina. Il cambio euro dollaro chiude in calo dello 0,48% a 1,1102.

A Piazza Affari a guidare i ribassi è A2A -2,81%, seguita da Intesa Sanpaolo -2,05%, Azimut -1,2%, Unicredit -1,2%, Snam -0,98%. In controtendenza, gli acquisti premiano Mps che balza del 10,24% sulla scia delle indiscrezioni di stampa: il premier Matteo Renzi starebbe cercando di convincere Cdp e Intesa a intervenire con un’operazione di sistema. L’integrazione piace agli analisti di Mediobanca che la ritengono più praticabile di quella con Ubi. In evidenza sul Fste Mib anche Campari +5,03%, Buzzi Unicem +3%, Finmeccanica +2,94%, Cnh Industrial +2,9%.

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Categories: Finanza e Mercati