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Auto e furgoni, produttori all’attacco: incentivi per rottamare

Photo by Tim Foster on Unsplash

Il rinnovo del parco auto e del parco dei veicoli commerciali è urgente in Italia. Urgente soprattutto se si vuole raggiungere l’obiettivo di fermare la vendita di auto, furgoni e camion alimentati a benzina e diesel, rispettivamente, nel 2035 e nel 2040. La decisione annunciata dal Cite (il Comitato interministeriale per la transizione ecologica) mette in subbuglio le associazioni di categoria che chiedono chiarezza su come si intende raggiungere l’obiettivo e, in particolare, su quale programma di sussidi si vuole puntare per accelerare la sostituzione dei veicoli.

“In Italia circolano quasi 430.000 veicoli industriali ante Euro V, contando solo quelli con targa italiana, di cui il 92% – afferma una nota di Unrae che ha presentato uno studio appositamente commissionato a GiPA – con oltre 15 anni di anzianità. La loro sostituzione, con un piano di rinnovo di durata non superiore al decennio, consentirebbe un abbattimento delle emissioni di CO2 di 87 miliardi di kg, una riduzione dei consumi di carburante del 10%, un risparmio di spesa di 49 miliardi di euro, e una riduzione degli incidenti stradali del 48% (210.000 in meno)”.

Numeri che colpiscono, considerato che il settore dei veicoli industriali occupa 1,25 milioni di addetti per un fatturato di 344 miliardi, commisurabile al 20% del Pil e versa ogni anno con un gettito fiscale di 76,3 miliardi di euro.

“Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore trasporto merci a lunga distanza e per la logistica urbana, sarà fondamentale il contributo di tutte le tecnologie”, afferma Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae, l’associazione che raggruppa i produttori esteri che operano in Italia.

Per accompagnare la transizione ecologica, l’associazione chiede un “vigoroso piano” al massimo decennale per il rinnovo dei mezzi. Inoltre i produttori chiedono “un tavolo tecnico con le Istituzioni competenti per l’adeguamento delle norme del Codice della Strada allo sviluppo tecnologico e di business del settore, dando inoltre attuazione alle disposizioni riguardanti la lunghezza massima degli autoarticolati a 18,75 metri, alla revisione dei mezzi ai privati, alla normativa sui trasporti eccezionali”.

A chiedere un piano pluriennale con incentivi e sostegni è anche Promotor, secondo cui per superare le difficoltà che il mercato italiano sta vivendo servono almeno quattro misure: la prima è “un piano triennale per la rottamazione di un’auto di oltre 10 anni e l’acquisto di una Euro 6D nuova, con incentivi significativi e con l’obbligo del venditore di raddoppiarli”, spiega il presidente del Centro Studi, Gian Primo Quagliano. A questo piano va affiancato un ulteriore “piano triennale per l’acquisto di auto elettriche con o senza rottamazione con un incentivo significativo da raddoppiare da parte del rivenditore”. In parallelo serve “un piano organico di transizione all’elettrico” e, infine, “sostegni per i punti di ricarica e adeguamento delle normative per favorire l’installazione delle stazioni di ricarica e una corretta informazione agli utenti”.

Promotor ha anche pubblicato le stime sul 2021 e sul 2022. Quest’anno si chiuderà per l’Italia con 1,46 milioni di immatricolazioni auto, con una crescita del 5,7% sul 2020. Rispetto al 2019, il calo è però pari al -23,8%. Per il 2022 la previsione è di una leggera crescita rispetto al 2021 a 1,5 milioni di unità immatricolate, su livelli però ancora lontani rispetto al pre-pandemia e a quelli toccati nel periodo 2000-2009, quando il mercato auto italiano viaggiava regolarmente sopra i 2 milioni di auto immatricolate all’anno.

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Categories: Economia e Imprese