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Asta Btp: il Tesoro non fa il pieno, ma i tassi calano

Sale ancora la tensione sul mercato del debito italiano. In attesa della decisiva asta del Tesoro, che stamattina cercherà di collocare Btp per nove miliardi di euro, lo spread è tornato a farsi sentire con un’impennata verticale in apertura. Il massimo di giornata – per il momento – è stato toccato alle 11, a quota 521 punti base.

ASTA BTP, L’EURO IL TESORO SPERA NEL BIS DEI BOT

MA L’EURO TREMA. E LE BANCHE STANNO A GUARDARE

La speculazione mira al bersaglio grosso: l’euro, alla vigilia del decimo compleanno della valuta europea che ha fatto il suo esordio il 2 gennaio del 2002. Dopo l’esito positivo dell’asta BoT, si poteva sperare in un finale d’anno meno sofferto. Ma, a ribaltare le previsioni, è arrivato il bilancio della Bce: dopo l’erogazione di 489 miliardi di euro a tre anni a 523 banche europee, i prestiti agli istituti sono saliti di 214 miliardi di euro a 879 miliardi nella sola settimana al 23 dicembre. Il bilancio complessivo Bce e’ aumentato di 239 miliardi a 2.730 miliardi, un livello mai toccato prima e in rialzo di oltre 553 miliardi rispetto a tre mesi fa. La banche dell’area euro, insomma, continuano lo sciopero degli investimenti. Meglio il parcheggio allo 0,2% presso i depositi della Bce piuttosto che accollarsi un pur minimo rischio. Di questo passo, la recessione rischia di essere ancor più pesante di quanto già temuto.

E così sono piovute all’improvviso a metà pomeriggio le vendite sulla moneta unica, che ha perduto posizioni nei confronti del dollaro a 1,295 da 1,306 di ieri sera. La moneta unica è sui minimi degli ultimi 10 anni contro lo yen a 100,8. Hanno così ripreso corpo i timori sull’asta di titoli governativi italiani con scadenze più lunghe (3 e 10 anni) da 8,5-9 miliardi in programma stamane, un test assai più impegnativo di quello portato a termine con un buon successo sui Bot a sei mesi. Alla vigilia, il rendimento del Btp a 10 anni si è attestato al 6,92% (+3 punti base), il rendimento con il bund è a 511 punti base (26 punti base in più rispetto ai livelli del primo pomeriggio).

La Borsa di Milano, com’era inevitabile, ha così bruciato i guadagni accumulati in giornata, chiudendo a -0,85%. Ma, a sottolineare il carattere sistemico del ribasso di ieri, è andata ancor peggio a Francoforte e Madrid sono in calo dell’1,5-1,6%. Parigi ha perduto lo 0,4%.

METEOBORSA. CLIMA FRAGILE, MALTEMPO IN AGGUATO. Wall Street ha interrotto il mini rally di fine anno dopo lo scivolone dell’euro. Anche l’Asia guarda con apprensione alle convulsioni dell’area euro, nel timore, fondato, che il malessere sia ben più profondo dei già non facili problemi italiani. In questo quadro passano in secondo piano il calo dell’oro, in parallelo alla ripresa del dollaro. E la correzione al ribasso del petrolio, nonostante la tensione in crescita sul fronte dell’Iran: il calo della domanda europea pesa di più delle minacce di Teheran di chiudere lo stretto di Hormuz.

Salvo liete sorprese sul fronte dei Btp ci si avvia ad un finale d’anno in grigio, degna sintesi di un malinconico 2011 in cui il listino ha perduto un quarto abbondante del suo valore (il 25,8%). Ormai la capitalizzazione di Piazza Affari è pari a solo il 20% del pil italiano.

Difficile che lo Standard &Poor’s 500 ce la faccia. Dopo il calo accusato ieri (indice a 1,3%, Dow Jones sotto dell’1,1%, Nasdaq -1,34%) sarebbe necessario un balzo del 2,6% per chiudere l’anno con un segno positivo. Anche in questo caso il risultato finale, fissato attorno a quota 1282, sarebbe largamente inferiore alle previsioni degli esperti dello scorso gennaio che fissavano l’obiettivo 2011 a quota 1,371. I futures di oggi prevedono un debole rialzo. Molto dipenderà dai dati settimanali della disoccupazione. Quasi tutto dall’esito dell’asta dei Btp italiani.

CINA, TERRA DI IPO. E MIUCCIA FA FESTA. Il sorpasso dell’Asia sull’economia occidentale è confermato dalla pioggia di denari raccolta dalle matricole nelle Borse cinesi: 73 miliardi di dollari, il doppio degli Usa. Tra le Ipo c’è naturalmente, anche quella di Prada i cui effetti si sono fatti sentire sulla cassaforte lussemburghese di Miuccia Prada: 54,4 milioni di utili grazie a “proventi dalle partecipazioni”.

Intanto, per i timori sull’Europa, la Borsa di Tokyo si avvia ad un finale in grigio: l’indice Nikkei 225 segnala un calo dello 0,59%, l’Hang Segn di Hong Kong cala dello 0,91%. Lo yen, intanto, fa un altro piccolo passo verso quota 100 nei confronti dell’euro: stamane la moneta unica vale 100,36 yen, il minimo nella storia decennale della valuta europea.

FONDIARIA SAI, NUOVO CALO. OGGI IL CDA

FINALE IN ROSSO DEL RISPARMIO GESTITO

A fine seduta la Borsa di Milano si presenta con le banche di nuovo in ribasso: Intesa -0,4%, Pop.Milano -0,8%, MontePaschi -0,9%, Ubi -2,6% e BancoPopolare -3,9%. Unicredit è scesa dello 0,9%: nel corso del 2011 l’azione di Piazza Cordsuio ha accusato un ribasso del 55%.

Fra le assicurazioni, Generali ha perso l’1,7%, Unipol è salita dello 0,5%. Fondiaria-Sai ha segnato un nuovo minimo storico a 0,615 euro (-5,3%). Oggi si terrà il cda della compagnia, il secondo in sette giorni, dedicato alle risposte da inviare all’Isvap in materia di governance e di solidita’ patrimoniale, i due punti sollevati dall’authority nella lettera del 24 novembre in cui chiedeva un rafforzamento del coefficiente di solvibilita’ e lo stop ai doppi incarichi di governance con la holding Premafin. Intanto Unicredit e Mediobanca bussano alla porta dei potenziali sottoscrittori dell’aumento di capitale. Si fanno i nomi di Clessidra, Sator, Apax e e della famiglia genovese Malacalza.

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Finale in ribasso per Azimut-0,5%, positiva per buona parte della seduta. Ieri Assogestioni ha diffuso i dati della raccolta del sistema a novembre: -8,5 miliardi, che fanno salire a 31,3 miliardi il saldo negativo per i primi 11 mesi dell’anno.

Chiusure negative anche per Telecom Italia -0,3%,Enel -0,9%, Eni -0,7%. Mediaset ha perso il 3%. Brivido positivo per Campari, in rialzo dell’1,5%.

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