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Arte Fiera: il 27 gennaio prende il via la mostra mercato a Bologna

La crisi non risparmia il mercato italiano dell’arte “fortemente penalizzato da una tassazione troppo gravosa e dalla scarsa consapevolezza della politica. L’arte contemporanea in Italia dovrebbe essere considerata un asset da valorizzare e non da colpire, come invece succede, anche per ragioni di marketing territoriale”.

Così Silvia Evangelisti, direttore artistico di Arte Fiera, la più importante mostra mercato del paese, a poche settimane dall’edizione 2012, in calendario a Bologna dal 27 al 30 gennaio. Il giudizio appare in sintonia con l’ultimo rapporto di Nomisma sull’arte: il giro d’affari in Italia è pari a circa 1,4 miliardi di euro, ma il suo peso in ambito internazionale si è dimezzato nel 2010, passando dal 2% all’1%, mentre le stime, a chiusura del 2011, sono grigie. Anche per queste ragioni Arte Fiera si prepara ad aprire i battenti dopo una cura dimagrante consistente, con 150 gallerie contro le 200 del 2011.

Firstonline – Professoressa Evangelisti le edizioni di Arte Fiera da lei curate hanno sempre avuto successo: perché ha deciso di ridurre il numero delle gallerie?

Evangelisti – “Per continuare sul percorso tracciato, per tenere alto il livello della nostra manifestazione. Quest’anno avremo padiglioni bellissimi, tenendo conto del fatto che molte gallerie sono in crisi e fanno sforzi enormi per partecipare a una fiera che costa loro fra i 50 mila e i 70 mila euro. Sono sempre meno quelle che possono permettersi questo lusso, portando opere e artisti davvero interessanti. Quindi ho combattuto per aver meno, ma di miglior qualità”.

Firstonline – Arte Fiera sta soffrendo la competizione di altre manifestazioni?

Evangelisti – “La competizione è implacabile, c’è stato un notevole sviluppo di fiere nazionali, utili ai galleristi che hanno minori mezzi e che assorbono parte della domanda piccola e media. Poi ci sono le grandi fiere, a partire da Basilea e Parigi, con le quali dobbiamo misurarci ogni anno e la sfida è altissima. Basilea è la prima fiera del mondo e fa tappa anche in quel crocevia d’affari che è Miami, mentre Parigi mette a disposizione il Grand Palais, cioè il più bel contesto che uno possa immaginare. Sta crescendo Hong Kong, che assorbe molto dell’importantissimo mercato orientale. Insomma la partita è con giocatori di primo livello, che hanno alle spalle un ottimo sistema paese”.

Firstonline – Mentre Arte Fiera paga pegno?

Evangelisti – “Nei numeri no, perché l’edizione 2011 è stata sicuramente la più redditizia della sua storia, ma facciamo molta fatica a far comprendere ai nostri interlocutori e ai decisori politici locali quanto siano importanti alcune cose, per esempio le notti bianche, cioè la dislocazione di una serie di iniziative in vari luoghi del centro storico, accessibili fino a mezzanotte. Sul fronte nazionale invece c’è l’handicap fiscale, che frena il mercato dell’arte rendendo il paese marginale. L’Italia avrebbe tutte le carte in regola per sostenere un ruolo da protagonista sulla scena internazionale, ma bisogna cambiare mentalità. Il bene artistico è gravato da un’iva al 21%, come gli oggetti di lusso, mentre il resto del mondo, mediamente, resta sotto al 10%. Il risultato è che noi abbiamo più evasione fiscale e meno mercato. Questo atteggiamento confina l’arte, soprattutto contemporanea, nel ghetto delle elite, perché solo i ricchi possono permettersi di pagare di più. Dobbiamo smettere di pensare che l’Italia sia solo mandolino e spaghetti, Dante e Michelangelo. Esiste anche un’Italia contemporanea, una nazione artisticamente viva. Arte Fiera è l’unico palcoscenico al mondo, o comunque il migliore, per l’arte contemporanea italiana, non c’è museo che garantisca una così vasta mole di proposte: vogliamo facilitarle un po’ la vita?”.

Firstonline – Come vede il futuro del settore e di Arte Fiera in questo contesto?

Evangelisti – “Credo che tenere in piedi tutto questo sarà difficile, per esempio senza un forte appoggio dell’assessore alla cultura. Si pensi che Arte Fiera non ha mai preso un soldo da un ente pubblico. È un’azienda che sopravvive da sola e che produce reddito. Ci sono centomila persone che visitano le nostre iniziative, l’anno scorso sono stati staccati 105 mila biglietti in una sera, un record. Siamo un modello imitato nel mondo. Siamo primi nelle visite guidate e nel laboratorio didattico. Ci vuole consapevolezza di cosa signfica Arte Fiera per Bologna. Quest’anno, oltre agli spazi espositivi fieristici, avremo cento eventi sparsi per la città, dal Mambo, cioè il museo di arte moderna, alla Cineteca. Bologna ha grandi potenzialità, bisogna coglierle, perché con la cultura si vive meglio e si può anche mangiare”.

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Categories: Cultura