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Apple trascina al record Wall Street e la new economy, Cina e India al top

Il rally di Trump è svanito ancor prima di cominciare, ma il suo posto è stato preso dal Tempo della Mela. Ieri, per la prima volta, il titolo Apple ha chiuso la seduta con una capitalizzazione superiore a 800 miliardi di dollari (802,46 miliardi), trascinando l’indice S&P 500 oltre la barriera dei 2.400 punti (2,403,87). L’avanzata della Mela non è isolata. La stagione delle trimestrali, ormai al termine, ha esaltato la crescita dei profitti de settore tech e degli energetici, in netta avanzata rispetto ai minimi di un anno fa.

Per la prima volta da sei anni i profitti sono cresciuti a doppia cifra (+13,3%), giustificando l’apprezzamento dei listini sotto la spinta di quella new economy che sembrava destinata a passare in secondo piano nell’America di Trump. Ma le promesse del presidente, dal fisco alla deregulation finanziaria, non incantano più il mercato, mentre uno dei fedelissimi di Trump, il miliardario Wilbur Ross, promosso a titolare del Commercio, avverte che “ci vorranno anni” per raggiungere l’obiettivo di crescita del 3%, meno del 4% sbandierato da Trump.

L’economia, almeno per ora, prevale sulla politica: l’affermazione di Emmanuel Macron ha fatto svanire il rischio di una crisi dell’euro, il successo alle presidenziali coreane di Moon Jae- in, figlio di un esule del Nord, avvocato in cause per i diritti civili e favorevole a un accodo con Pyongyang, spiazza la politica aggressiva dell’amministrazione Usa, da oggi alle prese con la crisi innescata dal licenziamento del capo dell’ Fbi, James Comey. La strada del Toro sembra spianata, anche se Lloyd Blankfein, numero uno di Goldman Sachs, e Jeff Gundlach, guru di Double Line, mettono in guardia: troppa euforia è pericolosa.

FRENA IL DOLLARO DOPO IL TERREMOTO ALL’FBI, GIÙ SOLO SEUL

Anche in Asia i buoni risultati aziendali favoriscono il rialzo. Sale Tokyo (+0,2%) in attesa del bilancio di Toyota. In rialzo dello 0,8% l’indice Hang Seng di Hong Kong. Shanghai +0,3%. Arretra la Borsa di Seul (indice Kospi -0,9%) all’indomani della vittoria alle presidenziali del candidato favorito, Moon Jae in. Ma ci sono anche i timori nucleari di una ripartenza dei test missilistici da parte della Corea del Nord: ieri l’ambasciatore coreano a Londra ha detto che potrebbero ripartire da un momento all’altro.

Intanto la Borsa di Mumbai si prepara a festeggiare il nuovo record storico: l’indice Bse Sensex è in rialzo dello 0,8%, ad un passo dai massimi. Perde qualche colpo stamane il dollaro dopo il licenziamento a sorpresa di James Comey dall’Fbi pochi giorni dopo la sua testimonianza al Congresso sul Russiagate.

DELUDONO I CONTI DI WALT DISNEY

Frenano in chiusura i listini Usa, dopo che l’S&P 500 aveva segnato il nuovo record: l’indice Dow Jones scende dello 0,17%, S&P 500 -013% (chiusura a 2.396,92). Nasdaq +0,29%, sotto la spinta di Apple, tocca un nuovo primato: 6.120,59 punti. In evidenza anche Valeant (+24%), la casa farmaceutica tornata al profitto dopo sei trimestri in rosso.

Bene anche il colosso dei videogiochi Electronics Arts (+3,9% dopo i conti). Disney ha comunicato a mercato chiuso i dati del trimestre: i ricavi della divisione tv sono stati più bassi delle attese, il titolo ieri sera nell’after hours ha segnato un ribasso del 3%.

PETROLIFERI IN CALO, MA ENI BRILLA ALLA VIGILIA DEI CONTI

Rimbalza stamane il petrolio (Brent a 49,03 dollari) dopo che la saudita Aramco ha comunicato che verranno tagliate di 7 milioni di barili le vendite ai clienti asiatici. Il vertice Opec sui prezzi si terrà il 25 maggio a Vienna. Oggi pomeriggio saranno pubblicati i dati sulle scorte di greggio degli Stati Uniti: il consensus si aspetta una flessione di due milioni di barili, quinta settimana consecutiva di calo. Le indicazioni preliminari fornite dall’American Petroleum Association parlano di una discesa molto più ampia, circa cinque milioni di barili.

Debole il comparto energia a Wall Street (-0,8%). Chevron -1,5%. A Piazza Affari in netto rialzo Eni (+1%) alla vigilia dei conti di oggi: Banca Akros resta positiva sul titolo (buy, target price 18 euro) dal momento che si aspetta conti in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di poco positive Saipem (+0,1%) e Tenaris (+0,1%). 

BORSE EUROPEE, IN VISTA AVVIO DEBOLE. OGGI L’ASTA BOT

Attesa una partenza debole stamane per le Borse europee in una giornata ricca di appuntamenti societari. Da segnalare la relazione di Banca d’Italia sul tema delle sofferenze bancarie. A fine mattinata gli indici europei hanno segnato ieri i massimi da 21 mesi, sotto la spinta di un’ondata di trimestrali positive. Poi, a partire dalle banche, c’è stata una correzione di rotta che, salvo che in Spagna, non ha però cancellato il segno più. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta in lieve rialzo con un +0,27% a 21.486 punti, consolidando sugli attuali livelli. Ben intonato anche il contesto europeo: Londra +0,57%; Francoforte +0,43%; Parigi +0,28%. In rosso solo Madrid (-0,42%).

Prevalgono le vendite sui Btp in attesa delle aste del Tesoro. Ma lo stesso vale per i Bund, di modo che il differenziale resta quasi invariato: la forbice tra i rendimenti decennali italiano e tedesco è indicata a 184 (contro 183).

Oggi il ministero dell’Economia offre 6,5 miliardi di Bot annuali, importo identico a quello in scadenza. Domani sarà la volta dei titoli a medio-lungo termine. Andranno all’asta fino a 7,25 miliardi di Btp: le riaperture dei benchmark a tre, sette e trent’anni insieme a un ‘off-the-run’ scadenza settembre 2044.

La settimana prossima si terrà il collocamento del nuovo Btp Italia destinato al pubblico retail. La cedola minima garantita del titolo maggio 2023 indicizzato all’inflazione nazionale verrà annunciata venerdì 12. Passata la settimana dedicata al collocamento del Btp Italia potrebbe essere l’ora del varo di un nuovo titolo a trent’anni di cui si parla da settimane.

Sul mercato grigio di Mts il Buono 14 maggio 2018 è stato trattato nel pomeriggio al rendimento negativo dello 0,274% contro il -0,239% del collocamento di metà aprile.

LE BANCHE FRENANO NEL FINALE. PIOGGIA DI BUY PER BANCA GENERALI

Il settore bancario, assieme all’automotive, è l’unico ad aver registrato una chiusura in terreno negativo (-0,3% il paniere europeo, – 0,6% quello italiano). Rialzo azzerato nel finale per la tedesca Commerzbank, che ha chiuso la seduta invariata dopo avere segnato guadagni di oltre il 3% sulla spinta di risultati superiori alle attese (utile +28%). A Parigi arretra nel finale Société Générale -1,8%. 

A Piazza Affari Unicredit è passata da un guadagno dell’1,8% a una chiusura in calo dello 0,6%. L’istituto è stato l’involontario protagonista del giallo politico di giornata. Ferruccio De Bortoli, nel suo libro “Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo” riferisce che nel 2015 l’allora ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, il cui padre era vicepresidente di Banca Etruria, “chiese all’allora amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni, di valutare una possibile acquisizione della banca aretina”. Immediata la smentita della Boschi.

Intesa limita la discesa a un modesto -0,1%. Al contrario sprofonda Banco Bpm (-5%). Ubi -1,9%. 

Nel risparmio gestito decolla dopo i conti Banca Generali (+3,95%). Il trimestre si è chiuso con masse totali per 50,1 miliardi di euro (+18%), margine di intermediazione a 134,7 milioni (+42%) ed un utile netto di 56,2 milioni, in crescita del 91%. Risultati che l’amministratore delegato Gian Maria Mossa definisce “da incorniciare per la forza e la qualità dei numeri”. Azimut +1,6%. 

Parziale delusione invece per Banca Mediolanum (-0,70%). I conti del trimestre si chiudono con un utile netto consolidato pari a 84,9 milioni, in crescita del 16% rispetto al risultato dello stesso periodo del 2016. Avanzano le assicurazioni: Generali +0,3%, Unipol +0,2%, UnipolSai +1,1%.

RICAVI E PATENT BOX FANNO VOLARE CAMPARI

Performance eccezionale di Campari (+4,43%). Il primo trimestre si è chiuso con ricavi in aumento del 15%. Togliendo l’effetto cambi, che ha portato a un incremento dei ricavi del 2,7%, e togliendo le acquisizioni (+6,6%), rimane che la crescita organica delle vendite è stata pari a +5,4% quasi due volte le attese. I risultati, uniti ai benefici fiscali derivanti dal “Patent Box” non inclusi nelle stime degli analisti, hanno messo le ali al titolo che ha segnato un nuovo massimo storico a 6,14 euro.

MORGAN STANLEY DÀ LA CARICA A FERRARI

Nell’automotive brillano Brembo (+1,5%) e Ferrari (+3,6%). Morgan Stanley dopo i conti trimestrali ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 72 a 100 dollari, confermando la raccomandazione overweigh. Fiat Chrysler -0,2%.

Fuori dal paniere principale, Pininfarina ha festeggiato con un rialzo del 3,9% l’annuncio di un accordo in Iran.  Atlantia termina in calo dello 0,1%: secondo il quotidiano spagnolo El Confidencial, fra pochi giorni presenterà un’offerta per Abertis a 16 euro per azione. Positiva Autogrill (+1,7%).

Contrastate le utilities: Enel scivola dello 0,3%, positive Terna (+0,6%) e A2A (+0,2%). 

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Rcs +3,55% dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2017. Il gruppo ha registrato un miglioramento sul fronte della perdita netta che si è attestata a 5,7 milioni e ha inoltre confermato i target sull’intero anno.

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