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2012, spread giù da 513 a 319 punti. Milano guadagna nell’anno l’8,2%

BORSA 2012 A + 8,2%. SPREAD DA 513 A 319
MA SUI LISTINI PESA L’OMBRA DEL FISCAL CLIFF

Finale d’anno in calo per le Borse mentre crescono le preoccupazioni per un possibile mancato accordo in America sul budget federale 2013. A Milano l’indice FtseMib scende dello 0,82% a quota 16273 con ribassi diffusi fra le blue chip. Parigi perde l’1,47%, Londra arretra dello 0,49%, Francoforte -0,57%.

La Borsa americana soffre le incertezze politiche sul bilancio del 2013: l’indice S&P 500 perde lo 0,44%, quinto giorno consecutivo di ribasso. In calo dello 0,55% e dello 0,32% il Dow Jones ed il Nasdaq.

Questa sera alle 21 italiane il presidente Obama, rientrato ieri a Washington in anticipo dalle vacanza alle Hawaii, si vedrà con i leader del partito repubblicano e del partito democratico.

A tre giorni dalla fine dell’anno, le posizioni fra la Casa Bianca e il partito repubblicano, in maggioranza al Congresso, sembrano ancora distanti e senza un accordo l’economia americana corre il rischio di una brusca frenata nei prossimi mesi, a causa delle maggiori imposte e dei tagli alla spesa pubblica che partirebbero in automatico dal prossimo primo gennaio.

Tornando in Italia, dopo due anni di pesanti perdite, il 2012 ha visto la Borsa di Milano tornare a una performance positiva. L’indice FtseMib chiude l’anno con un progresso dell’8,2% che in parte compensa i risultati negativi del 2011 (-25%) e del 2010 (-13,2%). L’indice si attesta oggi a 16.273 punti, dopo avere toccato un massimo di 17.133 punti il 19 marzo e un minimo a quota 12.362 il 24 luglio.

Si è ridotto anche, da quota 513 a 319 punti, lo spread tra Btp e Bund.

Stamattina il Tesoro ha chiuso la prima asta dei Btp del programma di funding per il 2013 con una domanda lievemente inferiore all’offerta. Sono stati collocati 5,8 miliardi di titoli a 5 e 10 anni con rendimenti pressoché invariati rispetto alle aste precedenti. Gli intenti erano di vendere Btp per un ammontare massimo di 6 miliardi. Nel dettaglio, i titoli a 5 anni sono andati a un rendimento del 3,26% (3,23% all’asta di fine novembre) e quelli a 10 anni al 4,48% dal 4,45%.

Sul mercato secondario il Btp a 10 anni, salito fino ad uno spread di 330 bp, ha chiuso con rendimento al 4,50%, invariato rispetto alla vigilia, e spread a 319, anch’esso invariato.

L’euro è in netto calo a 1,317 contro il dollaro da 1,323 della chiusura di ieri.

E’ proseguito anche oggi il rialzo di Gemina +1,5%, mentre Atlantia, che potrebbe fondersi con la società degli aeroporti romani, arretra del 1,0,9%.

Positivi i titoli più legati al dollaro: Autogrill +0,06%. Luxottica +0,36% e Campari +0,26%.

Cali diffusi tra le altre blue chips, a partire dalle banche. Unicredit scende dell’1,07%,Intesa -0,99%, Banco Popolare- 0,55%, Ubi -0,51%.

MontePaschi +0,67% fa eccezione.

Deboli le assicurazioni: Generali -0,58%, Unipol -1,1%.

Fra gli industriali Fiat -1,04% e Finmeccanica –0,46%. Ribassi diffusi infine fra le utility: Enel -1,81%, A2A -0,3%. Telecom Italia arretra dello 0,65%.

Forte ribasso di Mediaset che perde il 2,2%. Le ultime indicazioni in arrivo dalla società di analisi Nielsen mostrano che a ottobre in Italia gli investimenti pubblicitari sono scesi del 20% anno su anno “e novembre potrebbe essere anche peggiore”, avverte il broker. In particolare, la Tv ha chiuso ottobre con un calo del 23% che si confronta con il -14% dei primi dieci mesi dell’anno.

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