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Atlantia in altalena tra le spine di concessione e prestito

Imagoeconomica

Il cantiere dei lavori è ancora fermo al chilometro zero, all’altezza di Palazzo Chigi. E Piazza Affari, dopo un avvio in pesante ribasso (fino a -4% nei primi scambi), dà una limitata fiducia al titolo Atlantia che nel pomeriggio assorbe le perdite e si porta in territorio positivo (+1,3% in chiusura), nella speranza che qualcuno (ovvero il premier Giuseppe Conte) trovi il bandolo della matassa prima dell’ora X, ovvero la data del 30 giugno quando i soci di Autostrade per l’Italia, controllata di Atlantia, potrebbero decidere di rescindere unilateralmente la Convenzione con lo Stato. La situazione, a forza di rinvii, si è fatta del resto esplosiva: Atlantia lamenta che nove (sic 9) proposte avanzate da Autostrade per l’Italia non hanno ricevuto risposta. Nel frattempo, a livello di governo, si fa sentire la ferma opposizione del Movimento Cinque Stelle ad un accordo qualsiasi, nel nome di una battaglia identitaria che ha il valore di un simbolo. Ma la Borsa è convinta che ci sia spazio per un compromesso: da una parte un taglio contenuto delle tariffe, dall’altra la fine di un conflitto che sta mettendo a rischio la sorte di una società partecipata anche da grandi gruppo internazionali. 

Per questo motivo, il mercato ha accolto con soddisfazione l’apertura di Luigi Di Maio che, dopo anni di chiusura totale, si è assunto un ruolo di mediatore: no a polemiche sterili, sì alla ricerca di un’intesa sulle concessioni in sintonia con il ministro dem Paola De Micheli. Piccoli cenni che servono però a raffreddare la tensione dopo la dura lettera spedita venerdì sera da Atlantia, esasperata dal ritardo nell’erogazione di un finanziamento richiesto a Cdp da Aspi (200 milioni su una linea di credito esistente da 1,2 miliardi) e dalla minaccia di precludere l’accesso alla garanzia pubblica sul prestito garantito da SACE nell’ambito del decreto Liquidità.   

Di qui la decisione di congelare tutti gli investimenti programmati, esclusi quelli sulla manutenzione ordinaria. La garanzia pubblica, del resto, è imposta dalla difficoltà di accedere al credito sul mercato perché il merito sulla sua capacità di rimborso è stato declassato a «spazzatura» dalle agenzie di rating dopo le modifiche normative introdotte “in modo unilaterale e retroattivo” con l’articolo 35 del DL Milleproroghe che hanno determinato il downgrade del rating a livello “sub investment grade” di Atlantia e Aspi. 

Dure le reazioni dei Cinque Stelle prima delle aperture del ministro degli Esteri, interessate a non esasperate la sfida alla vigilia del confronto europeo sul Recovery Fund. “La nostra non è una posizione di rigidità, è la posizione di voler aprire un dialogo perché il tempo sta per finire”. ha affermato il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti Giancarlo Cancelleri a Start, su Sky Tg24. “Adesso – ha spiegato – avvieremo sulla questione Autostrade un dibattito interno alla maggioranza di Governo, noi portiamo in dote l’idea della revoca della concessione attraverso il commissariamento della società, la possibilità di utilizzare Anas al posto di Spea, che ha praticamente taroccato tutti i report sulla sicurezza di viadotti e gallerie. Vogliamo utilizzare un’azienda di Stato affinché possa controllare effettivamente cosa non va all’interno di quelle infrastrutture e segnalarlo al commissario che farà intervenire gli uomini di Aspi. 

Non sarà facile trovare una mediazione sui nodi principali: il taglio delle tariffe e la cessione di una quota di Aspi. O della stessa Atlantia. Giuseppe Conte, che avrebbe deciso di respingere tutte le proposte finora avanzate da Atlantia, presto dovrà, dopo tanti rinvii, dar prove della sua abilità di mediatore assieme al ministro del Tesoro Roberto Gualtieri che vorrebbe porre la soluzione del contenzioso tra le condizioni per il prestito Sace. 

(Ultimo aggiornamento: ore 18.07 del 25 maggio).

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