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Semi-lockdown in vista: aziende, alimentari e scuole di base aperte ma il resto chiuso o quasi

Stretta su molte attività tranne uffici, fabbriche, supermercati, negozi alimentari e in parte le scuole: è la sostanza del nuovo Dpcm del Governo per fronteggiare l’impennata dei contagi da Coronavirus – Bar e ristoranti chiuderanno in anticipo (sull’orario preciso c’è ancora un braccio di ferro con le Regioni) fronte di cospicui indennizzi

Semi-lockdown in vista: aziende, alimentari e scuole di base aperte ma il resto chiuso o quasi

Il semi-lockdown è nell’aria, ma la certezza è che non sarà estremo come quello che abbiamo vissuto a marzo (per la verità fino al 4 maggio, dunque per quasi due mesi). Ormai tutti spingono per la chiusura almeno parziale del Paese (consentendo le attività essenziali, nelle quali stavolta sarà compresa la scuola, e qualche attività purché rigorosamente diurna): le Regioni, i sindaci, gli esperti, gli ospedali, persino una parte della popolazione, quella spaventata dall’escalation dei contagi perché magari ha sperimentato la malattia (e persino il lutto) su un parente o un conoscente. Il premier Giuseppe Conte, che fino a qualche giorno fa il lockdown “non lo voleva nemmeno nominare”, ora è costretto ad un compromesso che potrebbe maturare nel week end.

Di fatto, secondo la sensazione prevalente degli organi di stampa, usciremo di casa solo per andare a lavorare o per portare a scuola i più piccoli. Niente sport al chiuso, niente locali, niente più gite fuori porta, niente divertimenti o consumi culturali che prevedano lo stare insieme. Ma gli uffici, le scuole e le fabbriche, a differenza che a marzo-aprile, per ora resteranno aperti, al netto dello smart working che è sempre incoraggiato se non obbligatorio, per una percentuale sempre maggiore di dipendenti pubblici. Il ritorno alla normalità, quella vera, è dunque ancora lontano: ci sarà da soffrire per mesi ancora, anche perché le previsioni ottimistiche sul vaccino (che sono ormai certezze: sarà pronto in poche settimane) non si tradurranno velocemente nella distribuzione rapida in dosi sufficienti per tutti e in immunità di gregge. Inizialmente, e comunque c’è ancora da aspettare, proteggeranno solo una piccola percentuale della popolazione.

Il tema ora è anche come rispondere a questa seconda onda d’urto, dal punto di vista economico. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è già al lavoro per immaginare dei ristori economici per quelle attività che, è inevitabile, saranno considerate “non essenziali”. Se basterà o meno e se questi aiuti arriveranno per tempo (c’è ancora chi aspetta la cassa integrazione da marzo…) non è dato sapersi.

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