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Rider, ecco il primo Contratto Collettivo: 10 euro all’ora

Quello firmato da Assodelivery e dal sindacato Ugl è il primo contratto collettivo nazionale d’Europa dedicato alla categoria dei fattorini del food delivery: paga oraria minima ma anche indennità per maltempo, notte e festivi e premio da 600 euro ogni 2 mila consegne.

Rider, ecco il primo Contratto Collettivo: 10 euro all’ora

Svolta epocale nella tutela di una delle categorie più precarie e sottopagate del mercato del lavoro contemporaneo, i cosiddetti “rider” delle varie app di delivery food che soprattutto in tempi di pandemia sono diventate così popolari. La categoria di lavoratori, spesso stranieri e costretti a turni massacranti per una paga irrisoria, non è ancora riconosciuta come dipendente, ma inizia ad avere le prime tutele attraverso il primo contratto collettivo nazionale. Decisivo l’accordo firmato da Assodelivery (l’associazione che rappresenta i gruppi del settore, da Deliveroo a Glovo, da Just Eat a Uber Eats) e il sindacato Ugl: i rider restano lavoratori autonomi ma avranno un compenso minimo da 10 euro all’ora e un’indennità tra il 10 e il 20% per il lavoro notturno, le festività e il maltempo. Non solo: all’anello debole della cosiddetta gig economy, l’economia delle app, viene anche riconosciuto un incentivo di 7 euro l’ora per i primi 4 mesi, in caso di apertura in una nuova città.

E persino un premio di risultato, questo una tantum, da 600 euro ogni 2 mila consegne effettuate. L’accordo è il primo in Europa di questo tipo e pone fine a una ingiustizia nei confronti delle migliaia di persone (spesso giovani) che durante il lockdown ma già da molto prima scorrazzavano per le strade delle città italiane per consegnare, il più velocemente possibile e con tutti i rischi del caso, il cibo caldo sulle tavole dei clienti. Sicuramente un buon primo passo verso una tutela più piena, che è quella che sollecitano i grandi sindacati come Cgil, Cisl e Uil, che vorrebbero inquadrare questi lavoratori come veri e proprio dipendenti, con tanto di malattie e ferie pagate. Intanto, i rider incassano una maggiore attenzione anche nello svolgimento stesso del loro lavoro: l’accordo Assodelivery e Ugl prevede anche formazione gratuita e fornitura del materiale di sicurezza, come giacche ad alta visibilità e caschi.

“Per la prima volta – ha commentato Matteo Sarzana, Presidente di Assodelivery – la contrattazione collettiva raggiunge il mondo del lavoro autonomo introducendo compensi minimi, indennità integrative, incentivi, sistemi premiali, dotazioni di sicurezza, assicurazioni, formazione e molti altri diritti, mantenendo allo stesso tempo la flessibilità e la premialità che cercano i lavoratori del settore. Si tratta di un passaggio fondamentale per lo sviluppo del food delivery, che consentirà ai rider di continuare a lavorare secondo le proprie esigenze, alle società di impegnarsi per la crescita sostenibile del settore e agli esercizi commerciali partner di cogliere le crescenti opportunità legate al delivery, specie in un momento complesso come quello che stiamo vivendo”. Sarzana ha anche aggiunto che “il contratto è aperto alle adesioni di altri sindacati e di altre aziende che non fanno parte di Assodelivery”.

“È stato un percorso lungo e pieno di sfide – ha invece detto Paolo Capone, Segretario Generale Ugl – in cui il sindacato ha investito e che ci ha permesso di regolare, insieme ad AssoDelivery, il lavoro dei rider nel comparto del food delivery. I rider italiani hanno finalmente maggiori tutele attraverso il CCNL Rider appena firmato, un primo esempio di come regolare il lavoro che cambia. Da oggi guardiamo a molte altre categorie che non sono ancora raggiunte dalla contrattazione in Italia e in Europa. In tal senso la on demand economy ha creato nuove opportunità e modalità di lavoro in diverse industrie, per cui nuove tipologie di lavoratori hanno bisogno di un contratto come quello che abbiamo firmato oggi”.

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