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PNRR e Corte dei Conti: tensioni sui controlli tra Meloni e Ue ma Cassese spiazza tutti e dà ragione al Governo

Botta e risposta tra Ue e Palazzo Chigi ma colpisce l’intervento dell’illustre giurista Sabino Cassese che spiega perchè i controlli della Corte dei Conti devono guardare più all’essenza delle cose che alla forma ed essere il meno possibile preventivi e concomitanti

PNRR e Corte dei Conti: tensioni sui controlli tra Meloni e Ue ma Cassese spiazza tutti e dà ragione al Governo

Frizioni a distanza tra il Governo Italiano e la Commissione Ue, dopo il via libera all’emendamento al Decreto Pa che limita i controlli della Corte dei Conti sul Pnrr.

L’intervento della Commissione Ue

“Noi abbiamo un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare”, ha affermato un portavoce della Commissione Europea. “Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti”, ha aggiunto.

“Come regola generale – non ci esprimiamo sui progetti di legge e dunque non entriamo nel dettaglio. Possiamo dire che il Pnrr richiede una risposta proporzionata vista la sua natura unica, essendo un programma di spesa basato sulle performance – ha aggiunto – I sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti di interessi e frodi. E l’Italia ha in campo un sistema solido”.

La risposta del Governo italiano 

Attraverso una nota, Palazzo Chigi fa sapere che il Governo condivide il fatto che “il Recovery necessita di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull’efficienza. L’azione del governo si basa su questo principio”.

Poi l’attacco diretto: “Il portavoce della Commissione Ue afferma che la ‘Commissione europea non commenta i progetti di legge, ma subito dopo – senza alcun approfondimento di merito – lo stesso portavoce fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà”, prosegue la nota. 

Nella sua lunga nota, Palazzo Chigi sottolinea inoltre che le norme proposte dal governo e approvate in commissione nel dl sulla pubblica amministrazione non modificano quanto già concordato tra commissione europea e governo italiano. 

Cassese: “Ha fatto bene il Governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti”

Ha fatto benissimo il governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti”, ha affermato Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, durante un incontro al Festival dell’Economia di Torino. “Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti”, ha spiegato Cassese.

In un’intervista rilasciata al Foglio, il costituzionalista ribadisce che si tratta di “un scelta sacrosanta, che contribuisce a rimettere nella giusta prospettiva il rapporto tra pubblica amministrazione e controllori”.

“I controlli che la Corte dei conti esercita, sul Pnrr e non solo, sono un istituto prezioso. Ma tutta la cultura in materia suggerisce che i controlli devono avere alcune caratteristiche. Anzitutto, non essere a tappeto, ma a campione” ha spiegato Cassese. In caso contrario “finiscono con l’estendersi troppo e con l’andare assai poco in profondità. In secondo luogo, non devono essere controlli che si limitano alla carta, ma che analizzano l’essenza delle cose. Infine, devono essere esercitati il meno possibile in forma preventiva o concomitante: perché questo tipo di controllo genera troppo facilmente forme di cogestione, col risultato che l’amministratore si sente o terrorizzato o deresponsabilizzato. Nel controllo concomitante c’è la negazione della indipendenza della Corte dei conti, che dovrebbe essere l’occhio del Parlamento’, non l’angelo custode degli impiegati”. 

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