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Pensioni: stop all’aumento dell’età per 14.600 persone

L’emendamento del Governo contiene anche il capitolo costi: per il primo anno il “prezzo” sarà pari a 100 milioni, mentre nel triennio 2019-2021 si arriverà quasi a 385 milioni.

Pensioni: stop all’aumento dell’età per 14.600 persone

La proposta del Governo sulle pensioni diventa ufficiale. L’aumento dell’età pensionabile a 67 anni che scatterà nel 2019 escluderà coloro che svolgono lavori gravosi.

Questo quanto si legge nella relazione tecnica all’emendamento del governo sulle pensioni con i sindacati.

In base a quanto previsto dunque, nel 2019 saranno esonerate dall’incremento a 67 anni di età 14.600 persone che diventeranno 20.200 nel 2023.

L’emendamento contiene anche il capitolo costi: per il primo anno il “prezzo” sarà pari a 100 milioni, mentre nel triennio 2019-2021 si arriverà quasi a 385 milioni.

La tabella della relazione tecnica all’emendamento presentato dal governo durante l’esame della manovra mostra gli oneri previsti dal 2018 al 2027: il primo anno gli effetti negativi per la finanza pubblica sono pari a 9,4 milioni. Si sale poi a 121,9 milioni nel 2019, 176,7 milioni nel 2020, 261,6 milioni nel 2023, fino a 300,2 milioni a regime nel 2027.

Da sottolineare che gli oneri complessivi comprendono non solo l’esenzione dei lavoratori “gravosi” ma anche delle modifiche ai trattamenti di integrazione salariale.

Confermato anche l’ampliamento delle categorie incluse nel novero dei lavori gravosi. Alle 11 già previste per l’Ape Social si aggiungono gli operai dell’agricoltura, della zootecnica e pesca; i pescatori dipendenti o soci di cooperativa; lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature; marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini ed nelle acque interne.

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