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Pensioni: nuova proposta del Governo, ma la Cgil dice no

Il presidente del Consiglio mette sul tavolo un nuovo pacchetto di proposte, con la garanzia di blinare il testo in Parlamento, ma Susanna Camusso non cambia idea: “Proposte insufficienti” – Furlan (Cisl): “Giudizio positivo”

Pensioni: nuova proposta del Governo, ma la Cgil dice no

Colpo di scena sulle pensioni. Questa mattina, nel corso dell’ultimo incontro governo-sindacati prima dell’approvazione della manovra, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha presentato una serie di proposte che costituiscono un’ulteriore apertura rispetto alle misure messe sul tavolo la settimana scorsa.

LE PROPOSTE DEL GOVERNO

Nel documento presentato dal Governo ai sindacati si legge che l’Esecutivo concorda sulla necessità di dare priorità alla discussione sul tema della “sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani al fine di assicurare l’adeguatezza delle pensioni medio-basse nel regime contributivo con riferimento sia alla pensione anticipata che a quella di vecchiaia”.

Il governo, inoltre, si impegna a utilizzare eventuali risparmi sull’Ape social per garantirne l’accesso anche alle “nuove categorie di attività gravose” che salgono a quota 15 dalle precedenti 11.

Quanto alle donne, l’Esecutivo si impegna a garantire l’allargamento dei requisiti di accesso all’Ape social “per le lavoratrici con figli, al fine di avviare il processo di superamento della disparità di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne”.

Il Governo, inoltre, ha inserito fra le 15 categorie che avranno diritto all’esenzione dall’adeguamento alla speranza di vita (meccanismo che dal 2019 alzerà per tutti l’età pensionabile a 67 anni) anche i lavoratori siderurgici “di prima fusione”, oltre quelli “di seconda fusione e del vetro addetti ai lavori ad alte temperature non già ricompresi tra gli usuranti”.

Dopo aver presentato il pacchetto di proposte, Gentiloni ha chiesto a Cgil, Cisl e Uil di siglarlo, promettendo in cambio di blindare il testo in Parlamento. Ma non è stato accontentato.

LA REAZIONE DEI SINDACATI

“Confermiamo il giudizio di grande insufficienza del nuovo testo che il governo ha prodotto – ha detto la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, al termine dell’ultimo incontro – Siamo di nuovo a piccoli interventi, a deroghe che rendono incerto il sistema previdenziale. Per quanto ci riguarda, la vertenza pensioni è ancora aperta La Cgil indice per il 2 dicembre la prima mobilitazione”.

Di tutt’altro avviso Anna Maria Furlan, leader della Cisl: “Riteniamo che il percorso che oggi ci ha prospettato il governo e la sintesi che ha fatto del lavoro svolto da tanti mesi sia assolutamente positiva “.

Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha sottolineato invece che “con le risorse scarse a disposizione è stato fatto il massimo”.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha difeso l’operato del Governo: “Noi siamo convinti che anche il tema della previdenza abbia assunto la sua giusta dimensione con la predisposizione di una serie di proposte che abbiamo sintetizzato in questo documento. Ci sono state ulteriori precisazioni sia per la categorie dei lavoratori gravosi che sulla dichiarazione di intenzione e volontà di mantenere aperta la riflessione sulla situazione pensionistica e previdenziale dei giovani e sulla situazione delle donne. Manteniamo aperta la possibilità di dialogo e riflessione”.

Intanto, l’Ordine degli Attuari, chiedendo di essere coinvolto nel dibattito, ha scritto in una nota che “tecnicamente l’adeguamento automatico non si può abolire, ma si possono trovare meccanismi che lo rendano più sopportabile”.

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