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Merkel non spaventa le Borse: luci su Mediaset ed Enel

Prende il volo la Cina: nasce l’asse Alibaba-Auchan – Trump scatena l’Antitrust contro Att-Time Warner – Draghi: “Non cambiano le regole sui Btp delle banche” – Aria di accordo Vivendi-Mediaset – Enel Day a Londra.

Merkel non spaventa le Borse: luci su Mediaset ed Enel

Borse avanti tutta, nonostante il rischio di elezioni anticipate in Germania, possibile sviluppo a sorpresa delle difficoltà di Angela Merkel a dar vita ad una coalizione di governo. Nemmeno l’incertezza che regna a Washington in vista del voto sulla riforma fiscale suscita dubbi al Toro, a giudicare dall’avanzata dei listini in Asia.

Non suscita per ora timore la fragilità del mercato high yield, resi inquieti dal default del Venezuela, ancor di più dalla crisi della valuta e delle obbligazioni turche (il decennale è salito al 12,53%). Non mancano del resto i propellenti del rialzo: vola il super indice Usa, l’auto tedesca rivede al rialzo le stime di vendita a fronte della domanda crescente sui mercati extra-Ue.

Intanto Tencent supera per valore di Borsa Facebook mentre Alibaba si allea con Auchan per conquistare l’egemonia della grande distribuzione cinese.

PRENDE IL VOLO LA CINA. NASCE L’ASSE ALIBABA-AUCHAN

Meteo Borsa può così segnalare il ritorno della propensione al rischio. Tokyo si avvia a chiudere in rialzo: indice Nikkei +1%. Variazione positive anche più ampie in Cina, dopo un avvio di negoziazioni in ribasso. L’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen sale dell’1,3%. Hong Kong (indice Hang Seng) è in rialzo dell’1,2%. A tirare la volata sono i big delle assicurazioni: Ping An +5,6%, China Insurance +5%.

In terreno positivo anche Seoul (indice Kospi) +0,2% e Mumbai (indice BSE Sensex) +0,3%. Sidney +0,3%. Il dollaro si è apprezzato, a 1,173 su dollaro, da 1,179 di venerdì sera. Il petrolio Brent è piatto a 62,2 dollari il barile, ieri ha perso lo 0,8%. Eni -0,1%, Saipem +0,9%.

TRUMP SCATENA L’ANTITRUST CONTRO ATT-TIME WARNER

Chip e tlc hanno tirato la volata di Wall Street. Intanto, si apre sul fronte dell’Antitrust la battaglia del secolo. Il Dipartimento di Giustizia ha deciso di citare in giudizio l’operazione At&t-Time Warner, avversata da Donald Trump. “È una decisione immotivata ed incomprensibile”, è stata la dura reazione di At&t, che promette battaglia in tribunale per dimostrare le ingerenze della Casa Bianca sull’agenzia, formalmente indipendente. L’ostilità di Trump sarebbe legata all’odio per la Cnn, ma l’agenzia rifiuta questa versione. “Questa fusione creerebbe molti danni per i consumatori americani. Si tradurrebbe in costi mensili più alti” per gli abbonamenti televisivi e “per le altre opzioni innovative che stanno emergendo e che i consumatori iniziano ad apprezzare”, si legge nel comunicato.

Wall Street ha chiuso in terreno positivo, pur cedendo qualcosa nel finale: Dow Jones+ 0,31%, S&P +0,13%, Nasdaq +0,12%. Fuochi d’artificio sul settore dei semiconduttori: l’indice di settore ha superato i livelli toccati nella bolla del 2000. Cavium (+10,8%) è salita ad un nuovo record dopo l’offerta della rivale Marvell (+6,4%).

SUPER-INDICE OK, MA PREOCCUPA LA CURVA PIATTA

A ottobre il super indice elaborato dal Conference Board – barometro dell‘attività economica futura negli Usa – ha registrato un aumento più forte delle attese: +1,2% rispetto a un consensus di +0,6%.

Il mercato però resta molto scettico sulla crescita nel lungo periodo. La curva dei rendimenti è sempre più schiacciata, soprattutto perché continua a salire il rendimento dei Treasury Bill a due anni, salito a 1,74%, sui massimi dal 2008. Lo spread tra due anni e dieci anni è 60 punti base, minimo degli ultimi dieci anni.

Janet Yellen ha annunciato che si dimetterà dal board della Fed a febbraio, quando lascerà la presidenza della banca centrale.

MILANO SALE NONOSTANTE LO STACCO DELLE CEDOLE

A Parigi la sede dell’Eba, l’autorità bancaria europea che trasloca da Londra. Battuta al sorteggio Dublino così come la soluzione alle buste ha tradito Milano, regalando ad Amsterdam la vittoria nello spareggio per la sede dell’autorità europea del farmaco. Un epilogo amaro, anzi grottesco.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib è salito dello 0,44% tenendo conto dello stacco cedole di sei titoli del listino principale (impatto dello 0,22%). I titoli in questione sono: Mediobanca 3,65%, Banca Mediolanum -2,86%, Terna -2,03%, Atlantia -0,70%, Tenaris -0,25% e Recordati +0,63%.

Francoforte è salita dello 0,2%, recuperando le perdite della mattinata grazie ai guadagni di Volkswagen (+3,6%) e di Porsche (+3%). Volkswagen ha migliorato le previsioni al 2020, a causa della crescente domanda per i Suv nei mercati emergenti, come Brasile e Russia.

DRAGHI: NON CAMBIANO LE REGOLE SUI BTP DELLE BANCHE

Le regole su Bot e Btp non si toccano. Non c’è alcun accordo globale per applicare ai titoli di Stato il risk weight, da cui oggi sono esenti, o un tetto al loro possesso. A dirlo è stato il presidente della Bce Mario Draghi, aggiungendo che l‘Unione europea deve essere cauta rispetto all‘ipotesi di introdurre regole unilaterali in materia.

“Non c’è alcun consenso per un accordo globale su questo” ha detto Draghi, parlando al Parlamento europeo. “Se l‘Unione Europea decide di andare per proprio conto, deve essere consapevole che misure come queste metterebbero le banche europee in una situazione di svantaggio competitivo”.

Il presidente della Bce ha anche detto che “la riduzione del rischio e la condivisione del rischio dovrebbero andare in parallelo… E gli Npl fanno parte di questo”.

LO SPREAD SI RESTRINGE A 145 PUNTI

Chiudono in rialzo i Btp, in una seduta di variazioni modeste. Il decennale ha chiuso la seduta con un rendimento dell’1,81% con un marginale restringimento dello spread a 145 punti. Quasi immobile il tasso decennale tedesco che ha oscillato tra 0,35% e 0,37%. L’appuntamento principale su primario è la riapertura domani del trentennale tedesco agosto 2048.

Oggi il programma è limitato a massimo un miliardo di decennali finlandesi e alle aste spagnole a breve: fino a 4,5 miliardi sulle scadenze 3 e 9 mesi.

ARIA DI ACCORDO CON VIVENDI, VOLA MEDIASET

Mediaset (+5,2%) è stata il caso di Borsa di lunedì. Il mercato dà credito all’anticipazione di Repubblica che ha scritto che l’accordo con Vivendi dovrebbe arrivare al massimo entro tre settimane, prima dell’udienza presso il Tribunale di Milano, fissata per il 19 dicembre. L’intesa dovrebbe prevedere che la società francese scenda dall’attuale 28,8% al 5%.

Fininvest acquisterà nell’immediato solo il 5% e Mediaset un altro 6% di azioni proprie. La restante parte potrebbe finire in un blind trust. Il patto prevede inoltre il coinvolgimento di Premium nella forniture di prodotti televisivi alla jv nata tra Canal Plus e Tim a partire della partite di calcio di serie A. Mediobanca ha assegnato al titolo il rating Outperform con target fondamentale a 3,76 euro. Il consensus Bloomberg ha un target “fondamentale” medio a 3,23 euro.

Riscatto anche per Telecom Italia (+1,1%) nel giorno dell’incontro tra il ceo Amos Genish e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Mediobanca Securities (outperform, Tp 1,3 euro) pensa che la possibile separazione della rete con la cessione di una quota di minoranza sarebbe un’opzione che andrebbe a creare valore.

RIMBALZANO CREVAL E MPS, CARIGE TOCCA IL FONDO

Oscillazioni da brivido per le banche. Il Credito Valtellinese rimbalza del 47,67% dopo le pesanti perdite registrate nelle ultime sedute, che l‘avevano portata a perdere quasi il 70% dall‘annuncio dell‘operazione due settimane fa.

Carige ha chiuso in calo del 37,54%, a 0,09 euro, dopo aver passato quasi tutta la seduta in asta di volatilità, in vista dell‘aumento di capitale iperdiluitivo da 560 milioni al prezzo di 1 centesimo che dovrebbe partire mercoledì.

In forte rialzo anche Mps (+15,64%), che amplia i guadagni di venerdì scorso. Tra i titoli in evidenza anche Banco Bpm, con un guadagno del 2,6%, a 2,75 euro. Bper +1,65%.

ENEL DAY A LONDRA. L’OBIETTIVO È INNOGY

Riflettori accesi oggi su Enel +0,4%. Il gruppo presenta a Londra il piano industriale 2018-2020. Ieri Mediobanca ha confermato il rating neutral con target 4,30 euro; Rbc ribadisce il Sector Perform, target 5,50. Il consensus pubblicato da Bloomberg ha un target medio a 5,50 euro.

L’incontro sarà anche l’occasione per chiedere conferma dell’anticipazione di Reuters per cui la società starebbe trattando l’acquisizione della tedesca Innogy, l’utility controllata da Rwe attiva nelle energie rinnovabili con una capitalizzazione da circa 22 miliardi di euro.

ANCORA UN BALZO IN AVANTI DI STM

Stm +1,18% ha azzerato la perdita iniziale e chiude a 20,57 euro, dopo aver segnato un minimo a 19,90 euro. Ieri mattina Kepler-Cheuvreux aveva ridotto la raccomandazione a Reduce da Hold, alzando però il target price a 21 dollari (circa 17,90 euro) da 17,80 dollari. Il nuovo target implica una discesa della quotazione intorno al 12%. In tarda mattinata è arrivata la notizia che S&P ha alzato l’outlook a positivo da stabile, confermando il rating BBB-.

Sottotono Ferragamo (-1,1%) su cui gli analisti di Citi hanno rivisto le stime alla luce della trimestrale considerata deludente e hanno abbassato l’obiettivo di prezzo a 21 euro, da 22, pur mantenendo la raccomandazione “neutral” ai clienti.

Buzzi ha chiuso invece in rialzo del 3,2%. Deutsche Bank ha alzato il target price a 28,10 euro da 26,50 euro (upside potenziale +20%).

BANCA IMI PROMUOVE CARRARO E CREMONINI

Acquisti consistenti su Carraro (+13,04% a 4,37 euro). Banca Imi ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 6,2 da 3,8 euro, confermando la raccomandazione buy alla luce del costante miglioramento dell’outlook del mercato.

Banca Imi ha promosso anche Cremonini (+2,63% a 21,5 euro) da hold a add, con prezzo obiettivo che sale da 22,8 a 23,9 euro. Il target price migliora per tener conto dell’aggiornamento dei multipli e della valutazione basata sul discounted cash flow.

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