Condividi

Le elezioni e l’effetto Juncker turbano (ma non troppo) Borsa e spread

L’avvicinarsi delle elezioni del 4 marzo e la gaffe del presidente della Ue sull’instabilità italiana accrescono la volatilità di Piazza Affari e spingono all’insù lo spread Btp-Bund – Il petrolio invece trascina Wall Street e l’Asia chiude in rialzo – Blitz cinese contro Anbang.

Le elezioni e l’effetto Juncker turbano (ma non troppo) Borsa e spread

I segnali di una moderata tensione non mancano. Dopo un avvio d’anno eccellente, Piazza Affari si avvia a chiudere la settimana finanziaria all’ultimo posto tra i listini dell’Eurozona: -0,1%, contro il +1,2% dell’indice Eurostoxx. Lo spread tra Btp e Bund è risalito a 137 punti, molto al di sotto dei picchi toccati durante la crisi del 2011/12. L’allarme di Jean-Claude Juncker sul rischio di un “governo non operativo” in Italia dopo il voto ha però portato, almeno per qualche ora, d’attualità il rischio Italia finora largamente snobbato dai mercati.

Che accadrà di qui al voto? È sensato attendersi un moderato aumento delle tensioni, più sul fronte domestico che dalla speculazione internazionale. Ma un attacco massiccio verso il Bel Paese è sconsigliato sia dall’abbondante liquidità a disposizione della Bce che dalla forza della ripresa dell’economia, industria in testa. Ad approfittare dell’incertezza sembra soprattutto Spagna, ormai beniamina degli operatori che scommettono su una riduzione della forbice dei rendimenti nell’eurozona.

Intanto, a livello globale, i banchieri della Fed si stanno impegnando a ridimensionare il rischio tassi, così come è emerso dai recenti aumenti sul mercato obbligazionario. Il rialzo dei tassi non dovrà mettere in crisi la ripresa, ha ammonito ieri James Bullard, presidente della Fed di Saint Louis. E i mercati, eccitati da nuovi segnali positivi dall’economia Usa, hanno accolto con entusiasmo il messaggio. Tornano a salire dollaro e petrolio, mentre si allontana il rischio di una guerra valutaria paventato dai verbali della Bce.

BLITZ IN CINA CONTRO IL COLOSSO ANBANG

In questo clima, tutto sommato tranquillo, le autorità cinesi hanno potuto condurre senza troppe complicazioni il blitz contro il colosso finanziario Anbang Insurance, che detiene il controllo di gruppi dell’auto come Shanghai Automotives e dell’energia come Sinopec, oltre ad aver comprato il Waldorf Astoria di New York. Nonostante l’arresto per frode del fondatore Wu Xiaohui, i listini di Shanghai e Shenzhen, hanno chiuso in parità.

In rialzo gli altri mercati asiatici. Nel finale di seduta l’indice Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,4%, mentre lo yen, salito ieri dell’1% sul dollaro a 106,7, stamattina si indebolisce a 106,9. Hong Kong sale dello 0,8%. Avanzano Corea del Sud +1%, Australia +0,7% e India +0,3%.

MNUCHIN: L’INFLAZIONE NON FA PAURA

Si assestano i mercati obbligazionari. Ma la marea resta alta: il Treasury Bill stamattina tratta a 2,92% ed il rendimento del biennale resta vicino ai massimi degli ultimi dieci anni.

Ieri sera, il segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Steven Mnuchin, ha detto in un’intervista che l’amministrazione Trump riuscirà ad aumentare gli stipendi degli americani senza ripercussioni sull’inflazione.

In salita a Wall Street il Dow Jones (+0,66%) e l’S&P 500 (+0,10%) sotto la spinta dei dati del superindice, cresciuto anche a gennaio dopo gli ottimi risultati dei tre mesi precedenti. Il dato è aumentato dell’1%, a 108,1 punti, più di quanto atteso dagli esperti (+0,6%). Il dato era salito dello 0,6% a dicembre e dello 0,4% a novembre. In calo di 7 mila unità le richieste di sussidi di disoccupazione. Segna il passo il Nasdaq (-0,11%), al quarto giorno consecutivo di ribasso.

PETROLIO RECORD, A MILANO VOLA TENARIS

Il petrolio Wti è salito a 62,7 dollari al barile e il Brent di 1,36 a 66,31 dollari al barile: le scorte di greggio degli Stati Uniti si sono ridotte a sorpresa di 1,6 milioni di barili contro la previsione di un incremento di 3 milioni di barili.

L’indice degli energetici +1,08% è stato il più vivace: Exxon Mobil +1,9%. A Piazza Affari è salita dopo i conti Tenaris (+3,3%), che ha chiuso il quarto trimestre 2017 con un utile per azione di 0,14 dollari, sopra le aspettative degli analisti (0,10 dollari), grazie al contributo degli investimenti e per recuperi fiscali. Ebitda rettificato pari a 319 milioni di dollari, in rialzo del 77% anno su anno: consensus a 295 milioni di dollari. Il produttore di tubi si aspetta un 2018 in crescita: il titolo si è risvegliato dopo che il Dipartimento del Commercio Usa ha invitato la Casa Bianca a imporre un controllo dei prezzi sull’acciaio e sull’alluminio importato dall’Asia e dall’Europa. Eni perde lo 0,5%, Saipem+0,4%.

BITCOIN (-5%) NEL MIRINO DI PARIGI

Il Bitcoin perde il 5%, tornando sotto i 10.000 dollari. A pesare è ancora una volta la stretta delle autorità. In Francia l’Autorità per i mercati finanziari ha stabilito che le piattaforme di trading online per i derivati delle criptovalute rientrano nella normativa europea MiFid II e quindi sono sottoposte a standard più stringenti.

EUROPA, SOLO PIAZZA AFFARI E LONDRA IN ROSSO

La buona intonazione di Wall Street ha condotto l’azionario europeo a recuperare nel pomeriggio grossomodo tutte le perdite. Fanno eccezione Londra, depressa dal brutto dato di Gdp del quarto trimestre, e MIlano, colpita dal commento negativo di Juncker (“sono preoccupato delle elezioni italiane, dobbiamo prepararci al caso peggiore, ovvero l’assenza di un governo operativo”), che ha accentuato le pressioni ribassiste anche sui titoli italiani, in una giornata di recupero per i bond europei core.

Piazza Affari è stato il mercato peggiore. Fin dall’inizio delle contrattazioni l’indice è stato in territorio negativo per poi ampliare le perdite fino a -1,5% (minimo a 22.269) salvo poi a dimezzare il calo a -0,84% a quota 22.463 punti.

Più tranquille le altre borse europee: Francoforte ha ceduto lo 0,11%. Positiva invece Parigi, con il Cac in rialzo dello 0,18%. Negativa invece Londra (-0,48%). Il Pil del quarto trimestre 2017 è stato rivisto al ribasso allo 0,4%.

LA BCE NON CAMBIA ROTTA. MONITO AGLI USA SUL DOLLARO

Non sono mancate le tensioni ma alla fine gli esponenti del consiglio della Banca centrale europea hanno ritenuto fosse prematuro modificare il messaggio di politica monetaria per segnalare una sua prossima normalizzazione, nonostante la crescente fiducia verso la risalita dell‘inflazione verso il target. È quanto emerge dai verbali del consiglio di politica monetaria del 25 gennaio, in cui viene indicata la possibilità di un aggiustamento del messaggio nella prima parte del 2018, sottolineando la necessità di evitare brusche correzioni di rotta successive e di monitorare gli effetti dell‘apprezzamento dell‘euro. Fermo il monito agli Usa contro la tentazione di svalutare il dollaro.

Intanto, il consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, ha conferito a Mario Nava l‘incarico di presidente Consob.

SI ALLARGA LA FORBICE CON IL BUND. MARTEDÌ 7,5 MILIARDI DI BTP

L’effetto Juncker ha pesato nel pomeriggio sul mercato dei titoli obbligazionari. Lo spread fra Btp 10 anni e Bund si è allargato a 136.70 punti, +2,86% dopo aver toccato un mattino a 139 pb, con un rendimento al 2,08%. Il Bund tedesco si apprezza, con il rendimento che scende sotto la soglia psicologica dello 0,70% di rendimento.

A complicare la situazione è stata anche la vigilia delle aste del Tesoro italiano. Si comincia oggi con l’offerta di 1,5-2 miliardi del Ctz ottobre 2019 e lo stesso importo complessivo dei Btpei maggio 2022 e maggio 2028. In chiusura di seduta il Ctz ottobre 2019, in asta domani, offre un rendimento in area -0,130%, che se confermato in asta rappresenterebbe il livello più alto da maggio dell’anno scorso.

Lunedì sarà la volta del collocamento dei Bot semestrali per complessivi 6 miliardi. Martedì, infine, Il Ministero dell‘Economia metterà a disposizione degli investitori tra 5,75 e 7,75 miliardi di euro in titoli a medio-lungo termine nell‘asta in agenda martedì 27 febbraio, tra cui il nuovo Btp 5 anni marzo 2023. Quest‘ultimo, che staccherà una cedola di 0,95% contro 0,90% dell‘attuale benchmark agosto 2022, sarà messo a disposizione per 3-4 miliardi di euro.

Saranno inoltre riaperti il Btp 10 anni febbraio 2028, proposto per un importo compresa tra 1,5 e 2 miliardi di euro, e il Ccteu aprile 2025, messo a disposizione per 1,25-1,75 miliardi di euro.

UNICREDIT: IN CASO DI GRANDI INTESE SPREAD A 110 PB

Secondo uno studio di UniCredit, se le elezioni italiane produrranno un esecutivo di larghe intese tra partiti pro-euro, scenario cui è attribuita una probabilità del 45%, lo spread potrebbe stringersi verso 110 punti. In caso di ritorno alle urne (20% di probabilità) o di un Governo di forze anti-establishment (10% di chances) il differenziale si potrebbe spingere verso quota 200 punti base.

Nello stesso report, UniCredit sottolinea come nonostante l’incertezza riguardante l’esito del voto e l’aumento del rischio che il quantitative easing della Bce si chiuda a settembre, il premio al rischio del Btp su Bund si sia addirittura ristretto di circa 25 pb dall’inizio dell’anno. Questo è dovuto a una serie di fattori favorevoli, tra cui una crescita globale solida e sincronizzata e un livello di liquidità che resta abbondante.

RIALZANO LA TESTA LE UTILITY, TELECOM DECIDE SU PERSIDERA

Pochi i titoli in controtendenza in una giornata dominata dai ribassi. Tra questi spicca A2a (+3,29%): Kepler Cheuvreux ha alzato la raccomandazione da hold a buy, con prezzo obiettivo che rivisto al rialzo da 1,5 a 1,7 euro. L’ascesa dei prezzi dell’energia ha anche favorito la ripresa di Italgas +1,76% e Snam +1,06%. Enel +0,3%.

Tra le utilities in calo invece Telecom Italia (-0,4%) alla vigilia del Cda che dovrà trattare la cessione di Persidera, la società dei multiplex di cui Telecom ha la maggioranza (il 30% fa capo a Gedi). RaiWay-F2i hanno messo sul piatto circa 250 milioni, cifra ritenuta troppo bassa da Gedi. Telecom, secondo quanto deciso dall’antitrust nei confronti di Vivendi dopo l’acquisizione delle quote nel gruppo italiano, deve avviare l’operazione di vendita o quotazione o alienazione in un trust entro fine febbraio.

Intanto Mediaset(+0,6%) ha respinto la proposta di accordo con Vivendi. Le parti si incontreranno in camera arbitrale il 26 febbraio, sembra molto improbabile una composizione del dissidio su Mediaset Premium. Equita ribadisce il giudizio hold, target price a 3,5 euro.

Atlantia -0,7%, potrebbe portare oltre i 20 euro per azione, l’offerta per Abertis.

IL REDDITO FISSO SPAVENTA LE BANCHE

In negativo l’intero comparto bancario che ha sofferto il rialzo dello spread Btp/Bund. L‘indice italiano del settore scende dell‘1,5%, contro -0,37% di quello europeo. Vanno giù tutti i titoli con l’eccezione di Carige +2,53%.

Per il resto, arretrano Intesa (-1,28%) e Mediobanca (-1,21%), Più robusto il calo delle altre banche: Unicredit -1,97%, Banco Bpm -2%, Bper -1,99% e Ubi -1,66%.

Tra gli altri finanziari, in rosso anche UnipolSai (-1,92%) che ha lanciato un bond Tier2 da 500 milioni di euro. Unipol cede il 3,45%.

Generali, -1%, ha comunicato che investirà di più in attività ecocompatibili e ridurrà l’esposizione alle società del carbone. Poco mossa Banca Generali -0,29%: Banca Imi ha confermato la raccomandazione add e il prezzo obiettivo a 32,8 euro dopo la trimestrale solida.

PARTNER RE FRENA EXOR (-2,75%)

Ribassi per l‘automotive: Fiat Chrysler-2% e Ferrari-2,09%, fanno peggio del settore europeo. Cnh Industrial -1,7%. In gennaio le immatricolazioni di veicoli commerciali in Europa sono salite dell’8% in gennaio.

Male anche Exor (-2,75%). La controllata PartnerRe ha annunciato una perdita operativa di un milione di euro nel 2017 da un utile di 289 milioni del 2016.

LA UE DÀ UNA SPINTA ALLE RINNOVABILI

Igd, +6% a 8,65 euro, ha accelerato dopo la pubblicazione dei conti 2017. Il gruppo ha chiuso l’anno con un utile netto di 86,5 milioni di euro, in crescita del 26,5% rispetto ai 68,3 milioni dello stesso periodo del 2016.

In fermento il settore delle energie rinnovabili è in forte evidenza. L’Unione Europea ha alzato i target al 2030. Si tratta di una novità positiva per tutte le azioni del comparto quotate a Piazza Affari. Avanza Erg +2,29% su cui Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo a 20 da 16,6 euro, confermando la raccomandazione buy. Il broker ha premiato anche Falck Renewables (+3,45%): da hold a buy, con prezzo obiettivo che sale da 2 a 2,3 euro dopo lo storno del 20% dai picchi.

Commenta