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Banche venete, accordo Intesa-sindacati sui 4 mila esuberi

L’accordo prevede 4 mila prepensionamenti su base volontaria nelle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, di cui almeno mille entro il 31 dicembre 2017. La prima finestra d’uscita è fissata al primo ottobre di quest’anno. Salvi i trattamenti di welfare in attesa che la contrattazione aziendale sia armonizzata con quella del gruppo Intesa Sanpaolo

Banche venete, accordo Intesa-sindacati sui 4 mila esuberi

Intesa Sanpaolo annuncia di aver firmato con le segreterie nazionali dei sindacati di settore il “Protocollo per l’avvio dell’integrazione delle ex Banche Venete in Intesa Sanpaolo”, che prevede l’uscita di 4.000 persone su base volontaria. L’intesa raggiunta verrà applicata nei confronti del personale delle ex banche venete confluito nel gruppo lo scorso 26 giugno: Pop Vicenza, Veneto Banca, Banca Nuova, Banca Apulia, Sec e Servizi Bancari.

L’accordo prevede 4.000 uscite concordate che saranno gestite in due fasi. La prima riguarda almeno 1.000 lavoratori del perimetro ex Popolare di Vicenza ed ex Veneto Banca che matureranno il requisito pensionistico entro 7 anni e che usciranno con cadenza mensile dall’1 ottobre 2017 all’1 gennaio 2018. In autunno, al raggiungimento delle prime 1.000 unità nel perimetro delle ex venete, sarà coinvolto anche il personale Intesa Sanpaolo per ulteriori 3.000 uscite di lavoratori che matureranno il requisito pensionistico entro il 31 dicembre 2022. Gli esodi saranno gestiti attraverso il Fondo di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale di categoria, con permanenza massima a 7 anni per i lavoratori delle banche venete e a 5 per quelli d’Intesa Sanpaolo.

La platea dei prepensionabili in Intesa e nelle banche venete comprende tutti coloro che maturano i requisiti pensionistici rispettivamente al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2024. Inoltre potrà accedere al pensionamento chi matura il diritto entro il 31 dicembre 2017. I sindacati, oltre a ottenere la volontarietà delle uscite, sono anche riusciti a concordare il mantenimento dei trattamenti di welfare in materia di previdenza complementare, cassa sanitaria, buoni pasto e degli accordi aziendali in vigore fino al 30 giugno 2017 per tutti i lavoratori delle ex banche venete, in attesa che la contrattazione aziendale sia armonizzata a quella del Gruppo Intesa Sanpaolo.

“Con questo accordo”, commenta Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari, “abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo”.

“Siamo soddisfatti del primo pezzo di strada – ha commentato Giulio Romani, segretario generale di First Cisl – ma ne resta da fare ancora molta per tutelare i lavoratori sul territorio e per dare risposte sul futuro degli oltre settecento dipendenti rimasti fuori dal perimetro di Intesa Sanpaolo”. L’accordo è arrivato dopo che la Camera ha approvato con 211 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astenuti il ddl di conversione del decreto legge sulle Banche venete che ora va all’esame del Senato.

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