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Banche, Padoan difende Vigilanza e governo: “Npl abbattuti del 25%”

Il ministro dell’Economia in audizione di fronte alla commissione d’inchiesta sulle banche: “C’è stata una sostanziale capacità di gestione del sistema, ma non si possono escludere casi in cui ci siano state importanti responsabilità a livello di singoli istituti”

Banche, Padoan difende Vigilanza e governo: “Npl abbattuti del 25%”

Sulle banche la vigilanza tutto sommato ha svolto il suo ruolo. E la strategia del governo ha portato ad un abbattimento del 25% degli Npl dal 2015 ad oggi. Ora bisogna proseguire sulla riduzione dei rischi e non mollare la presa. E’ questo in estrema sintesi il senso del lungo intervento del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in audizione di fronte alla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle crisi bancarie.

“Le autorità di vigilanza – ha detto il ministro – hanno dovuto affrontare una fase di transizione che ha spostato a livello europeo le competenze. C’è stata una sostanziale capacità di gestione del sistema, ma al netto di queste modifiche istituzionali non si possono escludere casi in cui ci siano state importanti responsabilità a livello di singoli istituti. Non tutte le crisi delle banche sono legate alla crisi, in alcuni casi ci sono state carenze di gestione”.

“Il quadro normativo di vigilanza che si è evoluto in Europa negli ultimi anni con il progetto di unione bancaria non ha precedenti – ha continuato Padoan – La vigilanza unica si è accompagnata al sistema di risoluzione e auspico che presto si accompagni anche al sistema di garanzia dei depositi. Solo quando tutti i e tre i pilastri saranno tutti operativi potremo dare una valutazione dell’efficacia complessiva del sistema di vigilanza. Questo significativo cambiamento del quadro regolatorio è avvenuto in un contesto di gravissima crisi, particolarmente rilevante in un Paese bancocentrico come l’Italia. Tutto ciò ha provocato una sorta di paradosso. La vigilanza si è spostata a livello europeo ma è diventata più complessa. Tutto ciò aumenta i tempi entro cui prendere delle decisioni. Nel frattempo, gli stati nazionali si sono trovati ad avere meno capacità operativa in un contesto più complesso. Tutto questo va tenuto presente per dare un giudizio sulla vigilanza”.

A seguito delle diverse crisi bancarie italiane degli ultimi anni, “in nessun caso è stato usato il bail in e gli obbligazionisti senior e i depositanti sono sempre stati tutelati – ha sottolineato Padoan – mettendo a disposizione anche meccanismi di ristoro in favore degli obbligazionisti subordinati al dettaglio. Si stima che alla fine saranno rimborsati circa 190 milioni di euro, più della metà del totale.

Tra il 2007 e il 2013, ha ricordato Padoan, “il Pil è caduto di poco meno del 10%. La crisi si è ripercossa sulle banche italiane, con il progressivo aumento dei crediti deteriorati, fino a portarlo a livelli anomali. In altri paesi le crisi bancarie sono state causate dal crollo dei prezzi di diversi attivi, in primo luogo immobiliari, che ha portato diversi istituti in insolvenza. In Italia non si sono registrate bolle immobiliari né esposizioni a strumenti tossici. La crisi non si è manifestata perciò in modo repentino, ma graduale”.

Per affrontare questa situazione, il governo in carica e il precedente “hanno realizzato riforme incisive e progetti innovativi – ha continuato il numero uno del Tesoro – Indico tre ambiti: riforma della governance (le banche popolari di maggiori dimensioni sono state indotte a trasformarsi in società per azioni); le procedure di insolvenza e recupero crediti e lo sviluppo di un mercato dei crediti deteriorati. La strategia messa in campo sta dando i suoi frutti: i crediti deteriorati lordi sono scesi dal picco di 361 miliardi registrato nel 2015 agli attuali 287 miliardi, stimabili tenendo conto delle operazioni già definite e in corso di completamento, con una riduzione superiore al 25%. Il rapporto tra i crediti deteriorati lordi e il totale dei crediti, dopo aver raggiunto il picco del 2015 al 18,2% passa al 14,4%, mentre il rapporto tra i crediti netti e il totale dei crediti passa invece dal 10,9% all’8%”.

Ora “dobbiamo mantenere l’impegno a ridurre i rischi nel nostro settore bancario, a cominciare dai crediti deteriorati, portando avanti con coerenza l’ambizioso piano concordato in Ecofin lo scorso giugno”, ha concluso Padoan.

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