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Tas, la regina di Borsa 2016 è nella lista nera della Consob

Tas, società specializzata in soluzioni software per la monetica, i sistemi di pagamento e i mercati finanziari, attiva in Europa e in America Latina attraverso le sue controllate, nell’anno solare 2016 ha guadagnato il 242% – Però è ancora in perdita e resta tra le 24 società nella black list della Consob.

Tas, la regina di Borsa 2016 è nella lista nera della Consob

È stata la regina di Piazza Affari nel 2016, con un rally monstre del 242%, ma è nella lista nera della Consob, cioè tra quelle 24 società quotate per le quali la Commissione di Borsa ha chiesto di fornire un’informazione con cadenza mensile e non trimestrale sulla propria situazione aziendale e finanziaria, considerata particolarmente sensibile. Tas, società specializzata in soluzioni software per la monetica, i sistemi di pagamento e i mercati finanziari, attiva in Europa e in America Latina attraverso le sue controllate, nell’anno solare 2016 ha guadagnato per la precisione il 241,97%, passando da 0,4053 a 1,386 euro. 

Solo il 12% del flottante però era sul mercato, tant’è vero che di recente il presidente Dario Pardi ha dichiarato che “probabilmente sarà aumentato il flottante”. Intanto Tas ha iniziato il 2017 esattamente come aveva finito l’anno precedente, cioè guadagnando un altro 81% nelle prime cinque sedute di gennaio, salvo poi perdere drasticamente nella sessione di martedì 10 gennaio, per poi però risalire sopra quota 2,5 euro per azione mercoledì. Segno inequivocabile che, come tutti i titoli sottili dal basso flottante, Tas è nel mirino della speculazione che ora tira su e un’altra volta tira giù il titolo, a prescindere dai fondamentali.

Tas resta dunque sotto lo stretto controllo della Consob, insieme ad altre 23 società secondo l’ultimo bollettino emesso dall’Authority, perchè la sua posizione finanziaria netta, seppure lievemente positiva, è ritenuta da monitorare. Al 30 novembre 2016 la posizione finanziaria è risultata positiva per circa 5 milioni di euro a fronte, dichiara la società, di un fatturato di 50 milioni e debiti bancari per circa 5 milioni in scadenza nel 2020. Nei primi nove mesi del 2016 il conto economico, sia pure in miglioramento, è ancora in rosso e segnala una perdita netta di 3,6 milioni.

Nell’aggiornamento Consob di gennaio 2017 le società sotto osservazione sono salite da 23 a 24: ora c’è anche il Sole 24 Ore.

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