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Il biotestamento è legge: sì del Senato, ecco cosa cambia

Via libera definitivo dall’Aula del Senato al provvedimento sul biotestamento: i sì sono stati 180, 71 i no e 6 astenuti. Si potranno lasciare ad un fiduciario le Dat, disposizioni anticipate sui trattamenti sanitari, che il medico sarà obbligato a rispettare anche qualora il paziente non sia più in grado di manifestarle.

Il biotestamento è legge: sì del Senato, ecco cosa cambia

Il biotestamento è legge. E’ arrivato il definitivo via libera dall’Aula del Senato, dove i sì sono stati 180, 71 i no e 6 astenuti. Il testo diventa così legge dello Stato e un grande applauso si è levato dall’Aula al momento della definitiva approvazione.

La nuova legge prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Viene “promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico il cui atto fondante è il consenso informato e nella relazione di cura sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari”.

Per quanto riguarda i minori ‘il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore’.

Molto importante anche l’articolo 3, che prevede che “ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso Disposizioni anticipate di trattamento sanitario (Dat), esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali”. Le Dat, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico e “in conseguenza di ciò – si afferma – è esente da responsabilità civile o penale”.

“Le Dat – dispone il testo della legge – devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale o convenzionato. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione”. In caso di emergenza o di urgenza, precisa inoltre il ddl, “la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni”.

L’approvazione pone dunque fine a un dibattito che andava avanti da decenni e che ha visto diversi casi di cronaca dividere l’opinione pubblica, da quelli di Enrico Englaro e Piergiorgio Welby a quello, molto più recente, che ha coinvolto il Dj Fabo. Un segnale importante nel confronto civile e politico del Paese, che ha visto un’ampia maggioranza convergere su questa legge in qualche modo storica: oltre a tutto il centrosinistra, ha infatti votato a favore Il Movimento 5 Stelle e parte del centrodestra.

“Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”, ha commentato su Twitter il premier Paolo Gentiloni, mentre la radicale Emma Bonino ha accolto la nuova legge con particolare emozione, scoppiando in lacrime. Fortemente contrari invece Lega e parte di Forza Italia e dei centristi che continuano a considerare il biotestamento “un’eutanasia camuffata“. Sono intervenuti Sacconi e Giovanardi, con riferimenti a dir poco provocatori e evocando rischi “da anni Trenta in Germania. Quel passato può tornare”, ha detto Giovanardi.

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