Condividi

Liberalizzazioni, 2.400 gli emendamenti (e ipotesi fiducia)

I più attivi sono la Lega con 130 proposte di modifica e l’Italia dei valori con 150 – Rutelli (Terzo Polo) propone di rivedere il finanziamento pubblico per evitare “un altro caso Lusi” – Finocchiaro (Pd): “Difendiamo il decreto ma vogliamo contribuire a rafforzarlo” – Da Washington Monti auspica approvazione rapida – Ipotesi fiducia, ma la maggioranza c’è.

Liberalizzazioni, 2.400 gli emendamenti (e ipotesi fiducia)

Sono circa 2.400 gli emendamenti presentati al decreto liberalizzazioni, all’attenzione della commissione Industria del Senato. Circa 130 sono di provenienza del Carroccio, mentre dal gruppo Pd ne sono stati presentati un centinaio, cui pero’ si aggiungono quelli presentati dai singoli senatori: altri cinquecento, piu’ o meno. Il rimanente e’ frutto delle proposte del Pdl, dell’Italia dei valori (che ne ha fatti pervenire 150) e del Terzo polo. Anche i relatori hanno presentato alcune proposte di modifica mentre al momento non ne sono giunte a firma del governo.

Si va dal “bollino anticriminalità” per garantire che le imprese siano “sane”, alla moratoria sugli interessi per i crediti alle piccole e medie imprese, passando per le maggiori tutele per i consumatori nei rapporti con banche e assicurazioni. Dal Terzo Polo Francesco Rutelli ha annunciato un emendamento per intervenire sul finanziamento pubblico ai partiti affinchè non si verifichi mai più un “caso-Lusi”.

E sempre per il Terzo Polo le proposte emendative riguardano in particolare l’eliminazione dell’obbligo per i medici di indicare la sostituibilita’ dei farmaci con gli equivalenti generici e un rafforzamento del ruolo dell’Autorita’ di garanzia sugli scioperi, attraverso un adeguamento dell’apparato sanzionatorio e la creazione di un ruolo organico del personale, anche alla luce della sua posizione strategica nella gestione del conflitto. “Si tratta di modifiche a costo zero – spiega la senatrice Maria Ida Germontani, capogruppo del Terzo Polo, Api-Fli in Commissione Industria del Senato – che, razionalizzando e investendo in qualita’ ed efficienza, potranno portare a un sicuro risparmio per lo Stato”.

“Fondamentale – ha aggiunto la Germontani – e’ anche la separazione di Telecom con lo sdoppiamento della societa’ rete-gestore, mentre con un occhio alle nuove tecnologie, riteniamo che sia giusto abbassare l’Iva per gli e-book, oggi addirittura al 21 per cento, fino al 4 per cento previsto per i libri’. Il Pd ha presentato modifiche che spaziano dalle banche alle farmacie passando per l’energia e le professioni, toccando dieci capitoli (banche, assicurazioni, energia, trasporti, autoritàdi regolazione, tutela consumatori, professioni, farmacie, notaie imprese).

La capogruppo in Senato, Anna Finocchiaro, spiega: “il Pd difende il decreto ma vuole contribuire a rafforzarlo ed è pronto a tenere il punto, anche in caso di fiducia”. Tra le principali richieste del Pd che le banche non possano condizionare l’erogazione di un mutuo all’apertura di un conto corrente presso la medesima banca e l’introduzione della portabilità senza oneri per il cliente. Stop alla riduzione del 30% del risarcimento per la riparazione del veicolo se l’assicurato si rivolge alla propria autocarrozzeria di fiducia.

Da Washington il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha espresso l’auspicio di una approvazione rapida e con poche modifiche. Certo, ora la presenza di questo nutrito pacchetto di emendamenti costringera’ la commissione a un lavoro di scrematura: l’obiettivo è quello di arrivare all’esame dell’aula nella settimana del 28 febbraio. Ed eventualmente licenziare il testo (quello che uscirà dalla commissione) anche con voto di fiducia. Anche se – si fa notare da ambienti parlamentari – la maggioranza c’è

Commenta